Giustizia e letteratura Stampa E-mail

Jacques Vergès

Giustizia e letteratura

Liberilibri, pagg.360, € 20,00

 

verges_giustizia_e_letteratura  IL LIBRO – “Un dossier processuale è sempre il riassunto d’un romanzo, il tema di una tragedia, la sinopsi d’un film. Ma questa tragedia, questo romanzo e questo film restano allo stato incompiuto: all’una e agli altri manca un quinto atto, un epilogo o uno scioglimento – in breve, un coronamento, foss’anche di spine, affinché il dramma sia completo.
  “Solo gli avvocati hanno il privilegio d’essere a un tempo gli spettatori di quel dramma, confidenti del protagonista, e i coautori, poiché accompagnano l’accusato lungo l’intero processo e lo aiutano ad affrontare il quinto atto della sua tragedia, l’epilogo del suo romanzo, il finale del suo film. È a carico dei giudici incarnare il destino cieco.
  “Questa parentela di forma tra l’opera giudiziaria e l’opera letteraria potrà sembrare sacrilega […].”
  Maître Vergès, nel ripercorrere celebri casi giudiziari del mito, della storia, della politica, della cronaca e della letteratura, come quelli di Antigone, Giovanna d’Arco, Gilles de Rais, i Calas, Luigi XVI, Raskòlnikov, Barbablù, Albert Speer…, ci conferma invece che questa parentela non è affatto sacrilega ma così profonda da aiutarci a decifrare la spesso oscura e distorta psicologia dei protagonisti: le vittime, gli imputati, i pubblici accusatori, i giudici

  DAL TESTO – “Al suo processo, Antigone poté esprimersi liberamente, poiché la procedura era la più semplice che esista. Essa consisteva in un confronto tra l'imputato e il suo giudice-accusatore. Ma ai giorni nostri la procedura s'è appesantita e complicata, obbedisce a norme sempre più cavillose e formalistiche, tanto che il processo tende a diventare un dibattito ermetico tra specialisti, giudici, procuratore e avvocati, dal quale l'imputato, non-iniziato ridotto all'impotenza, viene escluso subito, costretto a delegare la sua voce, la sua libertà, a volte la sua vita, a un avvocato.
  “Ma l'avvocato, in una società come la nostra, è uomo di compromessi, specie nei processi ordinari, in cui i fondamenti dell'ordine sociale non sono posti in causa, in cui sia la difesa che l'accusa si riconoscono nelle leggi e nei principî che regolano il rituale giudiziario. Di conseguenza, la ricerca della verità si fa obiettivamente e la condanna può assumere varie sfumature a seconda delle circostanze.
  “Ma quando il reato concerne i fondamenti stessi dell’ordine pubblico, questo tacito compromesso tra le parti viene ipso facto impossibile. Tale cambiamento di ottica, quei buoni guardiani dell'ordine pubblico che sono i giudici lo percepiscono più in fretta degli avvocati. Da qui, quelle arringhe patetiche in cui il patrocinatore parla a vuoto davanti a giudici letteralmente sordi agli argomenti della difesa.”

  L’AUTORE – Di padre francese e madre vietnamita, Jacques Vergès nasce in Thailandia. Si laurea in legge e in filosofia, studia storia e lingue orientali alla Sorbona. Nel 1942 si arruola nei reparti del generale de Gaulle; a partire dagli anni della guerra d’Algeria, nella veste di avvocato difensore di terroristi, esponenti di movimenti di liberazione, criminali nazisti e collaborazionisti, è protagonista di celebri processi (da ricordare quelli intentati all’eroina del FLN, Djamila Bouhired, al terrorista Carlos, a Klaus Barbie, il “macellaio di Lione”, a Milos¡evic´, e ai dittatori del Gabon, del Togo e del Ciad). La sua vita avventurosa e per molti aspetti inquietante si è svolta lungo poche coordinate essenziali: diritto inalienabile alla difesa anche per gli “indifendibili”; condanna pronunciabile solo ove la colpevolezza sia accertata al di là d’ogni ragionevole dubbio; necessità di rigorosa vigilanza sul “potere terribile del magistrato”. Di Jacques Vergès Liberilibri ha già pubblicato Gli errori giudiziari (2011) e Quant'erano belle le mie guerre! (2012).

  INDICE DELL’OPERA – Capitolo I. Dall'opera giudiziaria all'opera letteraria: una parentela di forma (Antigone, una tragedia in forma di processo - Un ideale sviato - Giovanna d'Arco, un processo in forma di tragedia - Atto I: le udienze pubbliche - Atto II: le udienze segrete - Atto III: minacce e seduzioni - Atto IV: l'abiura e la ricaduta - Atto V: il rogo - La scia) - Capitolo II. Una parentela di fondo: l'esempio di Jack lo Squartatore (Cinque omicidi rituali - I dodici volti dello sconosciuto - Il macellaio ebreo - Il cuoco malese - Il barbiere polacco - Il medico pazzo - Il medico pazzo n°2 - Cherchez la femme - La setta satanica - Un avvocato mancato - La vendetta d'un padre - Il duca di Clarence - Il medico della famiglia reale - La polizia reale) - Capitolo III. Gli scrittori, giudici istruttori (Dostoevskij conduce l'inchiesta - Una vita straordinaria - Delitto e castigo -Voltaire conduce la controinchiesta - La logica dell'errore giudiziario - Il caso Calas) - Capitolo IV. Contro la vendetta della parte civile: Le Eumenidi di Eschilo (Il ritorno del taglione - L'arte ci insegna la giustizia - Le Eumenidi di Eschilo) - Capitolo V. L'accusa: conformismo o ipocrisia? (Pinard, sentinella del conformismo - Requisitoria contro Charles Baudelaire - Requisitoria contro Gustave Flaubert - Saint-Just, procuratore fuori della legge) - Capitolo VI. La difesa, tra pensiero unico e rivoluzione (Von Salomon, il processo dei Proscritti - Gli avvocati del FLN o la risata dello spadaccino - Speer, stratega giudiziario: l'incredibile connivenza - La fortuna è cieca - Il patto con il diavolo - Terra bruciata - Bagattelle per un massacro) - Capitolo VII. Balzac, giudice commissario: l'affare Birotteau – Capitolo VIII. L'accusato, questo sconosciuto (André Gide, Souvenirs de la cour d'assises - Antoine-Julien, tra cronaca nera e mitizzazione - Il mistero di Violette Nozière) - Capitolo IX. Bellezza del crimine (L'errore di Thomas de Quincey - Da Gilles de Rais a Barbablù - Lady Anna e Chimène - Bellezza del crimine - Chi era Pauline Dubuisson?)