I coniugi Orlov Stampa E-mail

Maksim Gorkij

I coniugi Orlov

Leone Editore, pagg.132, € 6,00

 

gorkij_orlov  IL LIBRO – Nei Coniugi Orlov (1897) l'impegno sociale di Gorkij diventa un netto rifiuto dell'ordine costituito. Un misero calzolaio porta avanti malamente la sua esistenza e, tormentato da vaghi ideali di riscatto, si ubriaca per non pensare. Quando in città scoppia un'epidemia di colera, dapprima farà di tutto per aiutare i disgraziati che ne cadono malati, poi si arrenderà, convinto che la morte sia migliore della vita da cani che avevano prima. Un duro atto d'accusa alle terribili condizioni dei lavoratori nella Russia zarista, che in nuce contiene quel seme esplosivo che porterà alle tre rivoluzioni (1905, febbraio e ottobre 1917) di inizio Novecento.

  DAL TESTO – “Orlov aveva circa trent'anni; aveva un volto nervoso, bronzino, tratti regolari, piccoli baffi neri che facevano spiccare vivamente le sue labbra rosse e carnose. Il suo gran naso aquilino era sormontato da sopracciglia così folte che quasi si univano; e sotto di esse si aprivano gli occhi neri, perennemente accesi da una fiamma inquieta. Capelli ricci, arruffati sul davanti, ricadevano dietro sopra un collo bruno e nervoso. Di media statura, un po' curvo dal lavoro, avrebbe potuto essere un bell'uomo. Rimaneva a lungo sulla slitta e contemplava, in una specie di sonnolenza, il muro dipinto, mentre il suo petto robusto e abbronzato dal sole respirava profondamente. […]
  “Rimane lì, in preda a una collera sorda e pesante, che gli opprime il petto e gli rende difficile il respiro; ogni tanto, gli fremono le narici, che gli danno l'espressione di un uccello da preda; e quando le sue labbra si contraggono, scoprono due file di denti gialli, grossi e solidi. Qualche cosa d'informe e di oscuro sembra spandersi su di lui, macchie rosse, indecise gli ballano davanti agli occhi, mentre sente le viscere rose dall'angoscia e da una sete sfrenata di acquavite. Sa che quando avrà bevuto si sentirà meglio, ma il giorno è ancora chiaro e ha vergogna di andare in cantina, malconcio e lacero com'è, per la via dove tutti lo conoscono... Non vuole uscire per servire di ludibrio a tutti gli sfaccendati del quartiere, ma non può neanche rientrare in casa per lavarsi e vestirsi... Sua moglie è là, stesa a terra, tutta ammaccata, e ora lo disgusta. Geme e piange, e lui sa che è una martire e che ha ragione di ribellarsi contro di lui... lo sa. Sa che lei ha assolutamente ragione e che egli ha torto, e questa circostanza non fa altro che accrescere il suo odio, perché a fianco a quella coscienza, gli bolle in cuore un altro sentimento curioso e oscuro, che è più forte della sua coscienza. Tutto è torbido e doloroso in lui, e si lascia accasciare sotto il grave peso delle sue sensazioni interne, che non può sbrogliare, sapendo che c'è un solo rimedio, unico sollievo: una mezza bottiglia di acquavite.”

  L’AUTORE – Maksim Gor’kij è lo pseudonimo di Aleksej Maksimovič Peškov (1868- 1936). Orfano e poverissimo, vive un’infanzia errabonda e picaresca, che lo mette in contatto con la ricca tradizione della narrazione popolare e fa nascere in lui la passione per la letteratura. Dopo i moti del 1905, scrittore affermatissimo, è espulso dall’Accademia e mandato al confino in Crimea. Nel 1906 inizia il suo esilio volontario: Inghilterra, Francia e Italia, a Capri. Torna in patria nel 1913. Dopo una collaborazione con il potere bolscevico, lascia nuovamente il paese nel 1921, ufficialmente per motivi di salute. La sua immensa popolarità, in Russia e in Occidente, induce il potere sovietico a organizzarne un trionfale ritorno in patria. A Mosca si spegne, nel 1936, in un clima di sospetti che fa fiorire sulla sua morte diverse “leggende”. La tarda accettazione del favore staliniano, e la nomea di “padre del realismo socialista”, ne hanno decretato una vera e propria damnatio memoriae. Gor’kij non si pubblica quasi più nella Russia postsovietica, né in Italia, dove i suoi romanzi più conosciuti (La madre, L’affare degli Artamonov, Piccoli borghesi, Nei bassifondi, I nemici) hanno invece goduto a loro tempo di enorme popolarità. I coniugi Orlov sono assenti da decenni dalle librerie italiane.