Il caso Adolf Hitler Stampa E-mail

Anna Lisa Carlotti

Il caso Adolf Hitler
Psicobiografie di un dittatore

Odoya, pagg.336, € 18,00

 

carlotti_hitler  IL LIBRO – Chi era Hitler? Come ha potuto soggiogare la Germania? Era un pazzo, un criminale, un fine politico, un demagogo, la stessa incarnazione del male assoluto? Politici, storici, intellettuali, uomini della strada si sono cimentati nella ricerca di risposte; ma esse sono state, per lo più, parziali, in un certo senso ingenue, inadeguate a spiegare sia una personalità così contraddittoria, sia una situazione politica e sociale tanto complessa.
  Partendo dal primo tentativo sistematico di psicobiografia – lo studio di Langer del 1943 – per proseguire poi con quelli di Erikson, Fromm, Lasswell e altri, l’autrice di questo volume ricostruisce la personalità del Führer. Ma la domanda iniziale – Hitler era un pazzo? – diventa, nel corso dell’analisi, secondaria: dall’infanzia al suicidio la storia personale di Hitler s’intreccia con quella di milioni di persone, fino a diventare la chiave di lettura di un’epoca. Fondamentale diventa allora il rapporto tra il Führer e la massa: perché milioni di tedeschi (ma anche molti politici e intellettuali stranieri) considerarono l’ideologia di Hitler “corretta” e “adatta” a quella situazione di crisi politica, sociale e morale?
  Un volume che, nel ricostruire l’evoluzione personale e politica di Hitler e della società tedesca degli anni Venti e Trenta e dei suoi rapporti con quella italiana ed europea, risulta di notevole interesse non solo per gli storici, ma anche per gli psicologi; per tutti coloro, cioè, che sono interessati al “caso A.(dolf) H.(itler)”. O, più in generale, al “caso N.(azismo)”.

  DAL TESTO – “Il Führer, in definitiva, possiede tutte le qualità che si possono rafforzare con la volontà. Grande energia, decisioni rapide, duro di fronte al dolore, moderato nel godimento. Ma questo personaggio è di breve durata, «poi si accascia di nuovo e la figura umana più naturale fa la sua apparizione». Non è necessario che la propaganda abbellisca la sua figura: «per poche ore è veramente un singolare eroe da libro di lettura». Ma come avrebbero potuto, le transitorie qualità del Führer, procurargli il successo, senza la sovrumana volontà di Hitler di "essere", almeno per poche ore, come i personaggi delle sue letture e della sua fantasia? È questo dividersi della personalità che conferiva forse alla sua figura la tensione magnetica che, guardando le foto di Hitler, sembra incomprensibile. In realtà ogni suo comizio è una trasformazione: «un signore con dei buffi baffetti diventa un arcangelo e la banalità si muta in parola superna».”

  L’AUTRICE – Anna Lisa Carlotti è stata per oltre quarant’anni ricercatrice di Storia contemporanea e docente di Storia del giornalismo e Storia dell’opinione pubblica presso l’Università Cattolica di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Storia del Partito fascista sammarinese (Celuc, 1973), Ipotesi sulla storia. Introduzione alla metodologia della ricerca storica (Giuffrè, 1977), Storia, psicologia, psicoanalisi. Metodologie a confronto (Franco Angeli, 1984), La professione giornalistica in Europa (a cura di, ISU, 2001), Problemi di storia del giornalismo (a cura di, ISU 1994), Italia 1939-1945: storia e memoria (a cura di, Vita e Pensiero, 1996), Usi e abusi dell’immagine fotografica (a cura di, ISU, 1996), Fotografia e fotografi a Milano dall’Ottocento a oggi (Abitare Segesta, 2000).

   INDICE DELL’OPERA – 1. Il "caso" di A(dolf). H(itler). (1. Perché Hitler - 2. Il piccolo Adolf e i problemi della socializzazione primaria - 3. Hitler e le donne: un comportamento "esemplare") - 2. Il Führer è il messaggio (1. Il potere della parola - 2. Il comizio come psicodramma collettivo - 3. La forza "magica" del linguaggio orale) - 3. Gestualità e teatralità. La realtà come propaganda (1. La retorica del discorso gestuale - 2. L’autorappresentazione di sé) – 4. Il nuovo linguaggio e la politica dell’”allineamento” (1. Le parole-forza - 2. La nazionalizzazione del linguaggio - 3. La politica dell’”allineamento” come costruzione di un'identità collettiva) - 5. Il "bisogno" di miti (1. Un uomo angosciato e depresso in un mondo che fa paura - 2. Miti individuali e miti collettivi come meccanismo di difesa) - 6. Il capo e i suoi seguaci (l. La crisi della democrazia e l’”attesà” di un capo - 2. La folla, il carisma, il padre-tiranno. Ma da che cosa deriva il suo potere? - 3. Dottor Jekyll e Mister Hyde: le metamorfosi di un "piccolo" borghese - 4. L’uomo massa fra tradizione e modernità) - 7. Dal rito religioso al "rito" politico (1. La chiamata, la conversione, le liturgie - 2. Il rito come fatto sociale e politico) - Conclusioni. Una personalità fra "normalità" e "patologia" - Note bibliografiche - Indice dei nomi