Credere, distruggere Stampa E-mail

Christian Ingrao

Credere, distruggere
Gli intellettuali delle SS

Einaudi, pagg.XXXII-408, € 34,00

 

ingrao_credere  IL LIBRO – Il nazismo, in Germania, fu anche una poderosa macchina burocratica che, per funzionare, aveva bisogno di uomini preparati. Giuristi, dottorandi in economia o in storia, giovani laureati costituirono un'élite di intellettuali che, pur non rientrando nella cerchia degli uomini piú fidati di Hitler, svolse un ruolo fondamentale sia dal punto di vista teorico e organizzativo, sia come apparato di esercizio quotidiano del potere. Ma che cosa spinse questi uomini a mettersi a servizio del nazismo? Secondo l'originale e controversa tesi di Ingrao, la cultura bellica che durante la prima guerra mondiale aveva caratterizzato tutte le società europee, senza risparmiare i bambini tedeschi del primo dopoguerra - tanto più quelli provenienti dalle aree di confine, che avevano subito occupazione ed espropri - una volta cresciuti sentivano di vivere assediati da un «mondo di nemici». Essi espressero la propria angoscia aderendo in massa al radicalismo di destra. Il messaggio nazista come progetto di rifondazione della germanità, intercettando e dando un obbiettivo a questo fervore, rappresentò il transfert di una rivincita anche ideale, il sogno di un invincibile «Grande Reich millenario».

  DAL TESTO – “All'inizio degli anni Trenta, l'adesione degli ambienti studenteschi alle tesi nazionaliste e razziste era dunque già un fatto compiuto. I futuri intellettuali SS sono stati i testimoni e, talvolta, gli autori di questa mutazione decisiva. Individui come Werner Best, Georg Herbert Mehlhorn o Richard Frankenberg, nati tra il 1901 e il 1905, si sono iscritti all'università all'indomani della guerra e furono protagonisti della conversione della Deutsche Studentenschaft all'estremismo di destra. La maggior parte dei membri del gruppo analizzato entra all'università dopo la deriva della Deutsche Studentenschaft verso il radicalismo völkisch, dopo l'ascesa dello NSStB, perfino, per certuni, dopo la Machtergreifung, la presa del potere. I percorsi diventano a questo punto più lineari, le appartenenze più stabili, la ricerca politica meno prolungata nel tempo. Franz Six, ad esempio, per tutto il suo corso di studi aderisce allo NSStB a partire dall'iscrizione all'università nel 1929, e nel frattempo milita nelle SA, e non ha occasione di confrontare le sue convinzioni naziste con altre alternative. Proprio nello stesso momento, la nebulosa völkisch è in attesa di fondersi nelle organizzazioni naziste; tra le più dinamiche c'è appunto questo NSStB che, diretto a Heidelberg da Gustav-Adolph Scheel, si lancia nell'attivismo politico, tentando di conformare il corpo insegnante alle norme naziste e montando complotti contro i professori di origine ebraica.”

  L’AUTORE – Christian Ingrao dirige l'Institut d'Histoire du Temps Présent di Parigi. Specialista del nazismo e del fenomeno bellico, ha pubblicato, tra l'altro, Les chasseurs noirs. La brigade Dirlewanger (Perrin 2006). Nel 2012 è uscito, per Einaudi, Credere, distruggere. Gli intellettuali delle SS.

   INDICE DELL’OPERA – Premessa – Fonti – Ringraziamenti - Elenco delle abbreviazioni - Credere, distruggere - Parte prima. Una giovinezza tedesca – I. Un «mondo di nemici» (I) (I. L'irruzione della guerra - 2. Il silenzio degli Akademiker - 3. Il «tempo dei disordini»: un'esperienza di guerra?) – II. La fabbrica delle reti (1. Luoghi per studiare - 2. Luoghi in cui associarsi - 3. Reti di solidarietà) - III. Intellettuali militanti (1. La costruzione dei saperi accademici - 2. Saperi e militanza (1919-33) - 3. «Scienze combattenti» e intellettuali SS sotto il Terzo Reich - 4. L'ombra della Grande Guerra) - Parte seconda. L'ingresso nel nazismo: un impegno - IV. Essere nazisti (1. Il fondamento del dogma - 2. Alle origini del fervore nazista: un progetto di rifondazione sociobiologica - 3. L'appropriazione di un sistema di credenze) - V. Entrare nello SD (1. Entrare nel partito? - 2. Verso lo SD: itinerari nazisti - 3. Il reclutamento. Una meccanica sociale dell'impegno) - VI. Dalla lotta al controllo (1. Dal Servizio di sicurezza delle SS (SD) all'Ufficio centrale per la sicurezza del Reich (RSHA) - 2. Un «mondò di nemici» (2) - 3. Controllare) - Parte terza. Nazismo e violenza: il parossismo I939-45 - VII. Pensare l'Est tra utopia e angoscia (1. La maledizione dell'insularità germanica - 2. Il progetto di rifondazione sociobiologica nazista - 3. Sistemare e insediare: forme del fervore nazista) - VIII. Argomentario di guerra, retorica nazista (1. Dalla guerra riparatoria alla «grande guerra razziale» - 2. Dal discorso securitario al discorso genocidario - 3. Esprimere la violenza: retoriche difensive, retoriche utopiche) - IX. La violenza in atto (1. L'esperienza della violenza - 2. Violenza dimostrativa, violenza estirpatrice - 3. Una violenza trasgressiva - 4. La violenza come rito iniziatico) - X. Gli intellettuali SS di fronte alla disfatta (1. Il distacco dalla realtà della disfatta - 2. Finis Germaniae. L'angoscia rivisitata - 3. L'epilogo) - XI. Gli intellettuali SS sotto processo (1. Le strategie di negazione - 2. Le strategie di depistaggio - 3. Le strategie di giustificazione: il caso Ohlendorf) - Conclusione. Memoria di guerra, militanza e genocidio – Glossario – Bibliografia - Indice dei nomi e dei luoghi