Il caso Wagner Stampa E-mail

Gabriele D’Annunzio

Il caso Wagner

Elliot Edizioni, pagg.63, € 7,50

 

dannunzio_wagner  IL LIBRO – Nei tre articoli apparsi tra il luglio e l’agosto del 1893 sul quotidiano romano “La Tribuna” sotto il titolo “Il caso Wagner”, d’Annunzio intervenne a sorpresa nella durissima querelle tra Nietzsche e il grande compositore tedesco. Il pamphlet, scritto nel 1888 dal filosofo contro l’amico di un tempo, lo aveva colpito come un pugno in faccia: si trattava di un attacco di una violenza inaudita, di una valanga di ironie e cattiverie dettate in realtà da una tragica passione per il musicista. Nonostante le ascendenze nietzschiane di cui si vantava, il poeta difese a spada tratta, con foga e convinzione, la musica wagneriana che Nietzsche aveva definito, tra l’altro, “degenerazione del senso ritmico”. “Soltanto alla musica è oggi dato esprimere i sogni che nascono nelle profondità della malinconia moderna, i pensieri indefiniti, i desideri senza limiti” scrive il poeta dalle colonne della “Tribuna” nella sua appassionata e pubblica dichiarazione d’amore per le opere di Richard Wagner, un musicista a quei tempi ancora poco conosciuto o misconosciuto in Italia. Questi articoli poco noti di Gabriele d’Annunzio in favore di Wagner sono la chiave di volta per comprendere il suo rapporto con la musica, che si rivela essenziale per la genesi di gran parte della sua opera letteraria.

  DAL TESTO – “La natura di Riccardo Wagner è una delle più complicate, delle più inquiete, delle più mobili, delle più contraddittorie che questo secolo offra alla curiosità degli psicologi. Si può forse dire che al poeta di Siegfried e di Parsifal non sia ignota nessuna delle inquietudini, delle ansie, delle aspirazioni, delle ripugnanze, delle mille delicate e incurabili infermità da cui è afflitto lo spirito moderno. Tutta la sua vita interiore, per un lungo periodo, è un rapido succedersi di entusiasmi, di scoraggiamenti, di abbandoni, di disgusti, prodotti da motivi sempre diversi e contrarii. La sua concezione del mondo non è mai sicura e definitiva, ma si va mutando a grado a grado con lo sviluppo intellettuale e con lo svolgersi delle vicende esterne. E, come si va mutando la sua concezione dell'universo, così anche avviene del suo metodo di elaborare l'opera d'arte.
  “Il piano della tetralogia passa a traverso innumerevoli trasformazioni, dal primo schizzo al compimento estremo; e spesso un poema è interrotto a mezzo e abbandonato per lungo tempo e poi ripreso in uno stato dell'anima e dell'intelligenza assai diverso dal primitivo. Il Siegfried, preparato in un tempo in cui Riccardo Wagner era fervido seguace della filosofia ottimista e del Feuerbach, è compiuto quando egli ha già udito nel silenzio funebre d'un venerdì santo "quel profondo sospiro di pietà che un giorno risonò dalla croce sul Golgota e che oggi erompe dal nostro proprio seno".
  “Mi duole di non potere qui raccogliere e rappresentare con larghezza i diversi "stati d'animo" pei quali è passato il grande maestro nel periodo più doloroso e più laborioso della sua esistenza. Non sarebbe, certo, inutile a comprendere interamente l'opera il ricercare sotto quali influenze l'artefice sia giunto dalla sua utopia dell'Età d'oro alla catarsi mistica del Parsifal.”

  L’AUTORE – Gabriele d’Annunzio (Pescara, 1863 – Gardone Riviera, 1938). Accanto alla sua ben nota produzione letteraria e poetica, va ricordata anche una lunga e importante carriera giornalistica, iniziata da giovanissimo nel 1882 con il trasferimento a Roma. Dopo i primi anni di attività come cronista mondano e poi come redattore fisso della Tribuna, d'Annunzio divenne collaboratore delle più importanti testate italiane e straniere, con articoli che influenzarono sia l'opinione pubblica che lo stile delle pagine culturali.

   INDICE DELL’OPERA – D’Annunzio tra Wagner e Nietzsche, di Paola Sorge – Il caso Wagner – I – II – III – Nota bibliografica