La storia con i se Stampa E-mail

a cura di Alberto ed Elisa Benzoni

La storia con i se
Dieci casi che potevano cambiare il corso del Novecento

Marsilio Editori, pagg.142, € 12,00

 

benzoni_storiaconise  IL LIBRO – Se Hitler fosse diventato un pittore di qualche successo? E se nel 1914 a Sarajevo lo chauffeur di Francesco Ferdinando non avesse sbagliato strada? Se Togliatti non fosse sopravvissuto all'attentato del '48 e se Moro fosse stato rilasciato dalle BR, come sarebbero andate le cose? Difficile non restare affascinati dal ruolo determinante del caso nella storia, di fronte a questi e ad altri "se". Sulla scorta di questa fascinazione, Alberto ed Elisa Benzoni hanno costruito, insieme ad autorevoli storici e intellettuali, un volume che presenta dieci episodi emblematici nel corso del Novecento. Hanno chiesto, così, a Claudio Strinati, Gian Enrico Rusconi, Andrea Graziosi, Giovanni Sabbatucci, Mario Del Pero, Ernesto Galli della Loggia, Luciano Cafagna, Paolo Mieli e Massimo Teodori, di rileggere, ciascuno, alcuni eventi cruciali, il cui esito, se fosse stato diverso, avrebbe potuto cambiare il corso delle cose. Il risultato è un libro agile e godibile: la storia controfattuale rivela quel che era possibile e arricchisce la conoscenza di quel che è accaduto.

  DAL TESTO – “[…] per arrivare all'8 settembre bisognava, per prima cosa, avere il 25 luglio.
  “Un evento, quest'ultimo, oggi circondato dal discredito universale. Simbolo, per alcuni irriducibili, del tradimento. Espressione, nell'immaginario collettivo, di una congiura di palazzo, ispirata da interessi per lo più individuali e meschini. Prendiamone atto. Ma teniamo presente, a completare il quadro e senza avvalersi del senno del poi, che quell'evento fu allora accolto dal giubilo universale, senza confronti con quello che accompagnò date precedenti e successive della storia recente del nostro paese. Un consenso più che giustificato: il fascismo, responsabile della guerra, era crollato, praticamente senza combattere; ciò anticipava, agli occhi della gente, anche una prossima fuoriuscita dal conflitto, pagando il minor prezzo possibile. Insomma, se le cose fossero andate secondo le aspettative, il famigerato 25 luglio avrebbe potuto essere considerato la necessaria premessa della fondazione della nuova Italia democratica...
  “Per parte sua, invece, la classe dirigente percepisce questa fase di passaggio in tutt'altro modo: all'insegna non dell'ottimismo della volontà ma del pessimismo della paura. Così ogni opportunità e ogni scelta sono considerate fonte di pericolo, in un procurato isolamento in cui tutti, amici e nemici, sono visti come possibile minaccia o, comunque, come elemento incontrollabile di rischio. C’è la spada di Damocle dei tedeschi e dei fascisti, ma c'è anche l'irrompere della democrazia e del «popolo», che appare come un vero e proprio salto nel buio.”

  I CURATORI – Alberto Benzoni, esperto di politica internazionale, è stato consigliere e vicesindaco di Roma tra il 1971 e il 1985.
  Elisa Benzoni, laureata in storia contemporanea, collabora con giornali e riviste. Insieme per Marsilio hanno scritto Attentato e rappresaglia. Il Pci e via Rasella (1999).

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Vienna, primavera 1907. Se Hitler fosse stato ammesso all'Accademia di Belle Arti, da un'intervista a Claudio Strinati - Sarajevo, giugno 1914. Se Francesco Ferdinando fosse scampato all'attentato, da un'intervista a Gian Enrico Rusconi - Pietrogrado, ottobre 1917. Se non ci fosse stata la Rivoluzione d'ottobre, da un'intervista ad Andrea Graziosi - Roma, ottobre 1922. Se il Re avesse firmato lo stato d'assedio, da un'intervista a Giovanni Sabbatucci - Pearl Harbor, dicembre 1941. Se l'intera flotta americana fosse stata distrutta, da un'intervista a Mario Del Pero - Roma, settembre 1943. Se la Monarchia non avesse abbandonato Roma e l'esercito, da un'intervista a Ernesto Galli della Loggia - Rastenburg, luglio 1944. Se Hitler fosse stato ucciso, da un'intervista a Gian Enrico Rusconi - Roma, luglio 1948. Se Togliatti fosse morto, da un'intervista a Luciano Cafagna - Roma, primavera 1978. Se Moro fosse stato liberato, da un'intervista a Paolo Mieli - Washington, novembre 2000. Se avesse vinto Gore, da un'intervista a Massimo Teodori - Per saperne di più