Leandro Arpinati. Un fascista anomalo Stampa E-mail

Brunella Dalla Casa

Leandro Arpinati. Un fascista anomalo

il Mulino, pagg.512, € 32,00

 

dellacasa_arpinati  IL LIBRO - Anarchico, interventista, fascista della prima ora, conterraneo e amico di Mussolini, Leandro Arpinati (1892-1945) è stato una delle figure principali, e dal destino più insolito, nel regime fascista. Capo dello squadrismo bolognese, segretario del Fascio cittadino, vicesegretario del partito e podestà di Bologna, poi sottosegretario agli Interni, nel 1933 fu rimosso e spedito al confino. Finì isolato, ma non dimenticato, nella sua tenuta alle porte di Bologna. Dopo l’8 settembre 1943 rifiutò l’offerta di tornare a collaborare col duce, e anzi ebbe contatti con la Resistenza. Ma il suo nome era troppo legato al fascismo e il 22 aprile 1945, poche decine di minuti dopo l’arrivo degli alleati, un commando partigiano lo uccideva.
  Queste pagine ne ripercorrono la complessa vicenda umana e politica, di cui restituiscono le molteplici ombre.

  DAL TESTO - "Al nuovo segretario del partito Arpinati doveva comunque essere grato per aver definitivamente tolto di mezzo dalla scena politica bolognese il suo perenne rivale Grandi. Infatti Farinacci - non riuscendo a colpire il ministro dell'Interno Federzoni, colpevole, a suo avviso, di avere usato la mano forte per restaurare l'ordine pubblico all'indomani del 3 gennaio reprimendo le azioni squadristiche della "seconda ondata" - chiese e ottenne la testa del suo sottosegretario Grandi, che Mussolini decise di piazzare al sottosegretariato agli Esteri, direttamente alle sue dipendenze, imponendogli di trasferirsi definitivamente a Roma e di non occuparsi più né del partito né del fascismo bolognese. Il campo rimaneva così libero per l'ascesa di Arpinati a unico e incontrastato ras cittadino. In occasione dello scontro fra il partito e il Viminale, Arpinati non aveva mancato di strizzare l'occhio ai "selvaggi" del radicalismo provinciale alla Suckert, cavalcando il malcontento da questi espresso sia contro la politica nuovamente normalizzatrice del governo [...], sia contro lo stesso Farinacci, la cui gestione intransigente e intollerante del partito creava non pochi mugugni anche fra i suoi seguaci, riottosi a sentirsi imbrigliati in una rigida disciplina."

  L’AUTRICE - Brunella Dalla Casa ha diretto l’Istituto per la Storia della Resistenza nella provincia di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato Attentato al duce. Le molte storie del caso Zamboni (2001) e ha curato Malacappa. Diario di una ragazza 1943-1945 di Giancarla Arpinati (2004).

   INDICE DELL'OPERA - Prologo - I. Gli esordi politici - II. Dal primo al secondo fascio: la carriera di un fascista - III. Da Palazzo d'Accursio alla marcia su Roma: l'era dello squadrismo - IV. Il normalizzatore intransigente - V. Da federale a podestà: il governo di Bologna - VI. Sottosegretario all'Interno - VII. La fine politica: dimissioni, espulsione e arresto - VIII. Dal confino alla guerra: un'opposizione maturata - IX. Una fine violenta - Sigle e abbreviazioni - Note - Indice dei nomi