Willi Münzenberg, il megafono di Stalin Stampa E-mail

Martino Cervo

Willi Münzenberg, il megafono di Stalin
Vita del capo della propaganda comunista in Occidente

Edizioni Cantagalli, pagg.112, € 12,00

 

cervo_willi  IL LIBRO – Il capo della propaganda sovietica in Occidente ha svolto così bene il suo lavoro da essere uno sconosciuto. Eppure Wilhelm Münzenberg (1889-1940) ha fatto del comunismo una moda intellettuale.
  Editore, giornalista, ligio ai fini di Mosca quanto eterodosso nei mezzi, "Willi" realizza su scala europea un trust che ha i codici dell'impresa editoriale borghese ma è al servizio e al soldo del Comintern. Amico di Einstein, Mann, Grosz, è il santo patrono dei "compagni di strada": inventa le marce per la pace, la mobilitazione intellettuale di personaggi eminenti, le raccolte di firme per le buone cause. Salvato da Togliatti in un soggiorno a Mosca preludio alla rottura con Stalin, non sfuggirà al caos della Francia preda della Wehrmacht.
  Per la prima volta in Italia è qui ricostruita la sua storia.

  DAL TESTO – “Nel 1923 Lenin ha i primi attacchi del male che lo condurrà prima a perdere la parola, quindi la vita. Per Münzenberg è un anno decisivo: le sue attività si espandono con progressione geometrica, intramezzate da visite a Mosca (settembre e novembre). Nei mesi centrali dell'anno orchestra una grandiosa manovra propagandista: mentre nella regione del Basso Volga si continua a morire di fame, la Russia, mettendo il dito nella piaga dell'inevitabile fallimento delle società borghesi, si può permettere di inviare aiuti a una Germania che sta precipitando nella crisi. E quale espediente migliore per convogliare le spedizioni dell'Iah, che deve soltanto mobilitare uomini e mezzi cambiando direzione dei soccorsi: non più dalla Germania alla Russia ma viceversa, sempre all'insegna della solidarietà proletaria. È una mossa che garantisce a Willi un peso molto spendibile in patria, dove nel frattempo viene eletto per la prima volta nell'esecutivo della Kpd. Il quarto Congresso del Comintern, che si tiene a Pietrogrado e Mosca dal 5 novembre al 5 dicembre '23, è segnato dal crollo fisico di Lenin, che morirà un mese e mezzo dopo la fine dell'assise (21 gennaio '24). Münzenberg prende la parola in qualità di delegato dell'Iah, in un momento di incertezza dei rappresentanti sovietici, che fiutano il primo, decisivo cambio al vertice. Non può che salutare con entusiasmo il riavvicinamento tra Russia e Germania sancito dal trattato di Rapallo, pur ostico da digerire per l'ala sinistra del partito. Da un lato può parlare ai tedeschi un linguaggio diverso da quello della rivolta spartachista, dall'altro gli argomenti del tracollo economico sono un tema "oggettivamente" alleato del comunismo. È così che a Mosca può presentare i risultati del suo lavoro per la causa: una sigla al di sopra di ogni sospetto, l'Iah, già capace di operare discretamente ed efficacemente in difesa del comunismo. E di farlo dal Giappone (dove spedisce aiuti rivoluzionari dopo il devastante sisma del '23) agli Stati Uniti, per tacere ovviamente dell'Europa.”

  L’AUTORE – Martino Cervo è caporedattore del quotidiano «Libero». Con Mattia Ferraresi ha scritto Obama, l'irresistibile ascesa di un'illusione (Rubbettino, 2010).

   INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Ugo Finetti – Introduzione - I. Il garzone di Lenin - II. Da Mosca a Berlino - III. Il megafono di Stalin - IV. La guerra degli stregoni - V. Purghe - VI. A Mosca l'ultima volta - VII. Caccia all'uomo - VIII. Conclusione - Indice dei nomi