Sistemi totalitari e regimi autoritari Stampa E-mail

Juan J. Linz

Sistemi totalitari e regimi autoritari
Un'analisi storico-comparativa

Rubbettino, pagg.480, € 24,00

 

linz_sistemi  IL LIBRO – Che cosa distingue un “sistema totalitario” da un “regime autoritario”? E quali sono gli elementi che rendono il totalitarismo e l’autoritarismo modelli di organizzazione politica peculiari e specifici, con proprie caratteristiche interne e con autonomi meccanismi di funzionamento? Quali e quanti sono stati, nel corso del Novecento, i sistemi politici classificabili come “non democratici”? E quale è stata la loro diffusione nelle diverse aree del mondo?
  È a queste domande – al centro da decenni della riflessione scientifica – che cerca di rispondere questo saggio, considerato sin dalla sua uscita nel 1975 un classico della scienza politica contemporanea.
  Sulla base di un vasto materiale empirico, ricorrendo alla comparazione storica e a un rigoroso sforzo di concettualizzazione, Linz sviluppa una articolata classificazione dei regimi “non competitivi”, distinguendo tra una varietà di tipologie (dal totalitarismo all’autoritarismo, dal sultanismo al post-totalitarismo) e numerosi sottotipi (dai sistemi totalitari ideologici alle democrazie razziali, dai regimi autoritari di mobilitazione ai sistemi totalitari di partito).
  Quello che risulta è un quadro della storia politica del Novecento per molti versi innovativo, dal quale emergono con chiarezza le molteplici sfide e i differenti rischi che le democrazie hanno dovuto affrontare e superare prima di affermarsi e consolidarsi su una scala sempre più vasta.
  Ma la partita, avverte Linz, non è affatto conclusa. Totalitarismo e autoritarismo possono costituire, ancora oggi, una minaccia potenziale, soprattutto per quei sistemi democratico-competitivi alle prese con la crisi economica e con gravi problemi di funzionalità e legittimità. Questo libro, scritto con il rigore dello scienziato e animato da una grande passione per la libertà, ci aiuta a conoscere meglio i “nemici della democrazia”.

  DAL TESTO – “Il potere si concentra nelle mani del leader e dei suoi collaboratori, oppure in quelle di un gruppo specifico, consolidatosi durante la lotta per conquistare il potere e creare il regime. La solidità dell'élite viene rafforzata dalla convivenza dei suoi membri nell'ambito delle organizzazioni politiche, o dalla loro cooptazione da altri settori (tenendo in mente i necessari criteri di lealtà e di appoggio all'ideologia). In ogni caso ciò limita necessariamente l'autonomia di altre organizzazioni, quali le imprese industriali, le associazioni di categoria, le forze armate, gli intellettuali e così via. Questo gruppo ristretto condivide, in misura più o meno grande, la fede nell'ideologia, o l'immedesimazione con i suoi simboli, nonché la convinzione che qualunque decisione debba essere legittimata, o almeno razionalizzata, in termini ideologici. Ciò lo distingue da chi ha un atteggiamento più scettico nei confronti dell' ideologia stessa o ne è meno interessato e da chi, come gli intellettuali, è portato dalla propria vocazione a porre in dubbio l'ideologia del sistema. La medesima dinamica, tuttavia, avvicina il gruppo dominante a chi, senza sfidarne il potere, è disposto ad una elaborazione intellettuale dell'ideologia. L'elemento di elitismo così spesso rilevato nell'analisi dei sistemi totalitari è una conseguenza logica della ricerca del monopolio del potere. Il medesimo elemento è parimenti alla base dell'asprezza che assumono molti dei conflitti interni all'élite e dell'ostracismo o delle purghe che colpiscono i perdenti nella lotta per il potere. Molto più di quanto non avvenga nelle società democratiche, il potere diventa un gioco a somma zero.”

  L’AUTORE – Juan J. Linz (1925-2013), Sterling Professor Emeritus of Political and Social Science nella Yale University, è stato uno dei più influenti e conosciuti studiosi di politica comparata del mondo. Dopo gli studi in Spagna, si è trasferito negli Stati Uniti, dove ha iniziato una brillante carriera accademica. Ha insegnato per lunghi anni presso la Columbia University e ha tenuto corsi e seminari nelle principali università americane ed europee. Ha svolto studi fondamentali sull'evoluzione e trasformazione dei sistemi politici contemporanei, con una particolare attenzione per quelli autoritari e totalitari. Si è anche occupato di fascismo, federalismo e nazionalismo. Tra i suoi lavori disponibili in lingua italiana: La caduta dei regimi democratici (in collaborazione con P. Farneti e M. R. Lepsius, 1981), Il fallimento del presidenzialismo (in collaborazione con A. Valenzuela, 1995), Transizione e consolidamento democratico (in collaborazione con A. Stepan, 2000); Fascismo, autoritarismo, totalitarismo. Connessioni e differenze (2003), Democrazia e autoritarismo (2006).

  IL CURATORE - Alessandro Campi (1961) insegna Storia delle dottrine politiche, Scienza politica e Relazioni internazionali nell'Università di Perugia ed è direttore della «Rivista di Politica».

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione, di Alessandro Campi - Nota editoriale – Ringraziamenti - Ulteriori riflessioni sui regimi totalitari e autoritari – Introduzione - I sistemi totalitari - Autorità tradizionale e governo personale - I regimi autoritari - La posizione degli Stati nella tipologia: un tentativo di definizione e i suoi problemi - Note conclusive – Appendice – Postfazione - Il post-totalitarismo - Bibliografia generale