Guerra in pace Stampa E-mail

a cura di Robert Gerwarth e John Horne

Guerra in pace
Violenza paramilitare dopo la grande guerra

Bruno Mondadori, pagg.365, € 24,00

 

gerwarth_horne_guerra  IL LIBRO – La fine della prima guerra mondiale non portò immediatamente la pace in Europa. Da est a ovest, rivoluzioni, controrivoluzioni, contrasti etnici, pogrom, guerre d'indipendenza, conflitti civili e violenze fra stati animarono gli anni tra il 1917 e il 1923, sconvolgendo lo scenario politico di gran parte del Vecchio continente. Una o più di queste forme di violenza interessarono la Russia, l'Ucraina, la Finlandia, gli stati baltici, la Polonia, l'Austria, l'Ungheria; e ancora la Germania, l'Italia, i Balcani, il declinante impero ottomano, il Caucaso, l'Irlanda.
  Di tutti questi conflitti il paramilitarismo - che si tinse di diverso colore e di differenti ideologie a seconda dei luoghi, in una spirale di sangue che coinvolse le squadre fasciste come "i ragazzi di Lenin" in Ungheria - costituì una componente fondamentale. Il libro ne indaga le origini, le modalità d'espressione e le eredità lasciate, facendo conoscere al lettore protagonisti e contesti del periodo tra le due guerre poco esaminati oppure, finora, rimasti vaghi.

  DAL TESTO – “[…] l'Italia fu l'unico fra i paesi vincitori nel quale si ebbe un processo di "brutalizzazione della politica", attraverso l'uso della violenza paramilitare, paragonabile a quello avvenuto in Germania e in altri paesi dell'Europa orientale, con la peculiarità che la brutalizzazione investiva un sistema politico liberale che era divenuto sempre più, dall'inizio del secolo, una "democrazia in cammino".
  “La pratica della violenza politica da parte di gruppi paramilitari era stata introdotta in Italia subito dopo la fine della guerra da gruppi di ex combattenti, come gli arditi, i futuristi, i Fasci di combattimento fondati da Mussolini nel marzo del 1919, e il movimento dei legionari seguaci di Gabriele D'Annunzio che il 12 settembre 1919 occuparono, sotto il comando del poeta, la città di Fiume. Agitando lo slogan della "vittoria mutilata", questi gruppi diffusero la credenza che l'Italia, dopo aver vinto sul campo di battaglia i suoi nemici, fosse stata tradita dagli alleati al tavolo della pace, perché questi avevano rifiutato di accoglierne tutte le rivendicazioni territoriali come compenso per il contributo alla vittoria.”

  I CURATORI – Robert Gerwarth, professore di Storia europea, dirige il Center for War Studies dello University College Dublin. È autore dei libri The Bismarck Myth (Oxford University Press 2005) e Hitler's Hangman: The Life of Heydrich (Yale University Press 2011).
 John Horne è professore di Storia dell'Europa moderna al Trinity College Dublin. Tra le sue pubblicazioni, German Atrocities, 1914: A History of Oenial (con Alan Kramer, Yale University Press 2001).

   INDICE DELL’OPERA – 1. Il paramilitarismo in Europa dopo la Grande guerra. Un’introduzione, di Robert Gerwarth e John Horne - Parte prima. Rivoluzione e controrivoluzione - 2. Violenza paramilitare nelle guerre civili russe (1918-1920), di William G. Rosenberg - 3. Il bolscevismo come fantasia. Paura della rivoluzione e violenza controrivoluzionaria (1917-1923), di Robert Gerwarth e John Horne - 4. Combattere la Bestia rossa. Violenza controrivoluzionaria negli stati sconfitti dell’Europa centrale, di Robert Gerwarth - 5. Rivoluzione, guerra civile e terrore in Finlandia nel 1918, di Pertti Haapala e Marko Tikka - 6. La violenza paramilitare fascista e le originidel totalitarismo in Italia, di Emilio Gentile - Parte seconda. Nazioni, zone di frontiera e violenza etnica - 7. Bande di edificatori della nazione? Insurrezione e ideologia nella guerra civile ucraina, di Serhy Yekelchyk - 8. Trasformare i cittadini in soldati. I movimenti paramilitari baltici dopo la Grande guerra, di Tomas Balkelis - 9. Origini, attributi e lasciti della violenza paramilitarenei Balcani, di John Paul Newman - 10. La violenza paramilitare durante il crollodell’impero ottomano, di Ugur Ümit Üngör - 11. Da soldati a civili, da civili a soldati. Polonia e Irlanda dopo la prima guerra mondiale, di Julia Eichenberg - 12. La cultura britannica della violenza paramilitarenella guerra d’indipendenza irlandese, di Anne Dolan - 13. Difendere la vittoria. La politica paramilitare in Francia (1918-1926): un controesempio, di John Horne – Ringraziamenti – Elenco delle illustrazioni e delle cartine geografiche – Gli autori – Indice analitico