Gli anni spezzati. Il giudice Stampa E-mail

Mario Sossi con Luciano Garibaldi

Gli anni spezzati
Il giudice
Nella prigione delle BR

Edizioni Ares, pagg.256, € 14,80

 

sossi_garibaldi_gli_anni_spezzati_il_giudice  IL LIBRO – Per 35 giorni in balia di due fantasmi incappucciati di cui si ignora tutto tranne la fredda determinazione: pronti a uccidere. Fu questa la condizione in cui visse, da giovedì 18 aprile a giovedì 23 maggio 1974, prigioniero delle Brigate Rosse, il giudice Mario Sossi. Quattro anni dopo, egli ricostruì nei minimi particolari, con l’aiuto dell’amico e giornalista-storico Luciano Garibaldi, la sua allucinante avventura. Lo fece con spietata sincerità, prima di tutto verso sé stesso, per tener fede a un impegno preso tacitamente durante quegli interminabili giorni nel «carcere del popolo»: spiegare agli italiani, soprattutto ai giovani, quale spaventosa ideologia di morte si nascondesse dietro l’utopia rivoluzionaria. E lo fece sebbene non mancasse chi lo sconsigliava, data la sua condizione di «condannato a morte in l ibertà provvisoria», ribadita dai capi brigatisti il 22 maggio 1978 nell’aula di giustizia di Torino dove venivano processati.
  Da questa sua testimonianza è tratta la fiction televisiva «Gli anni spezzati. Il giudice», prodotta dalla Albatross Entertainment e diretta dal regista e sceneggiatore Graziano Diana, Premio Acqui Storia 2013 «La storia in Tv». Ma il libro che, edizione dopo edizione, si impone come un classico degli «anni di piombo», è anche una storia d’amore, l’amore di un uomo per la propria moglie, di una donna per il proprio marito. È la cronaca commovente di un dialogo a distanza tra il giudice Sossi e sua moglie Grazia, sullo sfondo del quale si muovono protagonisti grandi e piccoli di una delle pagine più drammatiche della storia italiana contemporanea.

  DAL TESTO – “Li ho analizzati attentamente, questi rumori: c'è un cane che ogni tanto abbaia, ed è sempre quello; poi una sirena di stabilimento che suona a ore fisse, forse a mezzogiorno e alle diciassette; ogni tanto sento il rombo di qualche motore: automobili o motociclette. Raramente, però. Non sento né autobus, né clacson, né voci di persone, né musica e non c'è alcun rumore di fondo, per quanto i pannelli insonorizzanti della cella potrebbero grandemente attutire, se non eliminare, il brusìo uniforme tipico delle città. Da tutti questi elementi escludo di essere in una città. Dal tipo di pressione e di atmosfera, escludo altresì di essere in alta montagna o sulla riva del mare: condizioni che conosco troppo bene per potermi ingannare. Potrei essere nelle vicinanze di un lago, questo sì.
  “Questa maledetta cella non ha vie d'uscita. Camminando centinaia, migliaia di volte avanti e indietro sulla stuoia di cocco nocciola che ricopre il pavimento (tre passi, poi dietro front, altri tre passi, poi dietro front dalla parte opposta, per evitare che mi giri la testa) ho capito che botole non ce ne sono. Ho persino spostato la branda, per saggiare tutto il pavimento, simulando la caduta di qualche oggetto (il fazzoletto, un libro) sotto il letto, perché i carcerieri possono sempre vedere, da fuori, attraverso "un occhio magico", quel che sto facendo.
  “Niente, non c'è niente da fare: dalla parte del pavimento, di sicuro, non si esce.
  “Il flusso di questi pensieri è interrotto dall'arrivo del Gregario che viene a portarmi la "camomilla". Entra senza dire una parola, una sorta di figura spettrale, con quel cappuccio che me ne nasconde i pensieri prima ancora che i connotati, la tuta blu, le pantofole che ne attutiscono i passi, gli occhi neri che evitano di guardare dritto nei miei, mentre appoggia la tazza con l'intruglio ai piedi della branda.”

  GLI AUTORI – Mario Sossi, entrato in magistratura nel ’58, all’atto del suo rapimento era sostituto procuratore a Genova. In seguito divenne sostituto procuratore generale, consigliere presso la seconda sezione penale della Suprema Corte di Cassazione, avvocato generale presso la Corte d’Appello di Genova, infine presidente della prima sezione penale della Corte Suprema. Ha militato negli Alpini ed è ufficiale in congedo. Ha conseguito la specializzazione in Criminologia clinica e ha all’attivo numerose pubblicazioni.
  Luciano Garibaldi, giornalista e storico, ha scritto oltre 40 libri. Tra i maggiori successi, Un secolo di guerre (White Star), tradotto anche in cinese, La pista inglese. Chi uccise Mussolini e la Petacci (Ares), Gli eroi di Montecassino. Storia dei polacchi che liberarono l’Italia (Oscar Storia Mondadori).

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione, di Luciano Garibaldi - I. "Le hai cercate, le Brigate Rosse!". Genova, venerdì 19 aprile 1974 - II. Incubi e canzoni alpine. Genova, lunedì 22 aprile - III. "Mettiti in ginocchio!". Genova, mercoledì 24 aprile - IV. "Fucilatemi subito". Genova, sabato 27 aprile - V. Il processo tra Kafka e Stalin. Genova, sabato 4 maggio - VI. Chi ha paura di morire. Genova, lunedì 6 maggio - VII. L'aldilà deve esistere. Genova, martedì 7 maggio - VIII. "Consulente" delle BR. Genova, mercoledì 8 maggio - IX. La Dc è divisa. Genova, domenica 12 maggio – X. Risotto e biscotti al maraschino. Genova, sabato 18 maggio - XI. Ti ammazzerò io. Genova, mercoledì 22 maggio - XII. Va be', metti giudizio. Genova, venerdì 24 maggio - XIII. Le "strane interviste" - XIV. Quattro anni dopo – Appendice - Comunicato n. 1 delle BR - Comunicato n. 2 delle BR - Messaggio dei GAP genovesi delle BR - Comunicato n. 3 delle BR - Comunicato n. 4 delle BR - Comunicato n. 5 delle BR - Comunicato n. 6 delle BR - Ordinanza della Corte di Assise di Appello di Genova - Comunicato n. 7 delle BR - Comunicato n. 8 delle BR - Operazione Girasole (documento interno delle BR) - Intervista di Mario Sossi al "New York Times" - Note