Il concorso esterno nel reato di associazione mafiosa Stampa E-mail

Vincenzo Ianni

Il concorso esterno nel reato di associazione mafiosa
La nuova dimensione relazionale delle associazioni di tipo mafioso

Falco Editore, pagg.240, € 18,00

 

ianni_concorsoesterno  IL LIBRO – L’opera si incentra sulla disamina di uno degli aspetti più significativi dell’agere delle consorterie criminali di natura mafiosa, vale a dire il fenomeno del cd. concorso esterno. Locuzione, questa, che indica quelle condotte di ausilio alle congreghe mafiose da parte di soggetti non organici alle stesse.
  Si tratta di una nuova dimensione relazionale delle associazioni mafiose, che consente alle stesse di acquisire perigliose aderenze al tessuto civile.
  Il volume analizza la congerie di ermeneutiche che ha caratterizzato il dibattito in merito alla configurabilità di un concorso esterno nel reato di cui all’art. 416-bis c.p. In tale contesto, il libro prospetta un’analitica evoluzione delle soluzioni giurisprudenziali sul tema, in uno alla disamina delle posizioni assunte dalla dottrina; evoluzione, in esito alla quale può dirsi che il concorso esterno abbia ormai una propria autonomia concettuale nel tessuto normativo penalistico.
  Prius
logicamente necessitato di tale disamina è l’analisi del reato contemplato dall’art. 416-bis c.p. e dei macrofenomeni criminali italiani di matrice mafiosa che interessano il territorio nazionale: Cosa Nostra, ’Ndrangheta, Camorra, Sacra Corona Unita, Stidda e Basilischi. Del pari, ontologica e consequenziale preliminarietà presenta il vaglio della figura del partecipe, quid strumentale alla verifica di quale spazio residui e connoti le condotte di concorso esterno.
  Condotte che disvelano una endemica peculiarità criminogena delle mafie italiane moderne, protese ad affrancarsi dal corredo di dialettiche violente che storicamente ha caratterizzato il loro modus operandi.
  Ne discende una nuova tipologia di associazione mafiosa, “compartecipata” da politici, imprenditori, professionisti, esperti di finanza, tutti orbitanti a margine della complessa architettura delittuosa dei sodalizi, in nome di un lucroso sposalizio d’intenti. Sono queste le teste di ponte che consentono alle congreghe malavitose di ingerirsi in ogni contesto produttivo con una nuova interfaccia, che offusca la percezione, da parte della collettività, del disvalore sociale e giuridico di esse.
  Ne deriva una mafia più “civile” e una società civile più “mafiosa”.
  Efficace mimetismo e duttilità organizzativa, senza smarrire l’arcaica auri sacra fames, sono gli stilemi che presentemente connotano le associazioni mafiose italiche in esito al processo di affinamento delle loro metodiche operative che si è registrato negli ultimi trent’anni.
  Il prefato quadro impone la riflessione per la quale una mafia silentemente allineata alle diverse componenti della società è forse più insidiosa di una che manifesta la sua presenza in maniera evidente, in quanto riesce ad attrarre nella propria orbita porzioni sempre più consistenti di società civile.

  DAL TESTO – “[…] alla luce delle ermeneutiche più recenti riduttivo ed ormai superato appare quel risalente orientamento che limitava la configurabilità del concorso esterno alle contingenze di crisi della compagine.
  “Significativa di tale percorso interpretativo è quella pronuncia in cui si legge che il concorrente eventuale è quel soggetto che non intende far parte dell' associazione - e che quest' ultima non vuole attrarre nella propria orbita - e che viene contattato allorquando il sodalizio versi in una situazione per cui si renda necessario attingere a risorse esterne, al fine di superare un momento di difficoltà (dettato, ad esempio, dal bisogno di sopperire alla vacanza di un determinato ruolo).
  “Nell'ambito di tale contesto fattuale il contributo fornito dall'extraneus può essere anche soltanto episodico, purché risulti determinante per la vita della congrega.
  “Quello prospettato è un filone ermeneutico inaugurato dalla Suprema Corte con la sentenza n. 16 del 1994, e seguito dai Giudici di Piazza Cavour in altre sporadiche decisioni, intervenute nella seconda metà degli anni '90 del secolo scorso.”

  L’AUTORE – Vincenzo Ianni, nato a Cinquefrondi (RC) l'11 marzo 1982, è avvocato, autore di pubblicazioni - nell'ambito di riviste giuridiche - in materia di diritto penale, civile e amministrativo. Ha collaborato alla redazione del Trattato dei nuovi danni, edito da CEDAM nel 2011, ed è autore della monografia Coppie di fatto e conviventi more uxorio: profili giuridici e soluzioni giurisprudenziali (Nel diritto Editore, 2010). Ha vinto il Premio giuridico "Napoli Cultural Classic", edizione 2011 , con l'elaborato dal titolo: "Ubi tu ibi ego": il reato di atti persecutori nei suoi aspetti fenomenici e profili giuridici.

   INDICE DELL’OPERA – Presentazione - Prefazione - Introduzione. Le nuove mafie come Giano bifronte - Capitolo I. L'art. 416-bis c.p. (1. La genesi della norma - 2. Il reato di associazione mafiosa - 2.1. Le caratterizzazioni generali del reato di associazione mafiosa - 2.2. Gli stilemi dell'associazione di tipo mafioso - 2.3. Il cd. metodo mafioso - 2.4. Le finalità dell'associazione di stampo mafioso - 2.5. Le associazioni mafiose italiane - 2.5.1. Cosa Nostra - 2.5.2. 'Ndrangheta - 2.5.3. Camorra - 2.5.4. Sacra Corona Unita - 2.5.5. Stidda - 2.5.6. Basilischi - 2.6. La figura del partecipe: gli stilemi definitori - 2.7. La figura dell'avvicinato - 2.8. I profili probatori - 2.9. La responsabilità del partecipe per i reati commessi dagli associati - 2.10. Le circostanze aggravanti ed attenuanti del reato di associazione mafiosa - 2.10.1. La circostanza aggravante di cui all'art. 416-bis, 2° comma c.p. - 2.10.2. La circostanza aggravante di cui all'art. 416-bis, 4° comma c.p. - 2.10.3. La circostanza aggravante di cui all'art. 416-bis, 6° comma c.p. - 2.10.4. La circostanza aggravante di cui all'art. 71, 1° comma del codice antimafia (d.lgs. 6 settembre 2011, n. 159) - 2.10.5. La circostanza aggravante di cui all'art. 7 del d.l. 13 maggio 1991, n. 152, convertito dalla l. 12 luglio 1991, n. 203 - 2.10.6. La circostanza attenuante di cui all'art. 8 del d.l. 13 maggio 1991, n. 152, convertito dalla l. 12 luglio 1991,n. 203 - 2.10.7. La circostanza aggravante di cui all'art. 4 della 1.16 marzo 2006, n. 146 - 3. Il rapporto tra il reato di associazione mafiosa e la previsione di cui all'art. 74 del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309) - Capitolo II. L'evoluzione della categoria giuridica del concorso esterno nell'ambito del reato di associazione di tipo mafioso (1. Premessa - 2. Il dibattito sulla configurabilità del concorso esterno in associazione mafiosa - 2.1. La tesi negazionista - 2.2. La tesi mediana - 2.3. La tesi possibilista) - Capitolo III. Il concorso esterno in associazione mafiosa: una sostanziale valenza giuridica (1. L'elemento oggettivo - 2. L'elemento soggettivo - 3. Gli stilemi del concorso esterno alla luce dell'evoluzione ermeneutica giurisprudenziale - 4. Il nesso causale - 5. Il concetto di rafforzamento dell'associazione mafiosa - 6. La cd. "contiguità indotta" nell'ambito dell'imprenditoria) - Capitolo IV. Le forma tipizzate di contiguità al fenomeno mafioso (1. Il patto di scambio mafia-politica - 1.1. Il quadro normativo di riferimento - 1.2. L'art. 416-ter c.p. - 1.3. Il patto di scambio politico-mafioso: gli stilemi definitori - 2. L'art. 378 c.p. - 3. L'art. 418 c.p.)