Santi sociali e laici del Piemonte Stampa E-mail

Gian Mario Ricciardi

Santi sociali e laici del Piemonte

Priuli & Verlucca Editori, pagg.208, € 8,90

 

ricciardi_santisociali  IL LIBRO – Torino, città di santi con un "chiodo fisso": i poveri. Torino ieri come oggi con le porte aperte e le luci nella notte per chi vive nelle periferie della città, dell'anima e dei cuori. Don Bosco, il Cottolengo, il Cafasso, il Faà di Bruno, Giulia di Barolo. Pochi nomi per un fenomeno, unico al mondo. Mai nessuna città ha avuto tra il 1811, l'anno in cui nasce Giuseppe Cafasso, e il 1888, l'anno in cui muore don Bosco, una così altra concentrazione di vite straordinarie, giovani preti che, immersi nelle condizioni da "terzo mondo" della città, hanno fatto, senza se e senza ma, la scelta preferenziale dei poveri. Certo ognuno con la sua congregazione, ognuno con i sui difetti e la paura di vedersi portar via da altri i benefattori, ma con la cristallina trasparenza di chi lavora accanto a Dio, di chi teme, come è accaduto ai discepoli di Emmaus, di aver camminato accanto a Gesù senza riconoscerlo. Torino città dei santi che hanno trasformato le parole in fatti: convitti per i giovani, ospedali per i malati, scuole per i giovani, cortili per i ragazzi.A volte tettoie improvvisate, a volte rifugi contestati dai soliti benpensanti, a volte sogni svaniti. Non importa. Conta, invece, che le tracce e le impronte della solidarietà non sono evaporate al sole. Sono il "valore aggiunto" di Torino e del Piemonte. Ho raccontato le loro storie perchè i loro slanci, la generosità, la bontà sono diventati altre storie, altra solidarietà, altra accoglienza che nessuna crisi riuscirà mai a cancellare. Preti, suore, ma anche laici, industriali, commercianti,credenti e non, che dai "santi sociali" hanno preso gli stessi ideali e le medesime passioni. I loro passi di una Chiesa a piedi nudi sono quelli di chi sa che Dio (qualunque sia il nostro Dio), alla fine ci aspetta alla frontiera.

  DAL TESTO – “Ma andava anche alle Torri e nelle Forzate dove erano rinchiuse le donne e al Correzionale. Queste le scene descritte dal Di Robilant, il primo a scriverne la vita: «Un miscuglio di pervenuti e di inquisiti; di condannati che vi venivano dalle carceri della provincia per la lettura della sentenza e di altri che vi risiedevano in espiazione della pena; di giovani quasi innocenti e di uomini depravati, rotti ad ogni delitto e sozzura».
  “Memorabile l'affresco che di lui e delle impiccagioni fanno i cronisti del tempo. «Al tocco della campana si raduna gente da ogni parte; si forma un lugubre corteo; ed in mezzo ad una turba di soldati di giustizia appare sul carro un uomo legato, già con la corda al collo, avente ai fianchi i carnefici ed un prete che gli raccomanda l'anima. Quel prete è Giuseppe Cafasso che, durante il percorso, lo conforta e quasi per sottrarlo alla vista della gente gli tiene di fronte un quadro della Madonna».
  “Ed ecco le ultime parole, prima dell'esecuzione: «Coraggio, mio caro; tra poco vi troverete in Paradiso a pranzare con gli angeli. Quando vi sarete, pregate per me ed otteneterni di andarvi presto anch'io». È storia di costante tranquillità e di singolarissima pazienza. Sessantotto i condannati che Cafasso ha accompagnato al patibolo. Li chiamava i «santi impiccati».”

  L’AUTORE – Gian Mario Ricciardi è giornalista professionista dal 1977, ha iniziato la sua attività al quotidiano cattolico Avvenire per passare poi alla Gazzetta del Popolo a Stampa Sera e a La Stampa. Attualmente è capocronista della Rai in Piemonte dove segue gli avvenimenti di cronaca e costume per il Tg regionale e per Tg1, Tg2, Tg3; si occupa di informazione religiosa con una rubrica settimanale dal titolo «Percorsi di fede» e di servizi per «A sua immagine» di Raiuno. Fra i libri che ha pubblicato si ricordano: Il Paese della Bela Rosin; Novecento nel Roero; Ernesto Olivero, testimonianza e profezia; Santi sociali in Piemonte e Santi e laici. I «Giusti» del Piemonte.

   INDICE DELL’OPERA – Prefazione - Due passi indietro (Il prete delle colline, eroe discreto dell'assedio di Torino - Maria Degli Angeli, Carmelitana santa - Madre Maria Degli Angeli, dalle orfane a Dio - Amedea Vercellone, Cappuccina del silenzio - Rosa Govone, un'umile grande donna) - Torino: gli anni speciali (Cafasso, il prete della forca - La «Volta Rossa» del Cottolengo - Il sorriso giusto di Francesco Paleari - Fratel Andrea Bordino, il« Cottolengo» del Roero - La tettoia di don Bosco - Michele Rua, il fedelissimo - Filippo Rinaldi, il padre buono - Le suore del «giocoliere» (Maria Mazzarello, Maddalena Morano) - Giulia, Tancredi e le ragazze dei poveri - Giulia e il suo Tancredi di Barolo - Enrichetta di Dio - Gli artigianelli del Murialdo - I poveri di don Orione - I missionari di don Allamano - Francesco Faà di Bruno, un italiano trascurato - Pier Giorgio Frassati, uno come noi) - Parroci, religiosi e laici dal cuore grande (Federico Albert, il buon pastore di Lanzo - Clemente Marchisio, il prete delle Albertine - Giovanni Maria Boccardo, primo «prete di strada» - Don Luigi Boccardo - Giovanni Battista Pinardi, il parroco di San Secondo - Paolo Pio Perazzo, il ferroviere santo - Luigi Balbiano, un «vice» con i fiocchi - Francesco Chiesa, il «Cafasso» dell'Albese - Teodoreto Garberoglio, il maestro - Bartolomeo Menochio, il confessore - Pio Brunone Lanteri, il predicatore - Ignazio di Santhià, il frate santo - Giuseppe Picco, il consigliere - Antonio Rosmini, abate incompreso - Maria Cristina, una regina speciale - Il frate che assolse Galileo) - Cuori puri (Gli occhi trasparenti di Domenico Savio - Teresa Bracco, la Goretti del XX secolo - I diciott'anni splendidi di Chiara Luce - Don Stefano Gerbaudo - Monsignor Luigi Novarese. L'angelo dei malati) - Martiri per gli altri (Don Secondo Pollo, il beato degli Alpini - Giuseppe Girotti, martire a Dachau) - Suore e sante (Francesca Rubatto, l'angelo dei malati - Le donne di Flora - La strada di Anna Michelotti - Le case di suor Michel di Alessandria - La famiglia di suor Giuseppina Bonino a Savigliano) - Vescovi «doc» (Edoardo Giuseppe Rosaz. «Il Cottolengo della Valsusa» - San Giuseppe Marello, prete dei giovani, prete degli anziani) - Missionari eccezionali (Callisto Caravario, dal Valdocco alla Cina - Lo chiamarono «Abuna Messias» - L'Africa di Angelico da None - Giuseppe Maria Gambaro, martire in Cina - Luigi Variara, l'amico dei lebbrosi) - I giornali di don Alberione (Timoteo Giaccardo, il beato dei mass media - L'avventura di Tecla Merlo) – Impronte (Volti di giusti tra la gente - Adriano Olivetti, imprenditore illuminato - Nicola Grosa, il compagno santo - Olga Villa, la Schweizer di Torino - Attilio Zanaboni, il «Perlasca» di San Salvario - Ad Asti, tre «giusti tra le nazioni» - Giuseppina Gusmano, di Casale, tra i «Giusti» - Moncalvo e le sue Scuole Operaie - Leumann, un villaggio da imitare - Le mani e il cuore di Giuseppe e Teresio Borsalino - Il «Rifugio» valdese di Amedeo Bert - Cronilde Del Ponte Musso, la «zia» di Novara - Taparelli, «Richelieu» dei poveri - Giuseppina, l'angelo delle mondariso di Vercelli - La contessa di Alessandria e i suoi giovani - Lia, l'angelo dei barboni)