Dio salvi lo zar Stampa E-mail

Francesco Randazzo

Dio salvi lo zar
Pëtr Arkad'evič Stolypin
Un riformatore nella Russia zarista

Loffredo Editore, pagg.264, € 16,50

 

randazzo_stolypin  IL LIBRO – «Noi abbiamo bisogno di pace: una guerra durante i prossimi anni e specialmente in nome di una causa che la popolazione non potrebbe capire, sarebbe fatale per la Russia e per la dinastia. La Russia sta crescendo di anno in anno; l’autocoscienza e la pubblica opinione si stanno sviluppando nella nostra terra. Non ci si deve far beffa delle nostre istituzioni parlamentari. Comunque imperfette, la loro influenza ha portato avanti un radicale cambiamento. La Russia resisterà e sarà vittoriosa solo in una guerra popolare». Il 28 luglio 1911, quaranta giorni prima della sua morte, Stolypin espresse in questi termini i suoi sentimenti ad Aleksandr Petrovič Izvol’skij, allora ambasciatore russo in Francia. È questa la miglior risposta a chi lo accusa di essere stato un antiparlamentare convinto e un ottuso fanatico di fede monarchica. Lo zar Nicola II, uno dei sovrani più irresoluti della dinastia dei Romanov, non comprese l’ambizioso progetto del suo primo ministro e guidò fatalmente la Russia verso il suo destino “rivoluzionario”.

  DAL TESTO – “Sostenitore della proprietà contadina individuale, Stolypin si confermò, sin dalle prime relazioni allo zar, attento fautore di un'apertura in senso liberale del regime zarista seppur operando nella cornice del progetto autocratico. L’interesse che mostrò verso il problema contadino, e agrario in genere, si caricava di una valenza significativamente antireazionaria e per questo motivo, lungi dal rappresentare un fattore di conservazione, l'opera di Stolypin impresse fiducia tra quei burocrati dello Stato che partecipavano con entusiasmo alle iniziative di modernizzazione dell'impero.
  “Sarebbe errato, però, considerare Stolypin un uomo intento a favorire l'avanzamento dei partiti liberali. Al contrario, ogni qualvolta Stolypin parlava, metteva in campo non solo la sua opinione ma quella della macchina imperiale come quando affermava che l'inerzia del potere avrebbe portato all'anarchia mentre il governo non poteva essere un apparato di debolezza. Di questa sua tenacia ne era convinto il leader del partito cadetto Pavel Miljukov il quale scrisse nei suoi ricordi che Stolypin, "espressione della fermezza del potere" sarebbe stato pronto a scavalcare e sacrificare molti sulla sua strada. L'opera condotta a favore della classe contadina non gli fece mai dimenticare i doveri verso lo zar e la lealtà verso lo Stato. Al contrario, era proprio in virtù di aiutare la monarchia a trovarsi un nuovo alleato tra i futuri contadini arricchiti che egli agiva. Il "boia sanguinario" (krovavyj polac), come alcuni storici marxisti definirono Stolypin, sentiva però fortemente gli obblighi morali verso i contadini e in questo non vi era alcuna dietrologia politica o al contrario qualunquismo morale. Proprio perché a lui stesso interessava scagionare i contadini dalla colpa di essere l'elemento negativo e improduttivo della società, cercò di battere ogni strada pur di raggiungere un efficientisrno agricolo sino ad allora sconosciuto.”

  L’AUTORE – Francesco Randazzo (1970) è docente di Storia dell’Europa Orientale presso l’Università degli Studi di Perugia. Ha lavorato come consulente per l’Archivio storico dello Stato Maggiore dell’Esercito di Roma. Autore di saggi e monografie sui temi della Russia tardo-imperiale, collabora con istituzioni accademiche internazionali tra cui l’Università Statale di San Pietroburgo, l’Università di Targu Mures in Romania, il Centre d’Etudes Slaves dell’Università La Sorbonne di Parigi e l’Università L’Orientale di Napoli. Scrive per “Russia Oggi”, inserto italiano del Rossiyskaya Gazeta organo ufficiale delle Istituzioni russe, e “East Journal”, testata on-line d’informazione sui paesi dell’Europa orientale.

   INDICE DELL’OPERA – Nota per il lettore - Parte prima. Stolypin e il suo tempo – Prefazione - Introduzione - Capitolo I. Ritratto di uno statista - Capitolo II. Nicola II, Stolypin e la Duma: un rapporto difficile - Capitolo III. Nel vortice rivoluzionario russo: La fine del sogno agrario - Capitolo IV. Stolypin, tra riforme e consevazione. Un bilancio storiografico - Parte seconda. Stolypin nelle testimonianze di alcuni suoi contemporanei - Lettera dell'ambasciatore italiano a San Pietroburgo, Giulio Melegari, al ministro degli Esteri italiano, sull'ingresso nella politica governativa di Pëtr A. Stolypin (25 settembre 1906) - Lettera dell'ambasciatore italiano a San Pietroburgo, Giulio Melegari, al ministro degli Esteri italiano sulla morte di P. Stolypin (22 settembre 1911) - Come muoiono gli eroi. Memorie di Pëtr Arkad'evič Stolypin. Dalla Rivista Sel'skij Vestnik del 1912 - P. A. Stolypin, il nazionalista. Discorso del professor Pavel Kovalevskij al "Circolo internazionale del nazionalismo" - P. A. Stolypin. Discorso del membro della Duma di Stato, il conte Vladimir A. Bobrinskij, pronunciato il 9 ottobre 1911 presso il "Circolo degli amanti dell'arte oratoria” - P. A. Stolypin. Ricordi di mio padre. Capitoli tratti dal libro di Marija Fon Bok, Vspominanija o moëm otce - Memorie fotografiche – Glossario - Bibliografia – Indici - Indice dei nomi - Indice dei luoghi