«Prigionieri nel nostro mare» Stampa E-mail

Alice Martini

«Prigionieri nel nostro mare»
Il Mediterraneo, gli inglesi e la non belligeranza del «Duce» (1939-1940)


Edizioni dell'Orso, pagg.260, € 20,00

martini prigionieri  IL LIBRO – L'avventura italiana nel secondo conflitto mondiale cominciò il 10 giugno 1940. L'alleato tedesco vi era già impegnato da nove mesi, cioè da quando aveva invaso la Polonia, il 1° settembre 1939, causando l'intervento di Francia e Gran Bretagna. Perché, dunque, Mussolini, che il 22 maggio 1939 aveva firmato con Hitler un'alleanza militare, nota come Patto d'acciaio, non aveva immediatamente incrociato le armi? Questo volume cerca di chiarire i motivi per cui il «Duce», prima, scelse la strada della non belligeranza, poi, dopo molte incertezze, optò per scendere in campo al fianco del «Führer».
  Il volume, basato su una ricca documentazione archivistica e su un'ampia bibliografia, italiane e straniere, ruota attorno all'evoluzione dei non lineari rapporti tra Roma e Berlino, da un lato, e Roma e Londra, dall'altro. Gli esiti di tale partita diplomatica non furono, in realtà, affatto scontati, perché al tavolo da gioco la posta si era fatta ultimativa e Mussolini rimase a lungo indeciso se spingere l'azzardo fino alla logica del «o la va o la spacca». Lo attirava il miraggio di conquistare la supremazia nel Mediterraneo, «Mare Nostrum», di cui gli inglesi detenevano le chiavi, ma lo atterriva l'idea, oltreché di una guerra lunga, insostenibile per l'Italia, di un'Europa egemonizzata dai camerati tedeschi.

  DAL TESTO – "Il regime pretendeva infatti che la formula della non belligeranza non fosse solo un espediente retorico: essa mirava a far capire la distanza che passavo tra l'Italia e un semplice paese neutrale. Quest'ultimo poteva dichiararsi tale perché il conflitto dal quale si defilava era estraneo agli interessi e agli obiettivi della propria politica estera. Viceversa, tuonava il «Duce», un non belligerante era interessato a ciò per cui si combatteva, pur essendo temporaneamente impossibilitato a partecipare alle operazioni militari. E ciò valeva tanto più per l'Italia desiderosa, da un lato, di non rinunciare all'alleanza con la Germania, dall'altro, di diversificare con il «pied'arm!» la sua posizione dal partner tedesco. Londra doveva insomma capire che l'Italia non era l'Olanda e se dunque concedeva qualcosa agli italiani, specie in una materia tanto delicata come quella delle comunicazioni tra la madrepatria e le colonie, non creava un precedente, ma si dimostrava semmai ben disposta a continuare le trattative, contraccambiando la fiducia che gli italiani avevano già iniziato a nutrire nei suoi confronti. «Il non accogliere tale richiesta potrebbe avere una sola giustificazione: la diffidenza, nel qual caso egli [Giannini, n.d.a.] non avrebbe nulla da replicare e ogni discussione sarebbe inutile. [... ] Giannini mette in rilievo che gli inconvenienti segnalati dipendono dal fatto che il controllo anziché esercitarsi come dovrebbe saltuariamente avviene ormai sistematicamente. Il sospetto diventa la regola anziché l'eccezione, e le difficoltà di controllo si accrescono in proporzione»."

  L'AUTRICE – Alice Martini è docente a contratto presso la California State University-International Program in Florence e collabora con il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Pisa. Nel 2009 alla sua tesi di dottorato di ricerca in Storia e sociologia della modernità è stato attribuito il «Premio Spadolini Nuova Antologia».

  INDICE DELL'OPERA – Premessa, di Paolo Nello - Introduzione - Lista delle abbreviazioni – I. Il brusco risveglio europeo (Il fallimento del sistema di Monaco - Il Patto d'acciaio - La crisi polacca) – II. L'Italia rimane «alla finestra» (Perché la non belligeranza - Il «blocco dei neutri» e il «blocco navale» - La commissione mista permanente anglo-italiana - La guerra per il carbone. A chi vende l'Italia? - Ciano contro Mussolini? - Chi decide la politica estera italiana?) – III. La svolta? (La Guerra d'inverno - L'Ufficio Guerra Economica - Luca Pietromarchi - I «dubbi» sui traffici italiani e la questione del carbone - Il carbone tedesco - La lettera del 5 gennaio - Il tentativo inglese di controllare l'Italia - A Londra si dibatte - Percy Loraine - Il «Duce» sceglie i tedeschi) – IV. Verso l'intervento (Ribbentrop a Roma e l'incontro al Brennero - Il «promemoria segretissimo», la guerra parallela e le Forze Armate - Ultime speranze a Londra - L'Ufficio Guerra Economica torna protagonista) – Appendice (Primo «rapporto Pietromarchi» - Secondo «rapporto Pietromarchi») - Indice dei nomi - Indice generale