Südtirol. Storia di una guerra rimossa Stampa E-mail

Mauro Marcantoni - Giorgio Postal

Südtirol
Storia di una guerra rimossa (1956-1967)


Donzelli, pagg.XIV-114, € 17,50

marcantoni sudtirol  IL LIBRO – Una pagina rimossa della recente storia nazionale, spesso segnata da equivoci e letture riduttive: quella del terrorismo sudtirolese, che interessò per oltre dieci anni (dal 1956 al 1967) un'area ben più vasta della regione Trentino-Alto Adige, dove ebbe il suo epicentro. I semplici numeri – oltre 300 attentati e almeno una decina di stragi evitate in modo fortuito – dimostrano che non fu un fenomeno circoscritto, riconducibile a un esiguo gruppo di nostalgici: seguendo la pressante cronologia dei fatti, il libro racconta il complesso intreccio di ragioni e di contro ragioni che hanno provocato, e alla fine risolto, una drammatica sequenza di esplosioni e di aggressioni che sembrava non aver mai fine. Un intreccio che ha via via visto schierati la politica, l'esercito, i servizi segreti, le diplomazie d'Italia e Austria, e soprattutto i protagonisti locali, sudtirolesi, trentini e altoatesini. Per mettere un po' di ordine e fare chiarezza in una vicenda tanto complessa e sbrigativamente rimossa dalla memoria collettiva, il volume ricostruisce la genesi del fenomeno terroristico: dalla fase iniziale, spontaneistica e autoctona, a quella organizzata dal Befreiungsausschuss Südtirol (Bas), il principale gruppo terroristico operante per la causa sudtirolese, fino alla fase conclusiva – che fu anche la più cruenta – d'ispirazione neonazista e pangermanista. La riconciliazione tra i gruppi etnici conviventi nella regione Trentino-Alto Adige/Südtirol fu il frutto della lunga e paziente ricerca di una soluzione politica condivisa, che richiese il superamento di posizioni nazionalistiche da un lato, e d'intransigenze ideologiche e localistiche dall'altro. Le affascinanti pagine di questo libro mostrano come l'intera vicenda di questa stagione dimenticata possa oggi essere considerata un esempio virtuoso e attuale: è la storia di come sia stato possibile trasformare un tempo di guerra – con centinaia e centinaia di attentati, con alberghi requisiti e trasformati in caserme, con il coprifuoco e la necessità di visti d'ingresso dall'Austria –, in un tempo di pacifica convivenza e di fattiva collaborazione tra appartenenze, culture e gruppi linguistici diversi.

  DAL TESTO – "Il regime fascista avviò [...], in Sudtirolo, una feroce politica di snazionalizzazione. Ideatore e propugnatore ne fu Ettore Tolomei (Rovereto, 1865 - Roma, 1954), fondatore della rivista «Archivio per l'Alto Adige» ed estensore di un puntiglioso prontuario dei nomi e dei cognomi locali, rigorosamente tradotti in italiano. Tolomei lanciò pubblicamente - fin dal luglio 1923 - un programma in trentadue punti, che prevedeva la totale assimilazione dei sudtirolesi e la «cancellazione del carattere tedesco dell'Alto Adige», attraverso un'accanita azione di «rieducazione» politica e culturale. L'insegnamento della lingua tedesca venne severamente proibito; tutti gli insegnanti di madrelingua furono sollevati dal servizio e confinati in paesi sperduti dell'Italia mendionale. Medesima sorte toccò agli altri dipendenti pubblici, che furono licenziati. La denominazione Tirol fu vietata, e la toponomastica in lingua tedesca venne soppressa e sostituita da quella in lingua italiana. Furono sciolte tutte le associazioni a carattere sociale e culturale (il Bauernbund e l'Alpenverein). In ogni Comune venne insediato un podestà di lingua italiana. Come nel resto d'Italia, poi, la stampa fu posta sotto censura. I partiti, infine, furono sciolti e gli oppositori politici incarcerati o confinati."

  GLI AUTORI – Mauro Marcantoni, sociologo e giornalista, dal 2007 è direttore generale di tsm-Trentino School of Management, oltre a essere autore di numerosi volumi sul tema della pubblica amministrazione.
  Giorgio Postal, parlamentare a Roma per sei legislature, sottosegretario in importanti e delicati dicasteri, è uno studioso attento della storia trentina e sudtirolese.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Giuseppe De Rita - Prologo. Cominciando dalla fine, o quasi - I. Sudtirolo: alle radici di un conflitto (rimosso) (1. La questione altoatesina - 2. L'italianizzazione forzata - 3. Un patto scellerato - 4. Si torna «a casa». L'Alpenvorland - 5. La questione del confine - 6. Le «ragioni» italiane - 7. L'Accordo Degasperi-Gruber - 8. Un'autonomia «regionale» - 9. La Todesmarsch, «Marcia verso la morte» - 10. Tornano gli «optanti» - 11. Due diverse concezioni dell'autonomia - 12. Il Bergisel Bund) - II. Los von Trient: «Via da Trento» (1. I primi attentati - 2. Due cocenti delusioni - 3. Il cambio ai vertici della Svp - 4. Castel Firmiano - 5. «Südtirol svegliati!» - 6. «Il tempo delle cortesie è finito» - 7. Celebrazioni hoferiane - 8. La Südtirolerfrage all'Onu - 9. Le bombe accompagnano i colloqui internazionali - 10. La «Notte dei fuochi» - 11. La militarizzazione dell'Alto Adige - 12. L'Italia accusa l'Austria - 13. La «grande retata» - 14. Il terrorismo si riorganizza) - III. «Non avremo riguardi». La deriva neonazista (1. La Commissione dei 19 - 2. Una seconda volta all'Onu - 3. Il processo di Graz - 4. Muta la strategia - 5. La polemica sulle sevizie in carcere - 6. L'attacco ai treni - 7. Una Volkswagen imbottita di esplosivo - 8. Quasi un bollettino di guerra - 9. «Gli italiani ci hanno rubato la terra natia» - 10. Il Pacchetto - 11. Terrorismo «a orologeria» - 12. Il caso Amplatz - 13. Il Pacchetto Saragat-Kreisky - 14. Il testamento di Amplatz) - IV. Cima Vallona. Apice ed epilogo del terrorismo sudtirolese (1. Sesto Pusteria - 2. Passo Vizze - 3. San Martino di Casies - 4. Malga Sasso - 5. «Il grilletto facile degli italiani» - 6. I vertici di Innsbruck - 7. Il processo di Linz - 8. La strage di Cima Vallona - 9. Il terrorismo viene debellato) - Conclusioni. Dalla strategia delle bombe alla pacificazione etnica