Vittoria. Una storia degli anni Settanta Stampa E-mail

Annalisa Terranova

Vittoria
Una storia degli anni Settanta


Giubilei Regnani, pagg.230, € 16,00

terranova vittoria  IL LIBRO – Vittoria vive l'infanzia e l'adolescenza negli anni Settanta del Novecento, segnati da un violento scontro ideologico. Fin da bambina s'imbatte nella fiamma del Msi, il simbolo, l'insegna, dello strano mondo alternativo frequentato da suo padre, un cenacolo di amici per i quali il fascismo non era il male assoluto, l'unica misteriosa novità di un'esistenza piccolo borghese trascorsa a Roma, in un affollato condominio del quartiere Marconi. Un'eredità pesante, quella dell'appartenenza a una famiglia missina, che Vittoria si trascina dietro nei burrascosi anni del liceo, nell'attivismo alla sede del Msi di Colle Oppio fino al tragico epilogo della strage di Acca Larenzia.

  DAL TESTO – "Quel pomeriggio stesso Vittoria chiese aiuto al nazimaoista della sezione. Gli raccontò tutto. "Ora mi devi aiutare, io non so niente di questo Nietzsche...". "Pensatore immenso, grande genio...". "Si vabbè ma io devo fare una lezione ai miei compagni, tipo una ricerca capito, sul superuomo e queste cose qua...". "No, Nietzsche non è importante per il superuomo ma per la sua avversione al cristianesimo, quella è la chiave di tutto". "Cosa?". "Proprio così, carina. Certo tu che sei una missina clericaleggiante non lo sospettavi nemmeno". "No". "E l'altra cosa per la quale è importante è il sesso, lo spirito dionisiaco". Vittoria era sempre più sconsolata. Quello si pavoneggiava: "Capisco: una come te, educata a tenere le gambette strette, non può capire Nietzsche". "Senti, te prestami i libri di questo Nietzsche che poi me la vedo io, se non me li presti non sei un camerata, capito?". "Vado a casa a prenderli, come no, è troppo spassosa questa storia". "Quella sera Vittoria tornò a casa con due libri di Nietzsche: La nascita della tragedia e L'Anticristo. Il camerata intellettuale glieli consegnò spiegandole che erano l'inizio e la fine delle elaborazioni del filosofo. "Così hai tutto. E adesso, falli neri...".
  "Vittoria passò due giornate, anche la notte, a rimuginare su quelle pagine. Per fortuna c'erano le introduzioni, da cui copiò qualche appunto per la sua "lezione" . Non ci capiva niente, ma la scrittura di Nietzsche era piena di fascino, e e traboccante di sofferenza. Non c'erano parole vuote, capitate lì per caso, ciascuna aveva un senso, anche se tutto da decifrare. Fu la lettura de L'Anticristo a risultare per lei un pugno nello stomaco. A cominciare dalle prime frasi dell'introduzione: "Questo libro si conviene ai pochissimi. Forse di questi non ne vive ancora neppure uno". A volte pensava: "Ha ragione il prof, questo è un pazzo". Altre volte pensava che forse, dopo quella lettura, avrebbe dovuto confessarsi. Gli tornavano in mente le placide, rassicuranti, lezioni di catechismo. E lei che domandava: "Se Dio esiste perché non lo posso vedere?". "Perché è come un padre che facendo un viaggio lontano, in un'altra parte del mondo, non per questo non è un buon padre e non ti vuole bene, anche se non lo vedi fisicamente". "Ma come faccio a sapere se nell'altra vita ci sarà una ricompensa, se poi Dio non me la dà la ricompensa?". "Dio è un buon padre. Se tuo padre ti fa una promessa poi la mantiene. Così è anche Dio, che non può essere cattivo, e dunque mantiene le promesse fatte ai suoi figli". Adesso arrivava questo Nierzsche e scombinava tutto, irrideva al concetto di peccato, di fede, di redenzione, trattava i cristiani come vili, creduloni, miseri e impotenti. Vittoria era raggelata. "La nascita della tragedia" fu più facile da digerire anche se, leggendo quel libro, rimpiangeva di non avere fatto il liceo classico. La incuriosivano le due categorie introdotte da Nietzsche che rimescolavano le sue nozioni estetiche: il dionisiaco, grembo del mito tragico, e l'apollineo, l'impulso alla beatitudine della forma."

  L'AUTRICE – Annalisa Terranova è nata nel 1962, giornalista al "Secolo d'Italia", ha collaborato alle riviste culturali della destra "Area", "Pagine Libere", "Quaderni di Avalon". Ha pubblicato vari saggi sulla storia della destra italiana tra cui una rassegna delle idee e dei personaggi della destra femminile ("Camicette nere", Mursia, 2007). L'ultimo libro pubblicato è un saggio sulla teologia neoplatonica di Ildegarda di Bingen (Il Cerchio, 2011).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Antonio Pennacchi - Pane e cioccolata - La domenica - La Fiat 850 color crema - Le feste di Natale - Il vicino - Il primo diario - La macchina da scrivere - La Sicilia - Addio alle bambole - Il primo corteo - Il liceo - I fasci del Nautico - L'amica con i pantaloni - La bomba - Hanno ammazzato un compagno - Lezioni sui muri - Il Barone e i Collage - Quel nazista di Nietzsche – Tiziano - La Cinquecento - Acca Larenzia - "Aho, ma che te sei innamorata?" - Una Renault 4 rossa - Senza disturbare - Epilogo