La globalizzazione della NATO Stampa E-mail

Mahdi Darius Nazemroaya

La globalizzazione della NATO
Guerre imperialiste e colonizzazioni armate


Arianna Editrice, pagg.416, € 18,00

 

nazemroaya nato  IL LIBRO – Originata dalla Guerra Fredda, l'esistenza della North Atlantic Treaty Organization era giustificata quale argine di difesa nei confronti di ogni minaccia sovietica nei confronti dell'Europa Occidentale. Tale ragion d'essere è da lungo tempo svanita con il collasso dell'Unione Sovietica e la fine della Guerra Fredda. Nonostante ciò la NATO ha continuato a espandersi senza sosta proprio verso Est, in direzione del suo antico nemico. La Jugoslavia in particolare ha costituito un punto di svolta per l'Alleanza Atlantica e il suo mandato. L'organizzazione ha mutato il proprio quadro strategico da difensivo in offensivo sotto il pretesto dell'umanitarismo. Proprio partendo dalla Jugoslavia la NATO ha intrapreso il proprio cammino verso la globalizzazione, andando a interessare un'area di operazioni più estesa al di fuori del continente europeo. Assurta via via sempre più a simbolo del militarismo statunitense e della diplomazia dei missili, la NATO ha agito come braccio del Pentagono ed è stata dislocata nelle zone di combattimento dove sono stati impegnati gli Stati Uniti e i loro alleati. Dov'è finito l'originario scopo difensivo per cui la NATO è stata creata?

  DAL TESTO – "Gli Stati Uniti stanno creando un anello di alleanze militari che mira a isolare e accerchiare l'Heartland eurasiatico. Non si sta facendo altro che applicare una seconda volta la dottrina già lanciata a suo tempo dal presidente americano Nixon secondo cui gli alleati degli USA devono diventarne i bracci armati in ogni regione del globo. L'Alleanza atlantica ha la funzione di proiettare la potenza a stelle e strisce in Europa e nel Mar Mediterraneo; Australia e Giappone sono i gendarmi di Washington nell'Estremo Oriente e nella zona dell'Asia-Pacifico; Israele è l'alleato speciale degli USA nel Medio Oriente assieme al Consiglio di Cooperazione del Golfo e alla Turchia, che stanno venendo usati per gli interessi altrui. Esiste anche un livello più basso in cui la dottrina di Richard Nixon viene applicata in Africa e America Latina a determinati Paesi (rispettivamente Etiopia e Colombia) con compiti più ridotti su scala locale. Quel che è diverso dai tempi di Richard Nixon è che oggi si assiste a un'intensa opera volta a favorire l'integrazione di tutte queste realtà all'interno delle istituzioni ufficiali di sicurezza e di difesa legate agli Stati Uniti. Ciascuna di queste ramificazioni locali dell'egemonia statunitense risulta inoltre appoggiata e integrata con i comandi militari locali di combattimento degli USA con cui il mondo viene letteralmente suddiviso in zone geografiche di responsabilità per i generali e gli ammiragli del Pentagono.
  "Ciò che gli Stati Uniti hanno fatto non è altro che consolidare sempre di più un'opera di accerchiamento ai danni di Russia, Iran e Cina, con un occhio di riguardo anche per l'India. Tutti questi grandi Stati eurasiatici, nella loro veste di potenze regionali, portano delle vere e proprie sfide ai piani egemonici di Washington nel continente: la Federazione russa è la nazione di riferimento nell'Europa orientale e nello spazio postsovietico; l'Iran è attore di spicco nel Golfo Persico e in Medio Oriente; l'India è il Paese più importante nella parte meridionale dell'Asia, mentre la Cina recita la parte del leone in Estremo Oriente. Per fare fronte a tutto questo gli atlantisti stanno lavorando per dare vita a tre fronti in Eurasia: uno che copre le popolose aree ai confini orientali e meridionali della Repubblica Popolare Cinese, un altro che cinge l'Iran e i suoi alleati in Medio Oriente e per concludere un terzo in Europa orientale proprio di fronte alle frontiere occidentali della Russia."

  L'AUTORE – Mahdi Darius Nazemroaya è un sociologo canadese, scrittore pluripremiato e analista geopolitico di fama internazionale. Ha soggiornato per due mesi in Libia come corrispondente di "Flashpoints" nel corso dell'intervento NATO. La sua opera è stata tradotta in più di venti lingue fra cui spagnolo, portoghese, arabo, russo, turco, farsi, tedesco e cinese.

  INDICE DELL'OPERA – Ringraziamenti - Prefazione. Le avvertenze di un consigliere del Segretario generale dell'ONU, di Denis J. Halliday – 1. Uno sguardo d'insieme sull'espansionismo della NATO: prometeismo? – 2. L'UE, l'espansionismo della NATO e il Partenariato per la Pace – 3. La Jugoslavia e la reinvenzione della NATO – 4. La NATO in Afghanistan – 5. Il Dialogo Mediterraneo (DM) della NATO – 6. La NATO nel Golfo Persico. L'Iniziativa per la sicurezza nel Golfo – 7. La penetrazione nello spazio postsovietico – 8. La NATO e gli alti mari. Il controllo delle rotte marittime strategiche – 9. Il progetto dello scudo missilistico globale – 10. La NATO e l'Africa – 11. La militarizzazione del Giappone e dell'Asia-Pacifico - 12 L'avanzata nel cuore dell'Eurasia: l'accerchiamento di Russia, Cina e Iran – 13. Le controalleanze eurasiatiche – 14. La NATO e il Levante: Libano e Siria – 15. L'America e la NATO rapportati con Roma e gli alleati peninsulari – 16. Militarizzazione globale: alle porte della terza guerra mondiale? – Note - Appendice. La strada per Mosca passa da Kiev