Da Salò alla Repubblica |
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Alessia Maria Di Stefano
DAL TESTO – "In dottrina è stato ritenuto che l'attività legislativa, amministrativa e giurisdizionale compiuta dalla R.S.I. fosse da considerarsi di per sé valida. I sostenitori di questa tesi ritengono che dall'analisi della realtà di fatto emerge che l'ordinamento della Repubblica Sociale «non ha avuto affatto esistenza», infatti, nell'ambito territoriale controllato dai tedeschi ha continuato ad avere vigore l'ordinamento legittimo ed è irrilevante che proprio a causa dell'occupazione, il governo legittimo non abbia potuto effettivamente esercitare le proprie funzioni. Sulla base di queste premesse gli atti e i fatti posti in essere dal governo repubblichino ricadono «in una sfera in cui l'ordinamento statuale italiano non ha mai cessato di avere vigore». Le statuizioni del sedicente governo della R.S.I. hanno avuto efficacia in quanto il gruppo sociale a cui si rivolgevano le ha genericamente considerate vincolanti in ragione della loro forza coercitiva. Questa «generica convinzione collettiva» ha assunto un contenuto normativo dal quale poterono derivare altri fatti che furono, in quel determinato ambiente sociale, idonei a produrre altri fenomeni normativi e quindi altre norme. Le disposizioni di questo tipo vengono definite dalla dottrina «norme sulla produzione giuridica». Il fondamento di questa norma sulla produzione giuridica della R.S.I. sarebbe, dunque, rinvenibile nel comportamento della popolazione caratterizzato da un diffuso malessere nei confronti dell'occupante, e dalla condizione di attesa che avvenisse il ricongiungimento con la restante parte della popolazione italiana. Tuttavia, nelle more di tale atteso ricongiungimento, sarebbe emersa la «generica convinzione collettiva» dell'ineluttabile necessità di conformarsi e di obbedire alle norme repubblichine. Ed è proprio in questa «generica convinzione collettiva» che si ravvisa «una norma attributiva dell'efficacia di fonte di produzione normativa ai comandi del sedicente governo della R.S.I.». Il complesso di norme così costituito non poté, però, collegarsi ad un nuovo fenomeno associativo, poiché mancava quella coincidenza di vedute tra gli scopi perseguiti dal sedicente governo e quelli seguiti dalla popolazione locale nella quale aleggiava il sentimento di unità nazionale. Pertanto non si costituì un ordinamento giuridico nuovo, ma il complesso normativo scaturito dall'attività del governo repubblichino venne annesso, mediante la norma sulla produzione normativa, alla preesistente società italiana e tramite essa venne inserito nell'ordinamento dello Stato italiano. Gli atti e i fatti prodotti sotto l'egida della R.S.I. devono considerarsi giuridicamente esistenti come atti di diritto pubblico secondo le norme dell'ordinamento statuale italiano, sin da quando sono stati emanati." L'AUTRICE – Alessia Maria Di Stefano (Catania, 1980) ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Storia del Diritto presso l'Università di Macerata. Attualmente è assegnista di ricerca in Storia del diritto medievale e moderno presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Catania. I suoi interessi di ricerca riguardano la fase di transizione dal regime monarchico fascista a quello repubblicano democratico. INDICE DELL'OPERA – L'itinerario della ricerca - Capitolo I. L'Italia nel «nuovo ordine» dell'Europa tedesca (Premessa - 8 settembre 1943: la sospensione dell'unità nazionale - Le strategie nazionalsocialiste per il «nuovo ordine europeo» - La «policrazia» nazionalsocialista: il caso italiano - Le zone di «amministrazione diretta»: l'«Alpenvorland» e l'«Adriatisches Küstenland») - Capitolo II. La frattura dell'ordine costituzionale (Premessa - 25 luglio 1943: profili di "legittimità" di un colpo di Stato - Lo Stato italiano tra continuità e rottura - Due diverse "realtà giuridiche": il Regno del Sud e la Repubblica Sociale Italiana) - Capitolo III. La transizione nel decreto legislativo luogotenenziale 5 ottobre 1944, n. 249 (Premessa - Genesi e struttura - Bipartizione, rectius quadripartizione, tra atti efficaci e atti inefficaci - Gli atti assolutamente inefficaci - Gli atti relativamente inefficaci - Gli atti assolutamente efficaci - Gli atti relativamente efficaci) - Capitolo IV. Il ruolo dei giudici (Premessa - La natura giuridica della Repubblica Sociale Italiana: il dibattito nella giurisprudenza - Segue: il dibattito in dottrina - Gli atti della R.S.I. nel dibattito dottrinale e giurisprudenziale - Teoria della validità - Teoria della irrilevanza - Teoria della efficacia/inefficacia - Retroattività o irretroattività del decreto 249/1944: il contributo della giurisprudenza - L'ambito spaziale di applicazione del decreto: una scelta politica - La sorte degli atti normativi, regolamentari e di governo della Repubblica Sociale: l'evoluzione giurisprudenziale - La sorte dei provvedimenti salodiani che incidono sui rapporti di lavoro - La responsabilità dello Stato - L'evoluzione giurisprudenziale) - Indice dei nomi |