Perché amo questo popolo Stampa E-mail

Silvia Todeschini

Perché amo questo popolo
Storie di resistenza palestinese da Gaza


Bepress Edizioni, pagg.183, € 15,00

 

todeschini questopopolo  IL LIBRO – In questo libro è presente una raccolta di interviste effettuate dal settembre al dicembre 2011 nella striscia di Gaza. Le interviste sono intervallate da brevi note storiche e descrizioni, che mirano a contestualizzarle. Si è scelto di intervistare persone di diversa estrazione sociale e di diverse appartenenze politiche, per dare una panoramica più ampia possibile delle pratiche volte a combattere l'occupazione sionista. Sono centrali, infatti, non tanto le sofferenze del popolo palestinese quanto la forza che esso riesce a trasmettere nel continuare tenacemente a resistere. Sono stati presi ad esempio il contadino, che per nessuna ragione vuole smettere di coltivare la sua terra anche se attaccato dai cecchini israeliani, la giovane blogger, che vuole comunicare con il "mondo fuori" che cosa significhi vivere a Gaza, il rapper, che ha deciso di esprimere il suo dissenso con la musica, le attiviste del movimento per il boicottaggio disinvestimento e sanzioni verso Israele, che chiedono di non supportare l'apartheid sionista, chi porta avanti la lotta armata, perchè con tutte le armi che Israele usa contro i palestinesi essi hanno diritto di rispondere a tono, chi pensa sia più efficace la lotta popolare non violenta, perché può coinvolgere più persone ed essere più efficace a livello mediático e tante e tanti altri.
Leggendolo, scoprirete che le storie di queste persone sono in realtà molto più vicine di quel che si possa pensare. Non solo perché il Mediterraneo ci unisce ma anche perché, prima di tutto, sono storie umane.

DAL TESTO – "Khuza'a ha sofferto le peggiori atrocità durante l'attacco terrorista israeliano denominato piombo fuso. La maggior parte della popolazione è stata costretta ad abbandonare il villaggio per recarsi in luoghi più sicuri, ha subito pesanti attacchi al fosforo bianco, sono stati deliberatamente bombardati ed uccisi civili durante il cessate il fuoco. Qui ha avuto luogo l'omicidio di Roya'a AnNajjar, che durante piombo fuso è stata freddata mentre usciva dalla sua casa con una bandiera bianca dopo decine di ore d'assedio; nella stessa occasione è stato ucciso Mahmud e ferita Jasmeen, sempre della stessa famiglia. Le scuole medie e superiori di Khuza'a sono crivellate dai colpi di arma da fuoco dell'esercito israeliano, e i bambini e le bambine talvolta non vanno a scuola o devono uscire per andare a casa prima a causa degli spari.
  "Taraji racconta: "mio marito si trova nelle carceri israeliane. Vivo con le mie cinque figlie qui, vicino al confine. È difficile essere madre e padre allo stesso tempo, ed è ancora più difficile a Gaza: altrove, se una donna sola deve educare cinque figlie, riceve sussidi ed aiuti; qui, invece, siamo talmente tante che gli aiuti e sussidi non ci sono per tutte. È difficile essere madre e padre a Gaza, ed è ancor più difficile qui, vicino al confine: ogni giorno ci domandiamo dove cadranno le prossime bombe, quando e dove spareranno, ogni volta che sentiamo le ambulanze ci preoccupiamo perché non sappiamo se c'è stato o no un altro attacco. Bombardano in continuazione, qui, nella nostra terra, e non sappiamo mai quando e dove sarà la prossima volta. Le mie bambine vanno ad una scuola secondaria che si trova incredibilmente vicino al confine. Dal confine sparano, tre studenti sono stati feriti dagli spari israeliani, talvolta non è possibile recarsi a scuola - come per i contadini, che non possono raggiungere la loro terra - talvolta la scuola viene evacuata con l'aiuto della Croce Rossa, e la Croce Rossa talvolta arriva in ritardo... Eppure, nonostante la situazione, voglio restare qui, questa è la mia casa. È vero, potrei raggiungere mia madre in centro a Khuza'a, lì sarei un po' più al sicuro. Però ugualmente sarei in pericolo, noi palestinesi siamo sempre in pericolo... io non voglio abbandonare la mia casa"."

  L'AUTRICE – Silvia Todeschini, è attivista dell'International Solidarity Movement (ISM) e della rete italiana ISM. Si è recata in Cisgiordania con l'ISM all'inizio del 2009, per poi cercare di tornare un anno dopo ed essere respinta all'aeroporto di Tel Aviv dalle forze di frontiera israeliane. È stata attivista ISM a Gaza dall'ottobre 2010 al giugno 2011, e poi da settembre 2011 al dicembre dello stesso anno.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Abu Khaled – Jabur – Pescatori – Majda – Taraji – Saber - Abu Walid - Abu Montasser – Khaled - Iman-Intima'a - Ospedale Al Awda – Scuole - Eba'a – Ayman - Abu Yazen – Mariam – Fatma – Vocabolario - Ancora tre