Storia dell'ebreo che voleva essere eroe Stampa E-mail

Vittorio Dan Segre

Storia dell'ebreo che voleva essere eroe

Bollati Boringhieri, pagg.288, € 16,50

 

segre essere-eroe  IL LIBRO – "Appassionato lettore di romanzi d'avventura, avevo sviluppato un romanticismo epico coloniale che mi aveva indotto a unirmi alle formazioni giovanili fasciste di scherma e di equitazione. Questi sport mi aiutarono in seguito, almeno in parte, ad assorbire lo shock delle leggi razziali che posero fine alla mia vita spensierata". Potrebbe essere l'inizio di un romanzo di Joseph Conrad. O di un bel romanzo di formazione. E il libro di Vittorio Dan Segre questo è, tra le altre cose. Ci sono biografie che assomigliano a romanzi. Leggendole si ha l'impressione di ascoltare la voce di un narratore che racconta fatti forse mai avvenuti. Non è il caso di questo racconto di una vita vissuta sotto il segno dell'azione e dell'inquietudine. Nelle sue pagine scorre una moltitudine di personaggi reali, affiorano frammenti di vita pubblica e privata narrati con l'inventiva del consumato romanziere: gli anni dell'adolescenza in Piemonte, la Palestina prima e dopo la nascita dello Stato di Israele, gli affetti e le passioni, la fede, gli intrecci di bene e di male, i successi e i fallimenti. La qualità della scrittura di Segre, la sua lucidità nel ripercorrere un'esistenza che a tratti può apparire disperatamente romantica, la sua capacità di dare consistenza romanzesca agli eventi privati, si spiega forse con la vocazione narrativa della vita stessa dell'autore. Arrivati all'ultima pagina, questa "Storia dell'ebreo che voleva essere eroe" ci appare per ciò che è: un bellissimo libro in cui, in ognuna delle sue pagine, sentiamo il fruscio della vita.

  DAL TESTO – "Avevo conosciuto Jeff a Venezia, durante uno di quegli inutili convegni che promuovono la pace nel mondo, facendo incontrare intellettuali privi di potere e strumentalizzabili da regimi che ufficialmente non hanno rapporti fra loro. Sono esercizi di diplomazia parallela, o di propaganda, piacevolmente inconcludenti. Forniscono l'occasione di rievocare glorie private, scambiando informazioni che possono essere utili ai governi o alle opposizioni.
  "In genere i delegati male in arnese provenienti dall'Est europeo, dall'Asia e dall'Africa partecipano a questi congressi per godersi qualche giorno di ospitalità a sbafo, sperando che lo scambio di biglietti da visita o l'attenzione suscitata con un intervento più o meno scientifico aprano loro le porte dell'opulenta società accademica occidentale. Tutti si proclamano difensori della pace e della verità, anche se poi finiscono per difendere ciascuno la propria bandiera, salvo abbassarla durante le cene, dove, con l'aiuto dei cocktail e del vino, emergono sentimenti più sinceri.
  "Durante un pranzo mi ero trovato vicino a Jeff, una donna che nascondeva bene il suo superato mezzo secolo di vita. Era di certo ricca a giudicare dagli abiti e dalla naturalezza con cui portava al dito un diamante tagliato a rombo di fattura ottocentesca che faceva risaltare la bella mano affusolata. Le unghie erano corte e laccate senza colore. Un serpente d'oro con piccoli rubini al posto degli occhi le avvolgeva l'avambraccio destro, richiamando fascini femminili da antico Egitto. Al polso sinistro un orologio piccolo, ornato di brillanti, testimoniava una capacità visiva che ancora non aveva bisogno di occhiali. Una sciarpa di seta indiana, intonata ai colori della tunica, le circondava le spalle con abbandono lascivo."

  L'AUTORE – Vittorio Dan Segre (1922), emigrante per necessità e cosmopolita per scelta, ha avuto in sorte una vita molto avventurosa. Nel 1939, all'indomani delle leggi razziali, si trasferisce in Palestina, nel 1941 si arruola al Cairo nell'esercito britannico; nel 1948 partecipa alla guerra che porterà alla nascita dello Stato di Israele. Dopo anni di servizio nella diplomazia israeliana, dal 1967 al 1989 ha insegnato Relazioni internazionali nelle università di Oxford, Boston, Stanford, Haifa, Milano e Torino. Nel 1997 ha fondato l'Istituto studi mediterranei presso l'Università della Svizzera italiana a Lugano. Tra i suoi libri pubblicati in Italia: "La guerra privata del tenente Guillet" (1989), "Storia di un ebreo fortunato" (2000), "Il bottone di Molotov" (2004), "Le metamorfosi di Israele" (2006) e "Frammenti" (2013).

  INDICE DELL'OPERA – Pre-storia - 1. L'ospedale - 2. Tiran - 3. Il dottor Attia - 4. Samira - 5. Amore e odio - 6. Daud - 7. La rottura - 8. Jeff - 9. Intermezzo veneziano - 10. Villa Serbelloni - 11. La realtà irreale dello Swami Venkatesananda - 12. Il salotto intellettuale - 13. L'arrivo di Jeff - 14. La cena - 15. Separazione - 16. L'idea della neutralità - 17. Il benedettino - 18. L'insegnamento di Tom - 19. Il viaggio di ritorno - 20. Vantor - 21. Il cammino - Ringraziamenti