Controstoria della moneta Stampa E-mail

Roberto Petrini

Controstoria della moneta

Imprimatur Editore, pagg.272, € 16,00

 

petrini moneta  IL LIBRO – Un viaggio a bordo della macchina del tempo per scoprire le origini della moneta e avere la chiave di lettura della crisi di oggi. Dalle pietre di Yap alle riforme di Solone nell'Antica Grecia, dai banchieri del Quattrocento al mito dell'oro dei primi anni del Novecento. Una lunga storia di creditori e debitori, di forti e deboli, di grandi riformatori che hanno considerato la moneta un bene pubblico e di spregiudicati mercanti che l'hanno usata come una merce. Solone fece una vera politica monetaria? Non fu solo Menenio Agrippa con il suo celebre apologo a indurre la plebe a più miti consigli, ma una sapiente opera di svalutazione della moneta fatta per alleviare il peso dei debiti sui più poveri? E perché Enrico VIII, noto per le sei mogli, era chiamato "The Old Coppernose"? Per quale motivo alla fine del Seicento, per risolvere il problema della penuria di monete d'argento in Inghilterra, furono chiamati il filosofo Locke, Isaac Newton e Halley, quello della cometa? Perché scoppiò la Grande Depressione degli anni Trenta? Di chi è la colpa se l'euro trema? Questo libro ricompone il disordine di oltre due millenni di vicende della moneta, raccontando i fatti del passato, mettendo in luce rapporti di forza e di potere, individuando gli influssi culturali e scoprendo, con un linguaggio alla portata di tutti, il filo rosso che ha condotto inesorabilmente l'economia mondiale alla crisi di oggi. Una controstoria della moneta che spiega, scrutando nelle pieghe dei secoli, l'eterno conflitto tra debitori e creditori, e come i guai di oggi possono essere decifrati solo con una full immersion nella macchina del tempo.

  DAL TESTO – "La Bank of England venne costituita nel 1694 con la convergenza della volontà della Corona e del mercato, i cui interessi erano ben rappresentati ormai in Parlamento. Il Tesoro inglese fece una emissione di 1,2 milioni di sterline di titoli di Stato al tasso dell'8 per cento, riservata alla nuova società per azioni che si chiamava The Governor and Company of the Bank of England. La società, cui la Corona e una legge del Parlamento avevano concesso la fondamentale personalità giuridica, si era contestualmente costituita con un pari capitale di 1,2 milioni di sterline sottoscritte da 1.272 partecipanti tra i quali il re e la regina. A questo punto 1,2 milioni di sterline in oro o argento passarono nelle casse della Corona e nei forzieri della nuova Banca d'Inghilterra giunsero titoli di Stato con un rendimento dell'8 per cento. Infine la mossa che completò il geniale meccanismo: la Banca d'Inghilterra otteneva il diritto a stampare cartamoneta e di immetterla in circolazione attraverso l'attività di sconto.
  "Sembrerebbe - e così fu, visto il successo del modello nei due secoli successivi - la quadratura del cerchio. Lo Stato aveva le sue risorse, il Parlamento otteneva il controllo sul flusso, il mercato otteneva cartamoneta abbondante e si candidava a condividere la gestione del credito e del suo costo. Spiega Charles Goodhart, profondo studioso delle banche centrali: «In genere le banche centrali vennero istituite inizialmente, nel XVIII e nel XIX secolo, per fornire i mezzi finanziari a condizioni vantaggiose, agevolate, ai governi dell'epoca, e in cambio spesso ottenevano alcuni privilegi, di monopolio, nell'emissione di biglietti»."

  L'AUTORE – Roberto Petrini, inviato di «la Repubblica», si occupa quotidianamente di economia. Divulgatore e studioso di storia economica e storia del pensiero economico, ha tenuto seminari e lezioni universitarie. Tra i suoi libri "Il declino dell'Italia" (Laterza, 2005) e "Processo agli economisti" (Chiarelettere, 2009, tradotto in spagnolo per Alianza Editorial). Ha raccolto le testimonianze biografiche di Paolo Sylos Labini ("Un paese a civiltà limitata", Laterza, 2001) e di Giorgio Fuà ("Uomini e leader", Centro Calamandrei, 2000). Recentemente ha pubblicato il saggio "L'Iri nei tre anni fatali: la crisi del paese e la svolta delle privatizzazioni (1990-1992)" apparso nel volume "Storia dell'Iri" (Laterza, 2013).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - L'età dei Puffi: lo scambio e la divisione del lavoro - Il Medioevo: zecche, banche, fiere e mercanti - La febbre dell'argento e la scoperta dell'inflazione - I crack del Seicento e del Settecento: la danza dei liberi mercati - Arrivano gli Illuministi - Locke, Newton e Halley: filosofi e scienziati al capezzale delle monete - La terza rivoluzione: dopo l'oro e la banconota, arriva la moneta bancaria - Bimetallisti e silveriti: lo scontro tra debitori e creditori nell'Ottocento - È l'ora del gold standard: dall'opzione deflazionista alla crisi del 1929 - Keynes, Bretton Woods e il governo mondiale della moneta - Capitali in libertà: dalla caduta di Bretton Woods all'operazione euro - Capitali in libertà: dalla caduta di Bretton Woods all'operazione euro