"Napoleone" di Evgenij Tàrle Stampa E-mail

Evgenij V. Tàrle

Napoleone

Mursia, pagg.474, € 19,00

 

tarle napoleone  IL LIBRO – Un classico della storiografia napoleonica scritto da uno dei massimi studiosi sovietici, Evgenij Tàrle. Dalla gioventù fino all'esilio sull'isola di S. Elena, l'autore ripercorre le tappe salienti della vita di uno dei protagonisti della storia che, scrive, "nel ricordo degli uomini rimane per l'immagine gigantesca, agli uni richiama Attila o Tamerlano e ad altri Alessandro Magno o Giulio Cesare, ma che lo sviluppo delle ricerche storiche rivela sempre più nella sua originalità irripetibile e nella sorprendente complessità individuale" e analizza gli effetti sulle strutture sociali ed economiche europee dell'opera napoleonica. Lo fa dando ampio spazio alla pagina russa che nella vita di Napoleone determinò l'inizio della fine, di una lunga serie di vittorie, ma soprattutto di una carriera politica. Ed è proprio lo spazio dedicato alla vicenda napoleonica in terra russa che permette di comprendere meglio alcuni particolari che nelle storiografie occidentali sono stati spesso lasciati nell'ombra.

  DAL TESTO – "Tutti gli strateghi e i tattici che hanno studiato la storia di Napoleone sono unanimi nel riconoscere il suo genio militare, che non si era affatto indebolito nel 1813-1814, malgrado singoli errori e sintomi di stanchezza, in confronto agli anni migliori della sua carriera. Anche nel 1815, quando le sue forze erano sensibilmente minori di quelle dei suoi nemici, quando la situazione politica era disperata e quando egli stesso già sentiva ima persistente indisposizione fisica. Napoleone elaborò un piano strategico per distruggere a volta a volta gli eserciti nemici, che non era meno geniale di quello della sua prima campagna d'Italia del 1796. Il modo brillante col quale questo piano cominciò ad essere attuato – la sconfitta di Blücher a Ligny e il seguito della campagna – e la battaglia di Waterloo, durante la quale solo la perseveranza di Blücher salvò Wellington dall'imminente, terribile disfatta, dimostrarono che l'incomparabile maestro dell'arte della guerra era ancora presente.
  "Ma qualcosa d'altro mancava ormai, qualcosa che secondo lo stesso Napoleone è più importante d'ogni altra per un capitano, più importante anche del genio: non vi era più in lui la certezza nel successo finale, viera invece la consapevolezza che il suo tempo era passato. «Non avevo più l'antica fiducia in me» - diceva a Las Cases, parlando della campagna di Waterloo. Egli aveva perso la fiducia in sè a causa dei suoi errori, soprattutto dei suoi errori politici. Gli inattuabili grandiosissimi compiti politici di conquista del mondo lo avevano indotto infatti ad allontanarsi perniciosamente dai suoi stessi criteri strategici.
  "Napoleone si preoccupava molto dello «spirito» del proprio esercito. Egli sanzionò recisamente il bando dato dalla rivoluzione alle punizioni corporali nell'esercito e, conversando con degli Inglesi, si stupiva sempre che essi non avessero repugnanza ad adoperare la frusta coi soldati. «Che cosa ci si può attendere da uomini disonorati? Come può essere sensibile all'onore colui che in presenza dei compagni viene assoggettato a punizioni corporali? Invece di governare con la frusta io governavo con l'onore... Dopo la battaglia adunavo soldati e ufficiali e chiedevo loro chi si era distinto maggiormente». Egli ricompensava con avanzamenti i valorosi che sapevano leggere e scrivere e ordinava di istruire forzatamente «per cinque ore al giorno» quelli fra essi che erano analfabeti, dopo di che ne faceva dei sottufficiali e più tardi degli ufficiali. Per le colpe gravi Napoleone fucilava senza pietà, ma in genere egli faceva molto maggiore assegnamento sulle ricompense che sulle punizioni."

  L'AUTORE – Evgenij Tàrle, storico sovietico (Kiev, 1875 – Mosca, 1955), membro dell'Accademia delle Scienze dal 1927, fondò e diresse con G. I. Uspenskij gli "Annali" che ebbero rilievo notevole per gli studi di storia generale. Le sue ricerche furono soprattutto dedicate alla Francia e all'Italia dell'età della Rivoluzione e di quella napoleonica. Tra le sue opere: "La classe operaia in Francia all'epoca della Rivoluzione"(1909-11, 2 voll.), "Il blocco continentale" (1913-16, 2 voll.), "La vita economica dell'Italia nell'età napoleonica" (1916), "Storia d'Europa 1871-1919" (1927), oltre alle raccolte di saggi "Saggi e profili di storia del movimento sociale europeo nel sec. XIX" (1903) e "Occidente e Russia" (1918).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione – I. La Gioventù di Napoleone Bonaparte – II. La Campagna d'Italia (1796-1797) – III. La conquista dell'Egitto e la Campagna di Siria (1798-1799) – IV. Il 18 Brumaio 1799 – V. I primi passi del Dittatore (1799-1800) – VI. Marengo. Consolidamento della Dittatura. Legislazione del primo Console (1800-1803) – VII. Inizio della nuova guerra contro l'Inghilterra ed incoronazione di Napoleone (1803-1804) – VIII. Lo sfacelo della Terza Coalizione (1805-1806) – IX. La disfatta della Prussia e il definitivo assoggettamento della Germania (1806-1807) – X. Dominazione di Napoleone sul Continente Europeo da Tilsit a Wagram (1807-1809) – XI. L'Imperatore e l'Impero allo zenit della potenza (1810-1811) – XII. La rottura con la Russia (1811-1812) – XIII. L'invasione napoleonica in Russia (1812) – XIV. La rivolta dell'Europa vassalla contro Napoleone e la battaglia delle Nazioni (1813) – XV. La guerra in Francia e la prima abdicazione di Napoleone (1814) - XVI. I Cento Giorni - XVII. L'Isola di S. Elena (1815-1821) – XVIII. Conclusione - Appunti di storiografia napoleonica – Note – Bibliografia - Indice dei nomi