Il Cristo di Bernardo Stampa E-mail

Francesco Vermigli

Il Cristo di Bernardo
Cristologia, monachesimo e mistica


S.I.S.M.E.L. – Edizioni del Galluzzo, pagg.XVI-283, € 42

 

vermigli bernardo  IL LIBRO – Il volume si propone di ricostruire il profilo particolarissimo della cristologia bernardina nel quadro della teologia e della spiritualità medievali. Si analizza la vastissima e variegata opera dell'abate di Clairvaux, alla ricerca dei luoghi in cui egli parla del monaco e del Cristo assieme: in particolare, punto di vista privilegiato è l'indagine sistematica del lessico utilizzato e dei riferimenti biblici, affrancandosi in questo dalle categorie interpretative - quali imitatio e devotio Christi - consuete alla storiografia, ma alla prova del testo bernardino inefficaci. L'interpretazione della figura del Cristo risulta il metro di misura per poter valutare l'intero pensiero di Bernardo, la sua concezione del monachesimo e l'atteggiamento tenuto nei confronti della società esterna al chiostro: su tale interpretazione si misura il senso che egli attribuisce alla storia, alla natura e al corpo, in sostanza all'uomo in rapporto con Dio. In conclusione si verifica la legittimità della qualifica di 'mistico' che consuetudinariamente gli si riconosce sulla scorta del Gilson.

  DAL TESTO – "Il Cristo di Bernardo non pensa il mondo, ma rivolge tutta la propria mente e tutte le proprie attenzioni nelle cose che, sole, stanno. Anela ricongiungersi al Padre, da cui proviene e a cui deve tornare, intanto sopporta con patientia e perseverantia la condizione di esilio e di lontananza dalla stabile dimora. Insegna a rigettare le cose caduche di questo luogo, a passare oltre e sopra di esse, ad esultare e a correre la via di questa vita terrena. Insegna la buona battaglia, la fecondità dell'ascesi, la rettitudine di una conversatio condotta nella privazione. Egli è dimentico del mondo, dal mondo spera affrancarsi, dal mondo fugge.
  "Nel suo passaggio su questa terra Egli ebbe contradditori e persecutori, perché il suo insegnamento e il suo esempio si posero come contrari alla sapienza di questo luogo: dal suo esempio e dal suo insegnamento essa venne lacerata. Nel Cristo il mondo riconobbe il proprio avversario. E giustamente, perché le vie del Cristo non furono quelle del mondo: la croce - come mi è già accaduto di dire in conclusione del precedente capitolo - fu la più chiara e definitiva sanzione di questa differenza. Sulla croce il Cristo ha vinto il mondo. Egli si sarebbe potuto salvare con gli strumenti che si tengono consueti in questo mondo e con il mondo sarebbe potuto scendere a patti. Ma chi si contamina con i valori e le categorie di questa regione in cui si vive all'ombra della morte ed in cui i giorni dell'uomo passano e non risiedono - ci dice il Cristo nel claravallense - dal mondo è vinto. Il Cristo sulla croce invece ha sconfitto il mondo: non ha riconosciuto il secolo in grado di contenerlo, al secolo è stato estraneo fino alla fine. La croce è il luogo fisico, e dunque simbolico, della vittoria sul mondo, sulla croce il Cristo di Bernardo ha sperimentato che il mondo è altro-da-sé."

  L'AUTORE - Francesco Vermigli (Firenze, 1978) si è laureato in Storia medievale presso l'Università degli studi di Firenze e ha concluso il Corso di perfezionamento postuniversitario in Filologia e Letteratura Latina Medievale con l'edizione critica dell'Expositio in Iob di Brunone di Segni. Collabora da anni a progetti di ricerca presso la S.I.S.M.E.L. e la Fondazione Ezio Franceschini. Ha recensito libri e ha scritto cronache di convegni sulle principali riviste italiane di studi medievistici. Ha partecipato a convegni di ambito medievistico e non. Nella stessa collana ha curato il volume "Le parole della mistica. Problemi teorici e situazione storiografica per la composizione di un repertorio di testi", 2007.

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione, di Franco Cardini – Introduzione - Tavola delle abbreviazioni – Avvertenza - Il Cristo di Bernardo. Cristologia, monachesimo e mistica - 1. Bernardo e il «non habemus hic manentem civitatem» (Hebr 13,14) (1.1. Pellegrinare ordinato e vagare inordinato - 1.2. «Peregrinatio», o «profectus» - 1.3. La dimensione sociale della conversione: il monachesimo come secondo battesimo - 1.4. «Peregrinatio», o «participatio») - 2. La sapienza per l'eternità (2.1. Il «De gradibus» come «itinerarium in veritatem» - 2.2. Ribaltamento della logica di questo mondo) – 3. Come se il mondo non esistesse: il Cristo (3.1. Esultando come prode nel correre la via – 3.2. Il Cristo umile, obbediente, vergine e povero – 3.3. Passione e Morte: la vittoria definitiva sul mondo) – 4. Bernardo, il Cristo, il mondo, il monachesimo, la mistica - Bibliografia