Uomini e animali. Il posto dell'uomo nella natura Stampa E-mail

Alain de Benoist

Uomini e animali
Il posto dell'uomo nella natura


Diana Edizioni, pagg.96, € 12,00

 

debenoist uomini  IL LIBRO – Nel 1755, nel "Trattato sugli animali", Condillac scriveva: "Sarebbe poco interessante sapere che cosa sono le bestie, se non fosse un modo per sapere che cosa siamo noi". Ogni discorso sull'animale è di fatti un discorso sull'uomo. Che cosa distingue e rende unico l'essere umano nella natura? Le poste in gioco filosofiche, scientifiche, ideologiche e religiose della questione sono considerevoli e controverse, al punto di determinare e marcare dei confini netti fra diverse e antitetiche visioni del mondo.
  Questo saggio prende le mosse da alcune riflessioni suscitate ad Alain de Benoist dalla lettura di un libro pubblicato nel 2009 da Yves Christen intitolato "L'animal est-il une personne?".
  L'opera di Christen ha avuto una buona accoglienza da parte del grande pubblico e dei mezzi di informazione. Successivamente, sono stati pubblicati altri libri che affrontavano questioni simili. Il presente saggio costituisce il contributo di de Benoist a questo dibattito. Alcuni estratti sono stati pubblicati nel numero di gennaio/marzo 2010 della rivista "Éléments" (pagg. 31-44).
  Alain de Benoist affronta il tema con rigore e precisione, analizzando gli elementi della sua strutturata e originale riflessione filosofica. "Uomini e animali" è un saggio di alta divulgazione culturale e la chiave d'accesso privilegiata per quanti vogliano accostarsi alle idee di un autore fra i più prolifici e interessanti del contemporaneo panorama intellettuale europeo.

  DAL TESTO – "Ciò che distingue fondamentalmente le società animali, che sono società naturali, dalle società umane è che, come ha mostrato in particolare Cornelius Castoriadis, non può esserci società umana senza istituzione simbolica, più precisamente senza l'istituzione di un mondo storico-sociale di significati radicati nell'immaginario simbolico. È nel seno stesso dell'istituzione simbolica, e con la sua intermediazione, che gli uomini instaurano poi un rapporto con ciò che c'è in essi di naturale. Ogni relazione dell'uomo con il mondo si inscrive di conseguenza, in una prospettiva in cui il mondo non appare soltanto per ciò che è, ma si confonde con l'interpretazione che ne è data: «È la stessa cosa», scrive Castoriadis, «dire che la società istituisce ogni volta il mondo come il suo mondo, o il suo mondo come il mondo, e dire che istituisce un mondo di significati». «Sarebbe anche superficiale e insufficiente», precisa altrove, «dire che ogni società contiene un sistema di interpretazione del mondo. Ogni società è un sistema di interpretazione del mondo». È l'istituzione simbolica a determinare ciò che è considerato come reale, ciò che è dotato di senso e ciò che non lo è. Ora, l'animale non ha questa capacità di interpretazione simbolica. Come scrive Marshall Sahlins, «nessuna scimmia può stabilire la differenza tra dell'acqua benedetta e dell'acqua distillata» - né vedere nella mela un simbolo di immortalità! Proprio per questo, l'antropologia in senso ampio, le scienze sociali, la scienza politica in particolare - ma Christen non arriva fino al punto di sostenere che le specie animali conoscono anche la politica - non possono essere ridotte alla zoologia.
  "Lo stesso dicasi del linguaggio che, nella specie umana, è lungi dall'essere un semplice mezzo di comunicazione. Come osserva Jean-Claude Quentel, «l'uomo si astrae con il suo linguaggio dal legame immediato con un segno sonoro e un senso, ossia da una forma di etichettatura del mondo cui restano legati gli altri esseri viventi, compresi i mammiferi che ci sono più vicini». «Allo stesso modo», prosegue, «l'uomo si astrae da ciò che la specie gli impone [...] Egli si mostra paradossalmente capace di assentarsi dalla situazione nella quale si trova impegnato, pur manifestando la sua presenza e tenendo conto delle costrizioni naturali cui è sottoposto. Tuttavia, non aderisce mai totalmente alla situazione e questa distanza che assume rispetto a se stesso e alla congiuntura gli permette, accedendo a un tempo, a uno spazio e a un ambiente cui gli altri mammiferi non potranno emergere, di cambiare incessantemente pur essendo lo stesso, insomma di produrre la storia e il sociale»."

  L'AUTORE – Alain de Benoist (Parigi, 1943), scrittore e saggista, vive e lavora a Parigi, dove dirige le riviste "Nouvelle école" e "Krisis". Ha pubblicato numerosi volumi e saggi tradotti in molte lingue. Tra le sue opere ricordiamo la silloge "Théoriques-Critiques" (2003), e in traduzione italiana: "Le sfide della postmodernità" (2003), "Oltre i diritti dell'uomo" (2004) e "Identità e comunità" (Guida, 2005).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Giuseppe Giaccio - Nota preliminare - Avvertenza - Capitolo I - Capitolo II - Capitolo III - Capitolo IV - Capitolo V - Nota sull'antropologia filosofica