Pappa mundi. Geoeconomia del cibo Stampa E-mail

Francesco Galietti

Pappa mundi
Geoeconomia del cibo


Guerini e Associati, pagg.94, € 11,50

 

galietti pappamundi  IL LIBRO – 2015: il blocco alle importazioni di cibo è l'arma brandita da Vladimir Putin per rispondere alle sanzioni occidentali sull'Ucraina. Nel frattempo la Cina finisce sottosopra per la carne avariata nei fast-dine cinesi che servono il gusto occidentale, e il colossale fondo sovrano di Pechino inizia lo shopping alimentare in tutto il mondo.
  Per Samuel Huntington «L'essenza della civiltà occidentale è la Magna Charta, non il BigMac», ma nell'anno in cui ricorre il compleanno della Magna Charta e a Milano si apre il forum globale sul cibo dell'Expo, il BigMac è un affare di Stato.
  «Il mercato mondiale del cibo è oligopolistico, È dominato dai paesi avanzati, in particolare dagli USA. Essi tendono a considerare l'export alimentare per il suo valore non solo economico, ma anche politico, sia interno che internazionale. Il cibo diventa così uno strumento di politica interna ed estera, di valenza maggiore di quella realizzabile con speculazioni e manipolazioni delle altre commodities. Le principali potenze mondiali ne sono ben consapevoli.» (dalla Presentazione di Carlo Jean)

  DAL TESTO – "Le produzioni alimentari hanno anche rilevanti impatti geopolitici nei rapporti internazionali. Il monopolio delle esportazioni da parte di un numero limitato di paesi consente loro di «giocare» sull'entità delle forniture e di manipolare i prezzi. L'egemonia mondiale degli USA è stata permessa anche dal Food for Peace Program, del 1954. L'utilizzo del cibo come vera e propria arma è stato esplicitamente previsto nel National Security Memorandum 200 «Implications on Worldwide Population Growth for the us Security and Overseas Interests», del 24 aprile 1974, redatto dalla CIA e dal Dipartimento di Stato su richiesta di Henry Kissinger. In esso si proponeva che gli USA cessassero ogni aiuto alimentare ai paesi in via di sviluppo che non avessero adottato politiche di regolazione delle nascite, ritenute dagli USA premesse per la stabilità sociale e lo sviluppo sostenibile. Si assumeva come corretta la teoria di Malthus – falsificata poi dallo sviluppo tecnologico, come lo furono le previsioni del Club di Roma sulla fine del petrolio - che l'aumento della popolazione avesse un andamento geometrico e quello dell'alimentazione uno solo lineare. La correzione del divario era indispensabile per garantire la continuazione dell'egemonia USA nel mondo. Il documento si spingeva a suggerire l'effettuazione di ricerche per produrre «frumento spermicida», per rallentare la crescita della popolazione di paesi critici del Terzo Mondo. Negli anni Settanta fu elaborata sempre negli USA la dottrina del Linkage. Essa prevedeva l'embargo delle esportazioni di cereali all'URSS, in caso di suo comportamento aggressivo in qualsiasi parte del mondo. Tale dottrina fu attuata in occasione dell'invasione dell'Afghanistan da parte dell'Armata Rossa. Negli USA furono anche elaborate proposte per incentivare nel Terzo Mondo le produzioni agricole non alimentari (cotone, cacao, caffè ecc.), al fine di aumentare la sua dipendenza dalle importazioni alimentari dagli USA e renderlo più disponibile ad accettare le pressioni politiche di Washington."

  L'AUTORE – Francesco Galietti (1982) è fondatore del centro di scenaristica e rischio politico Policy Sonar. Ha studiato economia, diritto e relazioni internazionali tra Italia, Germania e Stati Uniti, e ha fatto una full immersion «eretica» di geotecnologia alla californiana Singularity University. Nel triennio 2008-2011 è stato consigliere al Ministero dell'Economia e delle Finanze.

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione, di Carlo Jean - 1. Il risiko globale del cibo - 2. Geoeconomia del cibo - 3. L'appetito del Dragone - 4. Il nuovo limes - 5. L'Italia, al centro del Grande Gioco food - 6. L'appetito sovrano in Italia - 7. Next: il cibo del futuro