L’Imperatore della Cina Stampa E-mail

Joachim Bouvet

L'Imperatore della Cina

Guanda, pagg.176, € 14,00

 

bouvet imperatore  IL LIBRO – Il "Portrait historique de l'empereur de la Chine", pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1697, è la biografia dell'imperatore cinese Kangxi scritta dal gesuita-matematico Joachim Bouvet. Bouvet giunse in Cina nel 1685 tra i componenti della cosiddetta missione dei matematici del Re, la prima spedizione finanziata dal Re Sole e sotto il patronage dell'Accademia Reale delle Scienze. Arrivato a Pechino, il gesuita divenne il maestro di Kangxi, ed elaborò per il pubblico europeo un ritratto dell'imperatore colto nella sua vita privata. Attraverso continui parallelismi tra la corte cinese e Versailles, Bouvet raccontò in toni apologetici una Cina molto diversa da quella dispotica che avrebbero descritto gli illuministi. "Il Portrait historique", anche grazie all'interesse di Leibniz che lo tradusse in latino, giocò un ruolo di primo piano nell'intenso dibattito sulla natura dei riti cinesi che proprio in quegli anni era tornato di grande attualità, e contribuì a difendere la validità della missione cinese e la reputazione stessa della Compagnia di Gesù, dopo la condanna della Sorbona di alcuni libri scritti da gesuiti. Il libro di Bouvet - che presentiamo in questa nuova traduzione italiana, la prima dopo il 1710 - restituisce insieme la civiltà cinese del XVII secolo, la straordinaria avventura dei missionari gesuiti in Oriente e una stagione in cui la monarchia francese si apriva verso il mondo.

  DAL TESTO – "Ogni volta che l'Imperatore esce da Pechino per andare a caccia o da qualche altra parte, se accade che qualcuno, oppresso dall'ingiustizia dei mandarini, venga ad attenderlo sulla via del ritorno per presentargli qualche richiesta contro di loro implorando la giustizia di Sua Maestà, non deve che mettersi in ginocchio a qualche passo dal sentiero su cui l'Imperatore deve passare, tenendo la propria supplica aperta sulle mani. In tali occasioni solitamente il Principe non manca di ordinare a qualche persona di fiducia d'informarsi sulla questione e, se merita attenzione, di esaminarla; e se accerta la colpevolezza dei mandarini li fa sottoporre a rigorose punizioni.
  "Ha perfino diversi modi per discernere quelli che gli presentano le loro controversie per passione da coloro che lo fanno per ragione e per necessità. Ecco una maniera di cui si è servito successo diverse volte. Esamina l'aria e il modo in cui si avvicinano; se lo fanno con il rispetto dovuto alla Sovrana Maestà, accontentandosi di stare umilmente in ginocchio in un luogo un po' discosto con la supplica in mano, li ascolta con bontà; invece se si mettono, per così dire, in imboscata, molto prossimi al sentiero ed escono improvvisamente quando sta per passare, non vi fa caso; egli ascolta ancora meno quelli che, impediti dalle guardie nell'avvicinarlo, gettano forti grida, domandando giustizia a gran voce; questo Principe ha imparato dall'esperienza che la passione fa agire ordinariamente questo genere di persone. Tuttavia non vuole si maltratti alcuno di coloro che gli presentano le loro richieste affinché non perdano interamente il rispetto, e lascia a tutti la piena libertà di ricorrere a lui, e al contempo serba i mandarini nel loro dovere, con il timore che qualcuno venga a presentare suppliche contro di loro. Abbiamo visto, infatti, molte volte dei mandarini importanti, anche dei più vicini alla persona dell'Imperatore, essere accusati, perdere i loro incarichi ed essere rigorosamente puniti, come richiesto dai loro errori."

  L'AUTORE – Joachim Bouvet fu un missionario gesuita, nato a Le Mans, in Francia verso il 1656 e morto a Pechino, in Cina, nel 1730. Fu uno dei primi gesuiti scelti da Luigi XIV per la missione in Cina, insieme ad altri quattro confratelli. Essi furono accolti favorevolmente dal famoso imperatore Khang-hi o Kangxi, che volle Padre Bouvet come istruttore di matematica, astronomia e filosofia. Dalla sua posizione privilegiata padre Bouvet collaborò alla realizzazione di mappe delle varie province cinesi. Forte della sua esperienza, la raccontò in alcuni libri, tra cui questo, pubblicato in Francia nel 1697, in cui definì Khang-hi il «Luigi XIV della Cina». Lo scopo principale delle sue opere era alimentare l'interesse di Luigi XIV per la Cina. I suoi libri riscossero l'interesse degli intellettuali francesi dell'epoca, tra cui Leibniz e Voltaire.

  INDICE DELL'OPERA – Visioni di un imperatore - L'Imperatore della Cina – Avvertimento – Abbreviazioni – Note - Bibliografia essenziale e ragionata