Sgretolamento. Voci senza filtro Stampa E-mail

Antonio Ferrari

Sgretolamento
Voci senza filtro


Jaca Book, pagg.173, € 15,00

 

ferrari sgretolamento  IL LIBRO – Un'intervista può essere la radice quadrata della verità oppure un'inutile e vanitosa esibizione. L'intervista è anche un'arma formidabile nelle mani dell'intervistatore. Il quale può decidere se compiacere l'intervistato o servire e appassionare il lettore. Questo libro va oltre, perché racconta i retroscena più segreti e piccanti, quasi sempre inediti, di una serie di interviste e di incontri con alcuni fra i protagonisti della politica internazionale durante i decisivi anni '80. Gli anni che accompagnano lo sgretolamento del Muro fino al suo fragoroso crollo. Gli anni che vedono il tramonto di rapporti di forze che avevano garantito, dal dopoguerra, un sostanziale seppur cinico e spietato equilibrio. Ciascuno dei protagonisti, in questo libro, ha qualcosa da rivelare e spesso ha qualcosa da nascondere.
  Le bugie sulla strage di Sabra e Chatila di Pierre Gemayel. L'Unione Europea possibile e l'inchino alla vitalità e alla creatività italiana di Helmut Schmidt. Il comunismo feroce di Nicolae Ceausescu. Il camaleonte Yasser Arafat. Il diffidente e coraggioso re Hussein e le altre voci senza filtro degli anni '80. "Questi – scrive Sergio Romano nella Prefazione - sono soltanto alcuni dei personaggi che riempiono le pagine del libro. Il vero protagonista, comunque, è l'autore. Le interviste non sono meno interessanti del modo in cui vengono ottenute e del contesto in cui vengono realizzate."

  DAL TESTO – "Ero stato in Iraq più volte, e quando ci invitavano al fronte, esattamente come avevano fatto i loro nemici iraniani, gli iracheni erano gentili e pieni di premure. A Bagdad speravano ovviamente che i nostri reportage confermassero la vittoria del loro Paese, e documentassero il fatto (le matrici in ebraico sembravano vere: le ho viste con i miei occhi) che alcune delle armi sottratte agli iraniani erano provenienti dagli arsenali dello Stato ebraico. Pasticci sicuri e ben noti, quasi un effetto collaterale dello scandalo Iran-Contras, che vedeva coinvolta anche la presidenza di Ronald Reagan. Al terzo giorno di permanenza, cercavo di scrivere da Badgad qualche articolo di analisi sulla base delle notizie che mi arrivavano dalle agenzie: agenzie che mi facevo leggere da Milano. Non esistevano né Internet né cellulari, e allora bisognava sempre trovare il modo di arrangiarsi.
  "[...] Avevo scritto dal Libano alcuni articoli durissimi sull'Hezbollah, cioè il «Partito di Dio» filoiraniano, sulla strategia violenta del movimento sciita, e sulla sua origine assai opaca. Hezbollah, per un terzo partito politico, per un terzo milizia armata e per un terzo collegato a campagne terroristiche era sostenuto e finanziato da Teheran; inoltre, avevo scritto articoli durissimi nei confronti del presidente siriano Hafez al-Assad, nemico giurato di Saddam. Quindi significava, nella logica equazione mediorientale, che ero un amico sicuro: «il nemico del mio nemico è mio amico». L'altro amico dell'Iraq, tra i giornalisti del «Corriere della Sera», era il nostro bravissimo Ettore Mo, che dall'Iran era stato addirittura espulso agli albori della rivoluzione khomeinista. Durante una visita dei pasdaran all'hotel Intercontinental di Teheran, i fanatici del regime avevano letteralmente distrutto migliaia di bottiglie di vino, alcune preziosissime. Ettore, giustamente furibondo, concluse il suo articolo con una frase memorabile: «Quando si cominciano a distruggere sistematicamente le bottiglie di vino, allora vuol dire che non c'è più religione». Scriverlo per gli intransigenti apostoli di Khomeini era peggio di una bestemmia."

  L'AUTORE – Antonio Ferrari, giornalista e scrittore, è nato a Modena nel 1946. Ha cominciato come cronista al «Secolo XIX» di Genova e dal 1973 è al «Corriere della Sera»: inviato speciale ed editorialista. Dopo aver seguito gli anni del terrorismo italiano, con le trame nere e rosse, è passato all'estero. Prima in Europa e nei Paesi dell'Est comunista, per approdare nei Balcani, nel Medio Oriente e in Nord Africa. Ha seguito quasi tutte le crisi di queste regioni, le guerre, i tentativi di pacficarle. Ha intervistato, nel corso degli anni, quasi tutti i leader di un'area estesa ed estremamente variegata. È membro del Comitato scientifico del CIPMO (Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente) e di Gariwo (La foresta dei Giusti). È autore di libri: "Sami, una storia libanese" (tradotto anche in arabo); "Islam sì Islam no"; "7 aprile", e con altri autori "Morte di un generale", dedicato alla figura di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Presso Jaca Book ha pubblicato "Altalena. Voci senza filtro" (2014).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Sergio Romano – Introduzione - Pierre Gemayel e la grande menzogna - Helmut Schmidt si inchina all'Italia - Nicolae Ceauşescu e l'intervista più umiliante - Yasser Arafat e l'invenzione dello jogging - Re Hussein e l'incubo del registratore - Felix Fedotov, la Siria e l'ombra di Gorbačëv - František Tomášek e il coraggio della solitudine - Juro Jakubisko e l'intervista della paura - Bucarest, trappola per un'intervista – Uğur Mumcu, quando il giornalista deve morire - Alparslan Türkeş, il capo-squalo dei Lupi Grigi – Turgut Özal, fra Tex Willer e Alberto Tomba - Alberto Cavallari e quei segnali del Vaticano - Petăr Mladenov e il complotto per colpire Andropov - Giulio Andreotti e la pista bulgara inventata - Mario Rizzi e l'innocenza della Bulgaria – Haim Cohn e Gerusalemme capitale di due Stati - Nayef Hawatmeh e la crisi di identità - Simon Wiesenthal e Cristina, la dimafonista - Taha Yassin Ramadan e l'incredibile scivolata irachena – Andreas Papandreou, l'antiamericano filoamericano - Melina Mercouri, ministra fedele e devota - Mikis Theodorakis, comunista che sceglie la destra - Nikos Kouris e il Gladio greco - Amin Gemayel, il dandy verticale - Michel Aoun, l'ingenuità al potere - Farouk Al-Shara'a e la sindrome di Nerone - Walid Jumblatt, «sono una pedina, come tutti»