Italia fascista Stampa E-mail

Paul Corner

Italia fascista
Politica e opinione popolare sotto la dittatura


Carocci Editore, pagg.390, € 28,00

 

corner fascista  IL LIBRO – "Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato" era lo slogan che esprimeva in modo sintetico e inconfondibile l'imperativo centralizzatore della dittatura fascista. L'Italia doveva essere unita sotto il suo Duce e la sua parola seguita con lo stesso fervore in ogni angolo della penisola. Ma la realtà del regime nelle province corrispondeva a questo imperativo? Oppure fu segnata inesorabilmente dalle squallide lotte per il potere locale e dal progressivo declino del consenso popolare al regime? Corner descrive come si svolse la vita politica nelle province, come le logiche locali e personali incisero sul funzionamento del regime e come la gente reagì alle azioni di quella che già allora venne definita la "nuova casta" di gerarchi e gerarchetti. Ne risulta un'immagine nuova e sconcertante di un "fascismo reale" provinciale molto diverso da quello propagandato dal centro e da quello conosciuto da gran parte della storiografia.

  DAL TESTO – "[...] mentre il fascismo italiano fu una rivolta contro il centro, che portò alla superficie della vita politica del paese le potenti forze centrifughe che non erano mai state pienamente poste sotto controllo durante l'epoca liberale, il sentimento nazista anti Weimar non consistette tanto nell'affermazione dell'autonomia locale rispetto al governo centrale, quanto nel desiderio di creare un nuovo Stato forte che ricalcasse le linee dell'impero sconfitto nel 1918. Mentre i ras provinciali del fascismo a volte oscillavano nelle loro posizioni a causa delle tensioni fra potere locale e autorità dello Stato centrale, i leader locali nazisti non ebbero mai alcun dubbio sul fatto che gli imperativi della nazione e della razza dovessero avere, nell'ultima istanza, un ruolo
dominante.
  "A tale proposito la posizione di Hitler e il riconoscimento del principio del capo (Führerprinzip) ebbero indubbiamente una grande importanza; in Italia, durante gli anni Venti, Mussolini non fu in grado di realizzare un controllo neppure lontanamente paragonabile a quello di Hitler sul proprio movimento. Il duce era infatti in debito con quanti avevano rivestito posizioni di potere già prima della marcia su Roma - e non in seguito ad essa - e incontrò pertanto notevoli difficoltà nel ricondurli all'ordine. Queste relazioni di dipendenza cambiarono con il tempo, ma all'epoca in cui il culto del duce si affermò compiutamente, nel corso degli anni Trenta, il danno era in gran parte già fatto: le fazioni avevano preso forma autonoma e ciascuna rivendicava l'appoggio esclusivo di Mussolini."

  L'AUTORE – Paul Corner insegna Storia dell'Europa all'Università di Siena, dove dirige il Centro per lo studio dei regimi totalitari del Ventesimo secolo. È Senior Member di St. Antony's College, Oxford. Ha pubblicato numerosi libri e articoli sulla storia dell'Italia e, in particolare, sul fascismo. Nel 2009 ha curato il volume di storia comparata "Popular Opinion in Totalitarian Regimes. Fascism, Nazism, Communism" (Oxford University Press, trad. it. "Il consenso totalitario. Opinione pubblica e opinione popolare sotto fascismo, nazismo e comunismo", Laterza, 2012).

  INDICE DELL'OPERA – Sigle – Avvertenza – Introduzione. Il "fascismo reale" (Un necessario cambio di prospettiva: dalla periferia al centro - Verso lo Stato totalitario: gli anni Trenta e la storiografia - L'importanza del partito - Ideologia e interessi, pubblico e privato - Il partito e il popolo - La questione del "consenso") - 1. Le premesse del progetto fascista: uno scritto esemplare di Agostino Lanzillo (La "disfatta del socialismo" - L'"uomo nuovo" e il "mondo nuovo") - 2. Il fascismo di provincia: periferia e centro prima del 1925 (Forze centrifughe - Nuove alleanze - Il Patto di pacificazione - Feudi locali e prime forme di dissidenza - Verso l'accentramento? - I ras provinciali - La "personalizzazione" del movimento) - 3. La stabilizzazione del partito nelle province (Il problema degli intransigenti - Farinacci alla segreteria del partito - L'ascesa di Turati - La questione della base) - 4. Il partito e lo Stato (Gerarchie d'autorità - Gerarchie contestate - La base fascista: qualità e competenza) - 5. Battaglie in provincia: problemi dentro il partito (Lotte di fazione: il "beghismo" - La risposta del partito - Le dinamiche delle lotte di fazione locali - Il "fazionalismo" nelle province meridionali - La persistenza dei personalismi - Il "cannibalismo" - PNF e NSDAP a confronto) - 6. Disorganizzazione, corruzione, arricchimenti (Verso la paralisi del partito - La distruzione delle reputazioni) - 7. Organizzazioni di massa e parastato (L'era Starace: numeri illimitati, attivismo senza fine - Il mancato funzionamento delle organizzazioni di massa - Oltre il partito) - 8. L'opinione popolare (Fonti e spie: alcune questioni di metodo - «La gente tace perché ha paura»: come interpretare l'opinione popolare - Il partito e la gente: lo scollamento aumenta - Il caso torinese - L'Etiopia e l'entusiasmo condizionato) - 9. Gli anni Trenta: il distacco (Scontento, disaffezione e disgusto - Una seconda generazione? - Dissidi tra i seguaci) - 10. La "nuova casta" e la "fase totalitaria" del fascismo (L'irrequietezza popolare negli anni prebellici - La "nuova casta" - La prospettiva della guerra) - 11. In fuga dall'incantatore (Amare il cantante, odiare la canzone - La non belligeranza, 1939-40 - In guerra) - 12. Concludendo: il fallimento del partito – Note – Bibliografia - Indice dei nomi