12 anni a Guantanamo Stampa E-mail

Mohamedou Ould Slahi con Larry Siems

12 anni a Guantanamo

Edizioni Piemme, pagg.420, € 18,50

 

slahi guantanamo  IL LIBRO – Quando, nel 2002, Slahi viene mandato nel famigerato campo di detenzione di Guantánamo, è costretto a sopportare tutto il peggio che un carcere può offrire, compresi mesi di deprivazione sensoriale, tortura, violenze sessuali, minacce di ogni tipo, perfino ai suoi cari. Dopo tre anni di prigionia, ha cominciato a scrivere a mano la sua storia, in inglese, la lingua che ha imparato interagendo con i suoi carcerieri.
  Nel 2007 l'Fbi, la Cia e l'intelligence americana hanno stabilito che non ci sono elementi per collegare Slahi ad alcun atto di terrorismo. Non è mai stato accusato formalmente di alcun crimine. Nel 2010 un giudice federale ha ordinato la sua scarcerazione. Eppure resta a Guantánamo.
  Nonostante questa inimmaginabile ingiustizia, Slahi rimane tollerante, razionale, benevolo. La sua è una memoir intima e personale, spaventosa, pervasa da una grazia sorprendente. Il suo manoscritto è stato ora declassificato dal governo americano e le sue parole ispirate, percorse da un umorismo dark, comunque devastanti, sono finalmente a disposizione di tutti. Raccontano una storia scioccante, fondamentale, che ha il potere di modificare la considerazione di ciascuno e rappresenta un documento di immensa importanza storica.
  Il risultato è una lettura avvincente e rivelatrice, un racconto di perseveranza umana portata al limite, ma mai spezzata.

  DAL TESTO – "In quel braccio cominciarono ad applicare il loro metodo. Mi privarono di tutti i miei beni, a parte un sottile materassino e una piccola coperta, logora e ancora più sottile. Mi privarono dei libri, che erano di mia proprietà, mi privarono del mio Corano, mi privarono del sapone. Mi privarono del dentifricio e dell'unico rotolo di carta igienica che avevo. Nella cella - o meglio, nella scatola - la temperatura era tenuta talmente bassa che tremavo di freddo la maggior parte del tempo. Mi era vietato vedere la luce del giorno; solo di tanto in tanto mi davano qualche momento d'aria, ma di notte, per impedirmi di avere contatti con gli altri detenuti. Vivevo letteralmente nel terrore. Per i successivi settanta giorni dovetti rinunciare alla dolcezza del riposo: gli interrogatori andavano avanti ventiquattr'ore su ventiquattro, per tre e a volte anche quattro sedute al giorno. Era difficile avere un giorno di riposo. Non ricordo di aver dormito tranquillo anche solo una notte. «Se collabori, potrai dormire un po', e avere pasti caldi» continuavano a ripetermi."

  GLI AUTORI – Mohamedou Ould Slahi è nato nel 1970 in una cittadina in Mauritania. Grazie a una borsa di studio, ha frequentato il college in Germania, dove ha lavorato diversi anni come ingegnere. È tornato in patria nel 2000. L'anno seguente, dietro richiesta degli Stati Uniti, è stato trattenuto dalle autorità mauritane e trasferito in una prigione in Giordania. In seguito è stato spostato prima alla base dell'Air Force a Bagram in Afghanistan e infine, il 5 agosto 2002, alla prigione americana di Guantánamo a Cuba, dove è stato sottoposto a pesanti torture. Nel 2010 un giudice federale ha ordinato il suo immediato rilascio, ma il governo americano ha fatto ricorso. Gli Stati Uniti non lo hanno mai accusato di alcun crimine. È tuttora imprigionato a Guantánamo.
  Larry Siems è uno scrittore, attivista per la difesa dei diritti umani e della libertà di espressione. Vive a New York.

  INDICE DELL'OPERA – Uno. Giordania / Afghanistan / GTMO. Luglio 2002 / febbraio 2003 - Prima - Due. Senegal / Mauritania. 21 gennaio 2000 / 19 febbraio 2000 - Tre. Mauritania. 29 settembre 2001 / 28 novembre 2001 - Quattro. Giordania. 29 novembre 2001 / 19 luglio 2002 - GTMO - Cinque. GTMO. Febbraio 2003 / agosto 2003 - Sei. GTMO. Agosto 2003 / dicembre 2003 - Sette. GTMO. 2004-2005 - Note - Nota di Mohamedou Ould Slahi - Ringraziamenti di Larry Siems