Quando sbarcavano i Saraceni Stampa E-mail

Raffaele Iorio

Quando sbarcavano i Saraceni
da Otranto a Vieste


Schena Editore, pagg.112, € 5,20

 

iorio saraceni  IL LIBRO – Gommoni e scafìsti sul mare della Puglia d'oggi sembrano un prolungamento delle flottiglie che un millennio fa approdavano, nel nome del giovane Islàm, su tutta la cimasa di queste coste. E vi lasciarono il segno. Dove? Quale? Con quale profondità? Poiché nessun incontro è sterile, questo saggio è come un dossier di fatti, cose, persone che avviarono una Puglia diversa. Il formarsi degli emirati di Bari e di Taranto, la sopravvivenza di parole arabo-musulmane nel linguaggio quotidiano, di forme, di luci e di colori nell'architettura sacra e profana, nei cibi, nei vestiti, nella suppellettile pubblica, nel pregare un Dio che aduna le speranze e le disperazioni dell'esistenza sulla terra: tutto ciò, importato dall'Islàm, non è sparito. Senza consapevolezza del proprio passato si è come dei clandestini a bordo del futuro. Conoscere quel passato non è un lusso né un ozio: è un dovere. Anzi, con i tempi che corrono, un'urgenza e una necessità.

  DAL TESTO – "Sta di fatto che dall'858 all'862 è tutta una sequela di scorrerie da Conza alla Liburia, da Ascoli Satriano a San Vincenzo al Volturno, da Venafro a Capua, da Ariano a Teano, da Montecassino a Canosa a San Michele al Gargano. Ma mentre all'orizzonte si profilava, nella sua terza spedizione, il ritorno imperiale di Ludovico II, da Baghdad, o meglio dalla Versaglia abbaside di allora, sulle rive del Tigri, Samarra, giungeva nell'863, spedito dal califfo Musta'in, e consegnato nelle mani di Wasif, direttore per gli affari maghrebini, il tanto sospirato diploma di wali a tutti gli effetti.
  "Certo è che il biennio 864-866 segna l'apogeo dell'emirato barese; un emirato che comprendeva ormai quasi tutta la Puglia. Una sorta di lungo viadotto nel lucroso commercio di schiavi che aveva per capolinea di imbarco e punto di smistamento la rada di Taranto. Ne dà preziosa testimonianza nella sua relazione di viaggio, Itinerario ai luoghi santi, il monaco Bernardo che, diretto in Palestina con due confratelli – il beneventano Teodemundo e un altro spagnolo -, attraversa la Puglia, giunge a Bari («alta sul mare e cinta da doppia muraglia») e ottiene dal princeps Suldanum un lasciapassare, una carta d'imbarco su sei vascelli che caricavano, essi soli, nientemeno che seimila schiavi razziati nel Beneventano per trasportarli verso i mercato africani e siriani di Alessandria e Tripoli."

  L'AUTORE – Raffaele Iorio, medievista della redazione di «Quaderni Medievali» e assistente alla cattedra di Archeologia cristiana dell'Università di Bari, ha condotto e pubblicato campagne di scavo a Efeso (Turchia) e alla necropoli longobarda di Belmonte di Altamura. Ha collaborato con Giosuè Musca nella pubblicazione di "Ruggero d'Altavilla" e con Francesco Tateo per la monarchia normanna della laterziana "Storia di Bari"; da un codice inedito dell'archivio di stato di Malta ha pubblicato "L'inchiesta di papa Gregorio XI sugli Ospedalieri della diocesi di Trani", nonché le relazioni su "Centri urbani nella Puqlia medievale. Canne e Siponto" e su "Umanità disumana di Federico persona e personaggio", tenute nei convegni internazionali del Centro studi normanno-svevi dell'Università di Bari e dell'Istituto internazionale di studi federiciani, oltre che "L'urbanistica medievale di Bari tra X e XIII secolo" in «Archivio Storico Pugliese».

  INDICE DELL'OPERA – Premessa - 1. La città santa e i suoi incursori - 2. Lo spazio, i percorsi, gli itinerari - 3. Con gli emiri e i corsari - 4. Schiavi e dinhâr per un impero - 5. Federico II: lo sterminio e il buon lager - 6. Da zero a Dio dentro le parole - 7. Con l'arte e con il corpo profumato - Nota bibliografica