I congiurati di Napoleone Stampa E-mail

Massimo Novelli

I congiurati di Napoleone
Storie di patrioti e di giacobini


Araba Fenice Edizioni, pagg.320, € 18,00

 

novelli congiurati  IL LIBRO – Sbarcato a Genova il 9 maggio del 1814 dal veliero inglese "Boyne", che lo aveva accolto a Cagliari, il re Vittorio Emanuele I di Savoia entrò a Torino il giorno 20 di quel mese. Francesco Cognasso scrive nella sua storia della città che dopo aver fatto tappa a Moncalieri, scese di vettura all'altezza del Valentino e salì a cavallo. Da una guardia urbana si fece dare il cinturone della sciabola e lo mise al collo". Al ponte nuovo il corpo decurionale, ricostituitosi dopo l'elliminazione della municipalità, gli offrì le chiavi della città. Mai in Torino fu veduta festa più commovente. Percorsa la contrada di Po, dove erano schierati i reparti austriaci, il sovrano si diresse a Palazzo Reale. Alla gioia di nobili, borghesi, popolani, campagnoli, uniti in un solo pensiero, non si associarono tutti. Nello stesso 20 di maggio, a Torino, alcuni uomini, che avevano trascorso senza dormire la notte precedente, non solo non esultavano per il ritorno di Vittorio Emanuele, ma stavano cospirando per farlo cadere dal trono appena riconquistato. Mentre la città era in festa, il 19 maggio 1814, un giovedì, a mezzanotte quattordici persone si riunivano segretamente e firmavano un indirizzo a Napoleone Bonaparte perché abbandonasse l'esilio dell'Elba, chiamasse a raccolta tutti i suoi fedeli sparsi per la penisola e assumesse la corona d'Italia, ricreando l'impero romano.
  Come scrive Giulio Massobrio nella prefazione, in "questo libro straordinario" Novelli compie "un'operazione di grande valore storiografico, insieme attenta alle vite quotidiane e ai grandi motori della Storia". S'affollano tra il 1789 e il 1815, l'anno della battaglia di Waterloo, giacobini e realisti, corsari e nobildonne, impostori ed eroi. A dare il titolo è la narrazione del tentativo di alcuni patrioti nel 1814 d'incoronare Napoleone, esiliato all'Elba, a imperatore d'Italia. La cospirazione ovviamente fallì, ma da quei fatti, da quei tempi, come scrisse Carlo Pisacane "ha principio la storia de' moderni italiani".

  DAL TESTO – "Decine di migliaia di italiani servirono da ufficiali e da soldati il Regno Italico, la Francia e Napoleone nell'esercito e nella Grande Armée, cadendo ad Austerlitz, a Jena e ad Auerstädt, a Friedland e a Wagram, alla Moscova e a Gerona, a Tarragona, a Sagunto, a Valencia, a Talavera. Piero Pieri afferma nella Storia militare del Risorgimento che tra il 1797, sotto la bandiera della Repubblica Cisalpina, e il 1814 versarono «generosamente il loro sangue in pressoché tutti i campi di battaglia delle guerre napoleoniche, sia tra le schiere del Regno italico, sia fra quelle dell'esercito napoletano di Giuseppe Bonaparte e di Gioacchino Murat, sia nei reggimenti francesi delle regioni nostre annesse via via alla Francia». Basterebbe ricordare che in Russia, nel 1812, dei 26 mila combattenti del Regno Italico «alla fine a mala pena un migliaio riuscivano a porsi in salvo!». In Spagna, nel settembre del 1809, «la divisione Lechi da 7000 uomini era ridotta a 317!», e «quanto ai napoletani, su più di 32000 spediti nella penisola iberica, ne tornarono 9000!». Gli italiani, prosegue il grande storico militare, «avevano mostrato tenace fedeltà a Napoleone proprio nel 1813 , quando la sua fortuna crollava»."

  L'AUTORE – Massimo Novelli è nato a Torino nel 1955. Scrittore, giornalista del quotidiano "la Repubblica", è autore, tra gli altri libri, di "L'uomo di Bordighera. Indagine su Guido Seborga" (Spoon River, 2003), "Corbari, Iris e gli altri. Un racconto della Resistenza" (Spoon River, 2003), "La furibonda anarchia" (Araba Fenice, 2007), "La cambiale dei Mille e altre storie del Risorgimento" (Interlinea, 2011), "La grande armata dei dispersi e visionari. Vita dello scrittore Stefano Terra" (Ediesse, 2013) e "Gli avvelenatori del duca di Savoia. Cronache scellerate del 1600" (Araba Fenice, 2013).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Giulio Massobrio - I. Il famoso Joseph Chalier - II. Per quanto porta la fama (Omaggio a Faustino Curlo e ad Augusto Monti) - III. Il vero amico del popolo (Francesco San Martino della Morra, un nobile giacobino) – IV. L'ammiraglio dei corsari del Re di Sardegna - V. È giunta l'ora destinata al furor (Nella Bufera) - VI. Il mio re infelicissimo - VII. Memoria di una crociata (1212-1798) - VIII. L'avventura del vagabondo che diventò principe (Tutto ciò tiene dell'arte magica) - IX. Amatore dell'Italia men vissi, amatore dell'Italia men muojo - X. La ridotta di Cleopatra (Ascesa e caduta del colonnello Ciravegna da Narzole) - XI. Teatranti - XII. I congiurati di Napoleone (Cospirazione per l'imperatore d'Italia) - XIII. Nei tempi veramente funesti del cessato governo - XIV. Vita e avventure del cittadino Pignatelli di Cerchiara - XV. Uomini di Marengo (Soldati di Napoleone) - XVI. Un tozzo di pane (Storia di Vittorio Ferrero, eroe di San Salvario) - Bibliografia e note - Ringraziamenti