Homo utopicus Stampa E-mail

Cosimo Quarta

Homo utopicus
La dimensione storico-antropologica dell'utopia


Edizioni Dedalo, pagg.270, € 17,00

 

quarta utopicus  IL LIBRO – L'utopia non è solo un concetto letterario, come spesso erroneamente si pensa, bensì un carattere originario ed essenziale della specie umana: analizzandone per la prima volta la dimensione storica e antropologica, questo libro ci consente di capire che l'uomo non è solo sapiens, ma anche utopicus. L'utopia alimenta la speranza progettuale ed è una potente forza di mutamento sociale che, sia pure in forme diverse, è sempre presente nella storia umana.
  Attraverso un'analisi originale della genesi della parola e un confronto puntuale con alcu¬ni concetti similari (come mito, paradigma, ideale, ideologia) si arriverà a una definizione dell'utopia e del suo rapporto con alcuni tra i più importanti fenomeni socio-storico-culturali, come la rivoluzione, la scienza, la religione e l'ecologia. In questa nuova luce, si vedrà quindi come l'utopia possa costituire un valido antidoto culturale alle paure e al nichilismo del nostro tempo.

  DAL TESTO – "Sia che si consideri l'utopia come progetto letterario o filosofico (Platone, More, Campanella, Bacone, Fourier, ecc.), sia che la si consideri come progetto storico-popolare (mito, folklore, rivolta, movimento di salvezza), in essa è riscontrabile sempre un carattere fondamentale: la razionalità. L'utopia si caratterizza, cioè, come un progetto etico-politico fondato su princìpi di ragione. Nelle utopie letterarie tale carattere è immediatamente evidente, non solo e non tanto perché i loro autori dichiarano assai spesso esplicitamente il loro intento, quanto soprattutto perché l'analisi testuale rigorosa ne dà un'immancabile conferma. Nell'utopia come progetto storico-popolare, il carattere razionale non è sempre evidente o immediatamente percepibile, ma non per questo si può dire che sia meno presente. Se si analizza con la dovuta attenzione il mito, ci si rende subito conto di come esso sia permeato da un logos, da una ratio che il velo fantastico da cui è avvolto riesce a stento a celare. Ma quale che sia la forma che l'utopia assume storicamente e concretamente, alla radice si trova sempre un'indomita volontà di giustizia. In tutte le epoche della storia la gran parte degli uomini è stata vittima di discriminazioni, sopraffazioni e violenze di ogni genere, perpetrate dalla minoranza dominante di turno. Donde il bisogno popolare di costruire una società virtuosa e fondata sulla giustizia, sull'eguaglianza, sulla fratellanza, sulla solidarietà, sulla pace. Bisogno che storicamente si è espresso in forme varie e molteplici, e in modi impliciti o espliciti. E i princìpi che sottendono tali bisogni sono inconfutabilmente razionali. Nessuno, infatti, può ragionevolmente sostenere che le società debbano continuare a reggersi, così come hanno fatto finora, sull'ingiustizia, sull'ineguaglianza, sulla conflittualità, sull'odio, sul vizio, sull'infelicità dei più.
  "L'utopia assume dunque il significato di progetto razionale volto alla costruzione di una società razionale. Una società, cioè, guidata e sorretta da princìpi di ragione e non più abbandonata alla casualità e turbolenza degli interessi e istinti individuali. L'utopia non nasce da un'evasione giocosa, ma scaturisce dalla critica delle condizioni presenti. La coscienza utopica è innanzitutto coscienza dell'intollerabilità, dunque della necessità di superamento della realtà presente. Perciò, l'accusa rivolta con insistenza all'utopia di essere sganciata dalla storia è chiaramente ideologica e priva di senso. La coscienza utopica, infatti, prima ancora di divenire coscienza progettuale, si manifesta come coscienza critica, ossia come coscienza dell'inadeguatezza e insufficienza della realtà effettuale rispetto ai princìpi di ragione. L'utopia è, da un lato, coscienza di un mondo che, lasciato a se stesso, procede assurdamente, ed è quindi espressione di una condizione umana dilacerata e, dall'altro, è coscienza che anela al rovesciamento di quel mondo e di quella condizione. Capovolgi l'utopia e troverai la realtà effettuale in tutta la sua tragica assurdità. La realtà storica concreta è, per così dire, il marchio d'origine dell'utopia. La quale, com'è stato giustamente notato, «non pecca [...] per difetto di realismo, ma pecca, al contrario, per eccesso di realismo». E se talvolta «risulta astratta», lo è solo «per eccesso di volizione»."

  L'AUTORE – Cosimo Quarta è stato docente di Filosofia della storia ed Etica ambientale presso l'Università del Salento (Lecce), cofondatore ed ex direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca sull'Utopia dello stesso Ateneo. È autore di diversi volumi e saggi, tra i quali: "L'utopia platonica" (1985), "Tommaso Moro. Una reinterpretazione dell'«Utopia»" (1991), "Globalizzazione, giustizia, solidarietà" (2004), "Una nuova etica per l'ambiente" (2006), "Per un Manifesto della «Nuova Utopia»" (2013).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - I. Il fondamento antropologico e storico dell'utopia - Capitolo 1. L'utopia: una storia di fraintendimenti (1. L'utopia non coincide con il fatto letterario - 2. Equivoci derivanti dall'assimilazione dell'utopia al fatto letterario - 3. Ulteriori fraintendimenti) - Capitolo 2. Homo utopicus. L'utopia come carattere originario della specie umana (1. Sulla presunta fine dell'utopia - 2. L'utopia come fenomeno umano originario - 3. Homo utopicus) - Capitolo 3. Utopia e storia (1. Genesi e prime forme dell'utopia storica - Il bisogno di cambiamento - 2. L'utopia delle origini: la preistoria, il mito - 3. Utopia e storia nel mondo antico - 4. L'utopia storica nel Medioevo cristiano) - II. L'utopia: il termine e il concetto - Capitolo 4. Utopia. La genesi straordinaria e complessa di una parola-chiave (1. La lunga gestazione: l'ipotesi di un Elogio della saggezza - 2. Il problema del nome: da Abraxa a Nusquama - 3. Da Nusquama a Utopia - 4. Il nesso ou-topia / eu-topia - 5. L'utopia come coscienza critico-progettuale e tensione storico-realizzativa) - Capitolo 5. Delucidazione concettuale I: paradigma, ideale, utopia (1. Sul concetto di paradigma - 2. Sul concetto di ideale - 3. L'utopia) - Capitolo 6. Delucidazione concettuale II: ideologia e utopia (1. Il contributo (e la responsabilità) di Karl Mannheim - 2. Capitalismo e marxismo versus utopia - 3. Per un risveglio della coscienza utopica) - III. Il ruolo dell'utopia in alcuni tra i più importanti fenomeni socio-storico-culturali - Capitolo 7. Utopia e rivoluzione (1. La rivoluzione - 2. Utopia e rivoluzione - 3. L'istanza utopica della rivoluzione non violenta) - Capitolo 8. Scienza e utopia (1. Scienza versus utopia? - 2. La scienza nell'utopia letteraria - 3. Utopia e scienza in dialogo) - Capitolo 9. Utopia e trascendenza (1. Sul rapporto utopia-trascendenza - 2. Homo utopicus sive transcendens: la scoperta dell'«oltre» - 3. Dall'utopia alla Trascendenza) - Capitolo 10. Ecologia e utopia (1. Crisi ambientale e modernità: dalla Weltanschauung meccanicistica all'esplosione dei consumi - 2. Carattere utopico della progettualità ecologica) - Indice dei nomi