Storia di Napoli nell'epoca greco-romana Stampa E-mail

Enrico Gallucci

Storia di Napoli nell'epoca greco-romana

Stamperia del Valentino, pagg.264, € 20,00

 

gallucci napoli  IL LIBRO – La "Storia di Napoli dalla sua origine ai tempi nostri compilata da Enrico Galluci", di cui questa "Storia di Napoli nell'epoca greco-romana" rappresenta - nelle intenzioni dell'Autore - solo il primo di tre volumi, ha visto la luce a dispense a partire dal 1906. Questo, forse, il motivo della sua totale irreperibilità nelle pubbliche raccolte (ne risulta una sola copia nella biblioteca Landolfo Caracciolo, del convento di San Lorenzo Maggiore in Napoli). Il Gallucci contrae, con il suo lavoro, un dichiarato debito nei confronti di un'altra opera, ben più conosciuta: la "Napoli greco-romana" di Bartolomeo Capasso, a quei tempi appena pubblicata (postuma) a opera dei sodali della Società Napoletana di Storia Patria. Appena un anno prima di quella che riproposta dalla Stamperia del Valentino, il Gallucci attinge - con ogni evidenza – a piene mani dall'opera citata, riproponendone ampli stralci. Se si considera il fine esclusivamente divulgativo dell'operazione, il tutto apparirà un ben mite peccato. E poi, dopotutto, non fu lo stesso Benedetto Croce a manifestare ammirazione e gratitudine al venerando vegliardo e maestro "Don Bartolommeo"?
  A parte ciò, perché rispolverare qualcosa che nulla sembra avere di originale? si chiederà il lettore. Ebbene l'originalità c'è, e fa decollare il Gallucci ben oltre la spinta fornitagli dal suo augusto mentore. Il Nostro dovette avere notevole dimestichezza nel trattare la produzione letteraria latina, da Cicerone a Livio, a Stazio e a tanti altri. L'originario testo di riferimento ne esce infatti a tratti arricchito, quasi umanizzato da un'aneddotica e da esperienze di vita comune del tempo, da lui solo riportate, ma delle quali dobbiamo riconoscere la paternità proprio a quegli antichi scrittori. Così gli sforzi "scientifici" del Capasso, assumono colore e respiro dalle innumerevoli citazioni di testi classici, dei quali appare meritevole artefice proprio il Gallucci. Ha inoltre, quest'opera, un apparato iconografico del tutto autonomo rispetto a quanto previsto nella pubblicazione del Capasso. Si tratta di xilografie forse un po' approssimative, ma dall'innegabile gusto popolaresco, che da sole stabiliscono il registro dell'intera operazione. Insomma, l'editore del Galluci - la Società Tipo-Editrice Giovanni Bovio di Napoli - cosciente che la ponderosa opera del Capasso, fornita una chiave di lettura più vicina alla gente comune del tempo, avrebbe potuto raccogliere nuovi, più considerevoli allori - dovette incaricare il Nostro di compiere un'operazione che, a questo punto, più che da condannare come plagio, sarebbe da lodare apertamente per l'opera di "metabolizzazione" di qualcosa altrimenti non accessibile ai più. Quello che ne deriva, dunque, è un "Capasso" godibile e alleggerito nella forma. Si deve dunque ringraziare il Gallucci che, con questa sua riscrittura, ci ha offerto l'opportunità di "volgarizzare" un'opera altrimenti intangibile.
  Impreziosisce ulteriormente l'Opera una rara "Guida nell'antica Napoli" di Gaetano Morselli "Modanese" (Napoli, 1851), affinché "Lo straniero non più ci accusi di negligenza nello studio delle cose nostre mentre egli avidamente le cerca"...

  DAL TESTO – "Il nostro porto, fin dai tempi remoti, è stato riconosciuto come uno dei porti migliori, e per questo Annibale ne fece oggetto delle sue mire guerresche. Infatti nella seconda guerra Punica, dopo la battaglia di Canne, Annibale, ritenendo che sarebbe stato, com'era, un ottimo ed opportuno approdo per le navi che venivano da Cartagine, cercò due volte, ma inutilmente, d'impadronirsene.
  "Successivamente la celebrità del nostro porto non è venuta mai meno. I primi Napoletani, al pari dei Greci e dei Cumani dai quali traevano la propria origine, si dedicarono al mare, ed il mare fu per essi sorgente di ricchezza. Perché con le loro navi conseguirono il dominio di Capri ed Ischia, le isole incanto del nostro golfo, ed aumentando così il loro traffico diffusero la loro moneta in tutto il Mezzogiorno d'Italia, in modo che molte città campane e sannitiche ne servirono di modello.
  "Quando i Romani nella prima guerra punica ebbero bisogno di mettere in mare le loro forze, ad essi, che erano ignari delle arti marinaresche, i Napoletani, insieme ai Tarantini, ai Locresi ed agli Eleati, dettero galere e navi da trasporto. E per questa ragione, nell'anno 90 avanti Cristo, Napoli perdette la sua indipendenza politica entrando a far parte della cittadinanza romana e, nell'anno 83 a.C., fu spogliata da Silla delle sue navi e del dominio di Ischia.
  "Come ora, anche in quei tempi il nostro porto era popolato di bastimenti d'ogni genere e forma, e di vari paesi. Ma quanto differenti erano quei navigli dai nostri, perfezionati ed eleganti. Non pertanto, nella loro rozzezza e fortezza di costruzione, ci doveva essere una poesia marinaresca tutta propria di quei tempi. E nel carattere dei colori e della forma doveva conservarsi tutta l'impronta delle forti linee e grossi tratti armonizzati con una educazione fatta di gentilezza e coraggio impavido."

  INDICE DELL'OPERA – Piccola nota - Origine di Napoli - Partenope fondatrice di Napoli - Porto e Molo - Tempietto di Orione - Via Mezzocannone - Piazza Nilo - Le Fratrie - Il Foro - Governo dei Napoletani – Il Municipio romano - Il discorso di Pompeo - La Colonia romana - Tempio di Cerere (chiesa di S. Gregorio Armeno) - Basilica (chiesa di S. Lorenzo) - Cesareum (S. Gennaro all'Olmo) - Tempio dei Dioscuri (chiesa di S. Paolo) - Il Ginnasio - L'Atleta Melancoma - Antiche vestigia intorno al Ginnasio - I due teatri - Teatro scoperto - L'Odeon - Nerone - I due Stazii - L'Agone quinquennale - Lo Stadio - Un bagno - Casa di Metronatte - Tempio di Apollo (chiesa di S. Restituta) - Tempio di Giove - Decumanus maximus (via Tribunali) - Fratria degli Enonei - Via Forcella (regione Termense) - Vico Lampadio - Tempio di Ebone - Tempio di Ercole - L'Ippodromo (fuori Porta Nolana) - Terme - Abitazioni degli Atleti - S. Maria ad Agnone - Tempio di Esculapio - Tempio di Mercurio - Fratria dei Theotadi - Pozzi pubblici - Fratria degli Eunostidi - Il tempietto delle Parche / la Fortuna di Napoli - Sepolcro di Partenope - Tempio di Diana - Fratria degli Artemisii (Pietrasanta) - Pantheon (Palazzo Casacalenda) - Tempio di Ercole (chiesa di S. Giovanni Maggiore) - Statua di Nicomaco Flaviano - Terme / Statua di Anicio Basso - Avanzi di una pubblica fontana - Vie della città - Case di privati illustri - Canidia fattucchiera / Botteghe - Sepolcri fuori la porta occidentale - Pinacoteca - Pelope e Ippodamia - La nascita di Pindaro - Il Nilo - Le paludi - Le strenne 1 - Le strenne 2 - Le isole - Le tele - L'atleta Arrichione - Cimiteri - Sepolcreto a S. Teresa - Celle Sepolcrali - Catacombe di S. Gennaro alla Sanità - Altri sepolcri - Sepolcri del lato orientale - Le mura della città - Il colle di S. Giovanni Maggiore - Il muro romano - Guida nell'Antica Napoli