Cosa significa oggi essere di destra? Stampa E-mail

Marcello De Angelis

Cosa significa oggi essere di destra?
Alla ricerca di un popolo disperso e di una nazione negata


Luigi Pellegrini Editore, pagg.228, € 14,99

 

deangelis destra  IL LIBRO – Le parole della politica, al tempo dell'antipolitica, sono quasi tutte indebolite di significato. C'è in Italia un movimento di successo (il M5s) che, come altri movimenti in passato (dall'Uomo qualunque alla Lega, all'Italia dei Valori) rifiuta le categorie storiche e si dichiara oltre la destra e la sinistra. A capo del partito più rappresentativo della sinistra c'è un uomo che viene dal Centro ed è accusato di fare politiche di destra. Intanto la destra sembra liquefatta e - come previsto da un uomo di destra quale Montanelli - risulta irriconoscibile dopo lo stravolgimento portato nello scenario politico da un uomo come Berlusconi, che con la destra non aveva nulla in comune.
  Ma la destra? Ce n'è ancora bisogno? Pare di sì. Mai prima di ora se n'è parlato così tanto e in modo così inconcludente. Fino a venti anni fa, una destra chiaramente riconoscibile in Italia esisteva. Alla fine, banalmente, era il mondo che si ritrovava nel Msi e in Alleanza nazionale, semplicemente perché, fino al '94, nessun altro in Italia si assumeva il rischio di dichiararsi "di destra". In giro per il mondo di destre se ne possono trovare varie e di difficile omologazione tra di loro, ma questo è piuttosto dovuto al fatto che le destre, per loro stessa natura, sono un prodotto "tipico", con tratti peculiari a secondo dei popoli e delle nazioni. Dopo che a essere stata egemone all'interno del polo di destra, per consenso ma anche per risorse e capacità comunicative, è stata un'aggregazione composta da "destri per caso", molti dei quali venivano dalla sinistra socialista o comunista, oggi, al netto di una moltiplicazione di gruppi parlamentari di cui non sono chiari i contorni o le strategie, a proporsi come guida è Salvini, leader di un movimento che nasce anti-italiano e che rivendica radici personali di sinistra (era il capo dei "comunisti padani"). Forse, in questo Caos, cercare di ridisegnare un perimetro che abbia una coerenza dottrinaria, storica e valoriale della Destra può apparire quasi velleitario, ma non per questo meno necessario e forse persino meritevole.

  DAL TESTO – "Non erano forse di destra i mercanti – cosmopoliti spesso sradicati e proiettati verso accumulazioni e profitti veloci - ma sicuramente lo erano gli artigiani, che facevano addirittura parte di gilde e corporazioni che assomigliavano agli ordini iniziatici e coltivavano, nel loro mestiere, la ricerca della perfezione. Di destra erano i monaci - più dei preti - e sicuramente i cavalieri, che uccidevano i draghi o combattevano briganti e invasori e poi - alla fine della loro carriera di ammazzatori - diventavano santi. Più di destra di tutti erano, quindi, i monaci-guerrieri, che erano forti nel braccio, ma anche nello spirito. La forza infatti, in tutte le sue forme, è di destra. Non a caso, col tempo gli avversari della destra hanno identificato con essa anche il potere politico, militare, economico e la prepotenza e la sopraffazione, che sono patologie e degenerazioni della forza. Ma è sempre stato considerato di destra anche lo sport, che è agonismo nel rispetto delle regole, onestà e senso dell'onore, gerarchia del merito, riconoscimento e rispetto della superiorità naturale altrui, spregio per la meschinità, per la truffa, per il trucco e anche per il piagnisteo. Orrore, infine, per l'impostura. Ad ogni buon conto, di destra erano i professori di educazione fisica, gli atleti come Nino Benvenuti e i giornalisti sportivi come Italo Cucci."

  L'AUTORE – Marcello De Angelis, classe 1960, esponente di spicco della cosiddetta Destra radicale negli anni Settanta, è stato direttore di alcune testate nazionali tra cui il mensile "Area" - definito negli anni '90 "la rivista culturale più diffusa e prestigiosa del centrodestra" - e tra il 2010 e il 2013 dello storico quotidiano il Secolo d'Italia. È stato eletto al Senato nel 2006 con le liste di Alleanza nazionale e alla Camera nel 2008 con il Popolo delle Libertà. Continua la sua attività come giornalista indipendente, scrittore e studioso di orientalistica e questioni mediorientali.

  INDICE DELL'OPERA - Introduzione – Premessa - Alla ricerca della Destra perduta – Le parole smarrite della politica - Parlare ancora di Destra e Sinistra? – La Destra non è una ideologia – L'invenzione "francese" - Destra/Sinistra. Conservatori/progressisti? - Destra/Sinistra. Reazione/Rivoluzione? – E poi il Fascismo, un'altra età – La Prima Repubblica – Il paese (e non "la Nazione") delle anomalie – L'antifascismo – Il Movimento sociale italiano – Lo spirito del '93 – La "Seconda repubblica" o il Ventennio berlusconiano – La resa ai mandarini rossi - Berlusconi non è di destra – La cultura di Destra: un non-luogo estremamente affollato – La Destra sociale e "i ragazzi del '96" - La sindrome di Cassandra - Grillo prima del "grillismo" - I profeti del giorno dopo - L'Era del capovolgimento - Le "parole chiave": il lessico del pensiero dominante - Se la Destra parla "sinistro" - Libertà v Liberazione, Diversità v Differenza - Il mito delle minoranze e la discriminazione positiva - Il nuovo nemico "populista" - Orfani senza Nazione - E lo Stato? - Una terra senza Padri - Conclusione - Bibliografia - Indice dei nomi