Il ritorno della geopolitica Stampa E-mail

Marco Valigi - Gabriele Natalizia - Carlo Frappi

Il ritorno della geopolitica
Regioni e instabilità dal Mar Nero al Mar Caspio


Edizioni Epoké, pagg.178, € 26,00

 

valigi geopolitica  IL LIBRO – Qual è il peso della geografia sulle dinamiche politiche globali? Lo spazio fisico e i vincoli che esso pone sono ancora così rilevanti in un'epoca in cui si parla sempre più di cybersecurity e big data?
  Dopo la fine della Guerra fredda alcuni analisti avevano prefigurato la progressiva dematerializzazione delle relazioni internazionali, l'allentamento della competizione tra Stati e la loro inevitabile integrazione attraverso le Organizzazioni internazionali. Sin dal principio del XXI secolo, al contrario, la prossimità territoriale, le sfide regionali all'ordine unipolare e la crisi di numerosi strumenti di governo multilaterali hanno riportato al centro dell'agenda politica la dimensione locale delle dinamiche di sicurezza. Tale processo appare oltremodo evidente nello Spazio post-sovietico.
  "Il ritorno della geopolitica. Regioni e instabilità dal Mar Nero al Mar Caspio" si inserisce nel solco del rinato interesse per il Caucaso meridionale, proceduto di pari passo - nel nostro Paese come all'estero - con la crescita della sua rilevanza per gli equilibri globali. L'assunto generale su cui è fondato questo nuovo contributo al dibattito scientifico è che il fattore geografico, molto più che durante la Guerra fredda, sembra "pesare" sulle dinamiche politiche del sistema internazionale scaturito dall'esito di quest'ultima. In particolare, sembra influire su uno dei temi cruciali per gli studi di Relazioni internazionali, quello della stabilità/instabilità dell'ordine politico (locale, regionale o globale), da intendersi come la capacità di un sistema di preservare i suoi tratti caratterizzanti e l'indipendenza dei suoi attori principali. Nel XXI secolo tanto le preferenze, quanto le strategie degli Stati contemporanei appaiono "imprigionate" dai "recinti" della geografia, in misura non troppo differente da come lo erano quelle delle Città-Stato greche, della Francia dei cardinali Richelieu e Mazzarino o del Regno d'Italia.

  DAL TESTO – "A dispetto dei progressi scientifici, dell'importanza del potere economico e dell'apertura di nuove frontiere per la competizione tra gli Stati, infatti, il dato territoriale continua a restare centrale nella comprensione sia delle cause (il "perché") che delle modalità (il "come") della lotta per il potere nell'arena internazionale. La rilevanza del dato territoriale dipende, anzitutto, dal cambiamento di scala verificatosi nel sistema internazionale con il superamento del bipolarismo e il processo di regionalizzazione che ha contraddistinto la nuova cornice unipolare [...]. L'inceppamento della capacità di penetrazione culturale, istituzionale e diplomatico-strategica del livello globale nei diversi sistemi regionali, nel post-Guerra fredda ha conferito nuova significatività e interesse scientifico alle dinamiche d'area. D'altra parte, in assenza di un confronto di tipo bipolare, la deterrenza nucleare e la presenza di armi di distruzione di massa non hanno fatto che rafforzare tale mutamento, come provato da alcuni recenti eventi che si sono verificati anche nello spazio compreso tra Mar Nero e Mar Caspio. La credibilità sempre minore del ricorso a soluzioni non convenzionali, infatti, ha permesso la realizzazione di uno scenario in cui le potenze che sfidano l'egemonia americana su scala regionale possono ricorrere a un uso limitato della violenza, tale da rendere irrazionale una risposta militare, per ottenere revisioni dello status quo e ridefinire le loro aree di influenza."

  GLI AUTORI – Marco Valigi (1980) ha conseguito la laurea in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Pavia (2003) e, presso lo stesso ateneo, il Dottorato di Ricerca in Scienza Politica (2007). Attualmente è NATO Fellow presso l'Università degli Studi di Bologna. Ha insegnato Studi Strategici, Relazioni Internazionali e Geopolitica dell'energia presso l'Università di Bologna (Forli Campus), l'Università degli Studi Roma Tre e l'American University of Rome. Dal 2013 al 2016 ha coordinato il progetto di ricerca "Il Caspio nello scacchiere euroatlantico" presso l'Università degli Studi Roma Tre. Dal 2010 al 2012 ha collaborato con l'ISPI di Milano.
  Gabriele Natalizia (1980) è ricercatore di Scienza politica presso la Link Campus University, dove insegna Relazioni internazionali e collabora con il Centro di Ricerca "Link Lab". Dottore di Ricerca in "Storia e formazione dei processi politici nell'età contemporanea" presso Sapienza Università di Roma, dove insegna International relations ed è membro del Centro di Ricerca "Cooperazione con l'Eurasia, il Mediterraneo e l'Africa Subsahariana". È coordinatore del Centro Studi Geopolitica.info (www.geopolitica.info), docente per il Centro Alti Studi della Difesa e membro dell'Observatório de Relações Exteriores – Universidade Autónoma de Lisboa.
  Carlo Frappi (1976) è ricercatore in Storia e Istituzioni dell'Asia presso l'Università "Ca' Foscari" di Venezia. È inoltre ricercatore associato per l'osservatorio "Russia, Caucaso e Asia centrale" e per il programma "Sicurezza energetica dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) e docente a contratto di "Regional Studies" presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Dottore e ricerca in Storia dell'Europa, dal 2014 è membro del direttivo dell'Associazione per lo Studio in Italia dell'Asia centrale e del Caucaso (ASIAC).

  INDICE DELL'OPERA – Acronimi – Introduzione - Capitolo uno. Sicurezza e geopolitica, di Marco Valigi (1.1. Il concetto di sicurezza: teoria e implicazioni di policy - 1.2. Unipolarismo e geopolitica terrestre - 1.3. Dal Rimland a un nuovo arco della crisi - 1.4. Il Caspio nell'agenda politica americana – 1.5. Gli USA in Asia centrale: il ruolo del Caspio – 1.6. L'heartland e la guerra globale al terrorismo - 1.7. Disimpegno militare e incertezze politiche – 1.8. Conclusioni) - Capitolo due. Promuovere la democrazia. La competizione tra Stati Uniti e Russia nel Caucaso meridionale, di Gabriele Natalizia (2.1. La competizione come dinamica regionale e sub-regionale - 2.2. La democrazia come pilastro dell'ordine unipolare - 2.3. La Russia come "cavaliere nero" della democrazia - 2.4. Esito delle transizioni e collocazione internazionale degli Stati post-sovietici - 2.5. L'influenza degli Stati Uniti e della Russia sulle transizioni in Caucaso meridionale - 2.6. Conclusioni) - Capitolo tre. Percezioni e rappresentazioni della sicurezza nel Caucaso meridionale: continuità e cambiamento, di Carlo Frappi (3.1. La geopolitica del Caucaso meridionale - 3.2. Il nodo tra identità nazionale, politica estera e di sicurezza nelle Repubbliche del Caucaso meridionale - 3.3. Il mosaico etno-territoriale: conflitti, trans-nazionalismo e diaspora politics - 3.4. L'elemento geografico come fattore di competizione e di cooperazione pragmatica - 3.5. Conclusioni) – Conclusioni – Bibliografia - Autori