Il Corporativismo nell'Italia di Mussolini Stampa E-mail

a cura di Piero Barucci, Piero Bini, Lucilla Conigliello

Il Corporativismo nell'Italia di Mussolini
Dal declino delle istituzioni liberali alla Costituzione repubblicana


Firenze University Press, pagg.334, € 23,00

 

barucci corporativismo  IL LIBRO – Il volume raccoglie dieci saggi sul tema generale dell'ampliamento del governo pubblico dell'economia durante il corporativismo fascista. Alcuni scritti affrontano il problematico rapporto tra intellettuali (come Luigi Einaudi, Attilio Cabiati, Ugo Spirito, Nino Massimo Fovel) e dittatura mussoliniana. Altri saggi discutono criticamente le scelte di politica fiscale del periodo e i vari aspetti connessi alla riforma della finanza pubblica. Alcuni autori indagano poi sui rapporti tra diritto amministrativo e diritto corporativo, dedicando un commento puntuale alle due leggi del 1939 sulla tutela del paesaggio e dei beni artistici. Occupano un posto a sé all'interno del volume uno scritto sull'interscambio tra pensiero economico italiano e tedesco dal 1918 al 1945, e quello di cui è autore Sabino Cassese, che, partendo dai suoi numerosi studi, riflette sul senso generale della vicenda storica del fascismo.

  DAL TESTO – "La soluzione corporativa non era l'aspirazione di tutti perché, se nel paese non mancavano coloro che temevano qualsiasi novità per insensibilità, pigrizia e interesse personale, vi erano, però, anche coloro che, nello status quo, vedevano sinceramente e onestamente una garanzia di stabilità, la premessa indispensabile per scongiurare nuovi turbamenti e per una ripresa dell'economia italiana. Questa era la posizione, in particolare, di gran parte del mondo economico e, in sostanza, anche di larga parte del mondo operaio, «interessato soprattutto a cercar di recuperare le quote salariali perdute negli anni precedenti o, almeno, a non subire nuove decurtazioni, a salvare le proprie possibilità di lavoro e a non correre il rischio di fare le spese di esperimenti in cui la gran maggioranza degli operai non aveva fiducia e che quindi temeva».
  "È, però, altrettanto vero che la maggioranza dei fascisti, soprattutto degli intellettuali più giovani e dei sindacalisti, desiderava, invece, la realizzazione del cosiddetto 'terzo tempo' della rivoluzione e della terza via rappresentata, per l'appunto, dall'attuazione del sistema corporativo."

  I CURATORI – Piero Barucci, economista, storico del pensiero economico e uomo di banca, è stato Ministro del Tesoro e componente dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Collabora con le più importanti riviste scientifiche italiane e internazionali.
  Piero Bini è professore ordinario di Storia del pensiero economico presso l'Università di Firenze e direttore della rivista internazionale «History of Economic Thought and Policy».
  Lucilla Conigliello è direttrice della Biblioteca di scienze sociali dell'Università di Firenze.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Lucilla Conigliello – Presentazione, di Piero Barucci - La crisi del 1929 e le ripercussioni sull'Europa e sull'Italia negli anni '30, di Gianni Marongiu - Il diritto amministrativo dell'economia tra ideologia corporativa e dirigismo, di Gian Claudio Spattini - L'idea di una finanza pubblica su basi corporative, di Domenicantonio Fausto - Massimo Natalino Fovel (1880-1941): tra radico-socialismo e corporativismo, di Fiorenza Manzalini - Il paesaggio del Duce. All'origine dei piani regolatori paesaggistici, di Fabio Merusi - Il sodalizio intellettuale tra Luigi Einaudi e Attilio Cabiati dagli anni Novanta dell'Ottocento alla metà del Novecento, di Roberto Marchionatti - Riviste, recensori e biblioteche: l'interscambio tra pensiero economico italiano e tedesco (1918-1945), di Monika Poettinger - La dottrina costituzionalistica dal Fascismo alla Repubblica, di Fulco Lanchester - Riflessioni sui miei studi sul Fascismo, di Sabino Cassese - Ugo Spirito, filosofo ed economista, di Piero Roggi – Bibliografia, di a cura di Lucilla Conigliello e Massimo Giani - Indice dei nomi, a cura di Chiara Melani