Storia e politica internazionale Stampa E-mail

a cura di Mireno Berrettini - Davide Borsani - Umberto Castagnino Berlinghieri – Gianluca Pastori

Storia e politica internazionale
Studi in onore di Massimo de Leonardis


Le Lettere, pagg.274, € 24,00

 

aavv deleonardis  In questo libro collettaneo, sono stati raccolti i contributi di diversi studiosi che, avendo avuto occasione di collaborare con il prof. Massimo de Leonardis, hanno scritto per rendere omaggio all'insigne ex direttore del Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università Cattolica.

  Il volume è diviso in tre parti. La prima è dedicata all'Impero britannico e alla diplomazia atlantica e comprende i saggi di Giacomo Innocenti, Mireno Berrettini, Davide Borsani e Gianluca Pastori. Nella seconda, riguardante la diplomazia pontificia, si trovano gli interventi di Umberto Castagnino Berlinghieri, Paolo Valvo e Kiril P. Kartaloff. La terza, infine, comprende lo studio di Giorgio Cella sulla politica di potenza.

  Giacomo Innocenti riflette sul mutamento intervenuto nella strategia imperiale britannica tra il XIX e il XX secolo, allorché la Gran Bretagna decise di "superare lo "splendido isolamento" e cercare di stringere degli accordi con le altre Potenze" (Giappone, Francia, Russia, Stati Uniti). La potenza britannica – spiega l'Autore – "si trovò nella condizione di dover riconoscere di non poter più reggere il suo Impero senza trovare una qualche forma di accordo con le sue rivali", avviando al contempo una parziale riorganizzazione del proprio apparato militare ("mentre la flotta britannica era la più grande e potente del mondo, si potrebbe dire decisamente proporzionata all'Impero", il British Army poteva contare su "una forza numericamente limitata, soprattutto se paragonata ai territori che avrebbe dovuto proteggere").

  Sul tema della posizione assunta dalla diplomazia anglo-statunitense di fronte alla crisi di Tiananmen del 1989 si sofferma Mireno Berrettini, il quale osserva che "le ladership angloamericane dell'epoca si trovarono a fronteggiare le strette contingenze diplomatiche sviluppando un'azione coerente ma, sul medio-lungo periodo, profondamente viziata dai "limiti" delle categorie culturali di un Occidente che ormai percepiva di aver vinto la guerra fredda".

  Il contributo di Davide Borsani è dedicato alla decisione assunta dall'Amministrazione Clinton fra il 1993 e il 1994 di procedere con l'espansione della Nato verso Est, una mossa cruciale che "avrebbe influenzato in profondità le dinamiche europee non solo nel breve e medio termine, ma anche nel lungo periodo".

  Gianluca Pastori analizza l'evoluzione dell'Alleanza atlantica dalla fine della Guerra fredda a oggi, periodo in cui è progressivamente emersa la nuova "NATO globale" che orienta "le sue funzioni da quelle tradizionali di una alleanza difensiva a quelle ben più ambiziose di una organizzazione di sicurezza "a trecentosessanta gradi" sia a livello di competenze, sia di estensione geografica".

  Alla fine del XVIII secolo, cominciò a prendere forma tra la Corte di Saint James's e la Corte pontificia una "inedita familiarità", che "avrebbe inaugurato un dialogo, se non continuo, almeno ricorrente, ricercato da entrambe le parti e, visto a posteriori, fecondo". Così scrive Umberto Castagnino Berlinghieri nel saggio che dedica a tale questione.

  Paolo Valvo affronta l'argomento relativo all'atteggiamento assunto dalla Santa Sede di fronte alle restrizioni alla libertà d'insegnamento dai governi del Messico nel corso degli anni Trenta, che costituirono "la sfida più grave da affrontare per il cattolicesimo messicano, già duramente provato dall'esperienza della guerra cristera (1926-1929), costata al Paese oltre trecentomila morti".

  Kiril P. Kartaloff dedica un'ampia riflessione al tema della dottrina cattolica sulla guerra, ripercorrendo duemila anni di magistero della Chiesa "condiviso da Papi, santi, dottori, teologi e moralisti, sulla liceità della "guerra giusta"".

  Conclude il volume il saggio di Giorgio Cella, dal quale emerge il contributo offerto allo studio delle relazioni internazionali dal prof. De Leonardis, "nell'arco della sua pluridecennale carriera accademica".