Nuova Storia Contemporanea n.3/2021 Stampa E-mail

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Nuova Storia Contemporanea
Seconda serie: numero 3- settembre-dicembre 2021


Le Lettere, pagg.286, € 30,00

 

aavv nsc3-2021  Il n.3/2021 di "Nuova Storia Contemporanea", quadrimestrale di studi storici e politici sull'età contemporanea diretto da Francesco Perfetti, si apre con un contributo del Direttore – inserito in un focus dedicato a Giovanni Gentile – sul tema dell'evoluzione del pensiero filosofico e politico del filosofo di Castelvetrano.

  Marcello Pera interviene sul tema dell'attualismo, "che è movimento e superamento continuo di ogni atto, tanto più quando si cristallizzi in un fatto", auspicando la fine della damnatio memoriae che ha colpito Giovanni Gentile "un filosofo quale l'Italia non aveva da secoli. E soprattutto un filosofo dedito ad un'impresa che, così possente, anch'essa da secoli non si vedeva: pensare, dar forma".

  Il ruolo esercitato da Gentile nella Commissione dei XVIII è oggetto dell'intervento di Vito de Luca. Tale commissione venne nominata con un decreto del Presidente del Consiglio il 31 gennaio 1925 "con lo scopo di formulare delle proposte di riforma legislativa".

  Iacopo Piccinini esamina la riflessione gentiliana sulla guerra e la politica, partendo dal presupposto che in Giovanni Gentile manca "una separazione netta tra il suo sistema filosofico e le implicazioni politiche che tale sistema ha avuto nella cultura italiana della prima metà del Novecento".

  Un aspetto centrale del pensiero di Isaiah Berlin, quello che riguarda la libertà, è preso in esame da Dino Cofrancesco.

  L'ampio contributo di Michel Ostenc (pubblicato in lingua originale) pone in rilievo alla luce dei risultati emersi da un'inchiesta condotta negli anni Trenta dal giornalista Blandine Olivier - l'importanza nel mito del "giovanilismo" nella costruzione del Regime fascista.

  La ricerca di Antonio Donno ruota attorno alle relazioni sussistenti tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica all'epoca del primo mandato presidenziale di Ronald Reagan (1981-1985), periodo in cui emersero "le gravissime difficoltà politiche ed economiche che avrebbero portato il regime sovietico verso gli anni del definitivo declino".

  Matteo Luigi Napolitano affronta, sulla base dei documenti vaticani, la questione del difficile rapporto tra la Santa Sede e la Slovacchia di Mons. Tiso nel corso del secondo conflitto mondiale. L'Autore chiarisce che "Mons. Tiso e il suo governo non volevano di certo, ma anzi temevano, la nazificazione della Slovacchia; ma il loro errore era di vedere nell'amicizia della Germania uno strumento di utilità nazionale; quasi che Hitler non fosse pronto a sacrificare sull'altare della grande Germania anche gli interessi slovacchi".