Nuova Rivista Storica - anno CVI - Fascicolo I Stampa E-mail

Aa. Vv.

Nuova Rivista Storica
anno CVI
gennaio-aprile 2022
Fascicolo I


Società Editrice Dante Alighieri, pagg.468, € 70,00

 

aavv nrs  Nel primo fascicolo dell'annata 2022 della "Nuova Rivista Storica" diretta dal Prof. Eugenio Di Rienzo, viene pubblicato uno studio di Vladimiro Satta in cui vengono messe a fuoco "le problematiche e le dinamiche dell'incontro-scontro tra i radicali e il «regime» fino al tramonto, tra il 1979 e il 1981, delle speranze pannelliane di rovesciare le posizioni grazie ad uno sfondamento elettorale o a colpi di successi referendari".

  Lucio Valent prende in esame il tema dell'antieuropeismo britannico nel corso degli ultimi tre secoli (dal XVIII secolo ai giorni nostri), individuandone le ragioni politiche e culturali. Secondo l'Autore, "nell'immaginario britannico il sentimento anti-europeo" risulta "più basato su motivazioni politiche che non economiche". "Le differenze religiose – osserva Valent – diedero il loro contributo a inserire in profondità nella società isolana il sospetto, lo scetticismo, il disdegno e in taluni casi l'odio verso l'Europa". I sentimenti negativi dell'opinione pubblica britannica verso il Continente furono amplificati dall'esperienza della Grande Guerra prima e dalla Seconda Guerra mondiale successivamente. L'Autore scrive che la Brexit "altro non è stato che l'effetto di antiche forme mentali sedimentatesi e mai superate, non di una «follia collettiva» inziata con l'arrivo nel 1979 di Margareth Thatcher alla carica di Primo Ministro: si è trattato, piuttosto, di pregiudizi e di echi da essi scaturiti di cui si deve tenere conto se si desidera comprendere la complessa relazione tra le Isole britanniche e il Continente europeo".

  Il contributo di Andrea Guidi focalizza l'attenzione sul canto degli "Spiriti beati", "una delle composizioni poetiche di Machiavelli", cercando di "spiegare meglio le circostanze di redazione dell'opera e [...] chiarire chi ne fosse il destinatario". Secondo l'Autore, Machiavelli "doveva guardare con una particolare attenzione a un possibile attacco a Rodi negli anni tra il 1520 e il 1522 da parte del corsaro e poi ammiraglio ottomano Curtògoli". Perciò, "se la vicenda di Rodi fornisce la chiave per capire i fini encomiastico-elogiativi che il canto riserva di fatto al cardinale Giulio, conferma anche come l'auspicio degli Spiriti liberi invocati da Machiavelli che le forze cristiane unissero le loro forze nella lotta contro il pericolo ottomano fosse al tempo stesso in linea con certe aspettative e con le speranze suscitate in particolare da Adriano. Nell'ottica di quel temuto attacco ottomano che poi effettivamente avvenne, d'altronde, gli sforzi della curia pontificia a partire dagli inizi del 1522 si concentrarono proprio sul tentativo di radunare una coalizione avente l'obiettivo di provvedere alla difesa militare dell'isola, nonostante tali intenzioni si scontrassero poi con la realtà del conflitto ancora in corso tra Francia e Impero che rese impraticabile il progetto".

  Nel saggio scritto da Gemma T. Colesanti ed Eleni Sakellariou, viene approfondito la figura di Marino Mauriello (Marinus de Maurellis), notaio-cronista della città di Benevento "attivo tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento in una realtà inglobata politicamente nello Stato della Chiesa, ma geograficamente nel Regno di Napoli". Mauriello fu "un sensibile osservatore delle vicende politiche e delle dinamiche sociali della sua città, dello Stato della Chiesa e del Regno di Napoli" ed esercitò "con le sue note cronachistiche, costruite in un'ottica urbana, e in alcuni casi con un iperdescrittivismo eccezionale, una funzione di comunicazione certificata per restituire, non solo ai suoi concittadini ma anche ai suoi futuri lettori, la memoria della sua contemporaneità".

  Emilio Scaramuzza ricostruisce la storia del Processo Acerbi che si concluse il 28 agosto 1862, a Torino, con l'assoluzione del Colonnello Giovanni Acerbi "dall'accusa di aver organizzato arruolamenti illeciti". La vicenda è utile "per rileggere non solo la spedizione garibaldini di Aspromonte, ma anche i complessi risvolti della politica italiana del tempo, le sue incongruenze, nonché le scelte di una parte consistente della sinistra parlamentare, di quegli uomini, cioè, che nel 1860 avevano affiancato Garibaldi e ora, almeno apparentemente, prendevano da lui le distanze". È il caso di Francesco Crispi, che alla luce della vicenda esaminata dall'Autore "acquista nuovo valore e significato".

  Delle relazioni tra l'Italia fascista e gli Stati Uniti si occupa Gianpaolo Ferraioli, che spiega, "utilizzando alcuni tra i principali studi esistenti su di esse", come fosse una mentalità eurocentrica a orientare la politica estera italiana all'epoca. "Tuttavia – osserva l'Autore -, con Mussolini al potere, quell'eurocentrismo fu anche messo a tratti in discussione. D'altro canto, gli Stati Uniti, in nome soprattutto dell'anticomunismo, lanciarono segnali di favore all'Italia fascista e la invogliarono, quindi, a guardare oltre Atlantico per risollevarsi dalle conseguenze della Grande Guerra e per consolidarsi economicamente. Iniziò così una relazione che, specie negli anni Venti, si rivelò nel complesso positiva e vantaggiosa per l'Italia. Avendo l'appoggio economico, il governo italiano, allora, si interrogò sottotraccia anche sul fatto se non fosse il caso di allinearsi pure sul piano politico alle posizioni americane e occidentali". La Grande Depressione del 1929 fece riemergere l'eurocentrismo: "D'altra parte, l'affacciarsi della Germania hitleriana sulla scena mondiale e poi la sua inarrestabile ascesa sembrarono confermare la tesi che il destino dell'Italia dipendesse indissolubilmente dal rapporto con le Potenze europee. Fu, questo, il tragico errore di valutazione fatto dall'Italia fascista", conclude Ferraioli.

  Nel fascicolo, è poi riprodotto il testo di un colloquio con lo storico Giorgio Chittolini a cura di Bruno Figliuolo. Chittolini, al pari di Paolo Delogu, ha contribuito a innovare la medievistica italiana "sia dal punto di vista tematico che metodologico".