Et ventis adversis Liber amicorum Eugenio Di Rienzo Stampa E-mail

A cura di Emilio Gin, Alessandro Guerra, Marcello Rinaldi, Valentina Sommella

Et ventis adversis Liber amicorum Eugenio Di Rienzo

Società Editrice Dante Alighieri, pagg.390, € 16,00

 

gin ventis  Sono raccolti in questo volume - nel cui titolo, "Et ventis adversis", è richiamato un antico motto della marineria italiana – ventisei contributi che gli amici e gli allievi hanno scritto in onore del prof. Eugenio Di Rienzo, direttore della "Nuova rivista storica", a compimento del suo percorso accademico.

  Ne segnaliamo in particolare tre.

  Franco Cardini focalizza l'attenzione sulla crociata contro il Turco condotta, dal 1593 al 1606, dall'imperatore Rodolfo II d'Asburgo, il quale vi ravvisò "la possibilità d'un rinnovamento dello spirito di fraternità tra le differenti confessioni cristiane che precariamente convivevano".

  "L'Italia alla Conferenza di Yalta" è il titolo del saggio firmato da Luca Riccardi. Nel corso degli incontri che si tennero nei bei palazzi della Crimea dal 4 all'11 febbraio 1945 tra le Potenze alleate, vennero affrontate anche le questioni italiane, sebbene queste rappresentassero "senz'altro un capitolo di gran lunga minore" nell'ambito dei lavori della Conferenza. Nelle intenzioni del Presidente americano Roosevelt, "L'Italia – scrive l'Autore – avrebbe dovuto trasformarsi in un elemento di stabilità politica, in una cornice democratica, con cui fosse possibile realizzare anche «profittevoli relazioni commerciali». Un tassello europeo di quel «world of peace» che avrebbe dovuto essere il nuovo mondo scaturito dalla seconda guerra mondiale".

  Alla figura di Giulio Douhet, che "ha goduto sempre di una scarsa considerazione da parte della storiografia italiana", è dedicato il contributo di Andrea Ungari. Attraverso gli scritti di Douhet, secondo l'Autore, è possibile leggere "l'evoluzione della borghesia italiana nel primo dopoguerra. Una borghesia che aveva partecipato, pur tra le varie differenziazioni ideologiche, alla campagna interventista e che, nel dopoguerra, aveva dovuto gestire non solo la contestazione dei valori della guerra e dei sacrifici per essa patiti, ma anche la sconfitta elettorale di quei partiti d'ordine che alla guerra avevano portato. Una borghesia che fu travolta dalla crisi economica e dal processo di inflazione e, al tempo stesso, fu scossa dal moto pre rivoluzionario che, eterodiretto dal Psi o spontaneo che fosse, turbò i sonni e i beni della borghesia italiana, inducendola, una volta che il drago rosso della rivoluzione si fu acquietato, a sposare l'idea di una controrivoluzione che impedisse al demos, e al suo rappresentante politico, di costituire in futuro un nuovo pericolo. In questo senso, la figura di Douhet sembra rappresentare in maniera cristallina quello scivolamento della borghesia italiana, non inizialmente retriva e conservatrice, su posizioni sempre più autoritarie che la spinsero, infine, nelle braccia del fascismo".

  Conclude il volume la bibliografia degli scritti di Eugenio Di Rienzo 1979-2022, a cura di Alessandro Guerra.