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Anna Lembke
L'era della dopamina La guida pratica Strumenti ed esercizi per ritrovare l'equilibrio nella società del «tutto e subito»
ROI edizioni, pagg.144, € 24,00
Con "L'era della dopamina. La guida pratica" (ROI Edizioni, 2024, 144 pp., trad. it. Fulvia Quercia), Anna Lembke – psichiatra, docente alla Stanford University School of Medicine e direttrice della Stanford Addiction Medicine Dual Diagnosis Clinic – estende e operativizza le premesse teoriche del suo precedente "Dopamine Nation: Finding Balance in the Age of Indulgence" (Dutton, 2021; trad. it. "L'era della dopamina", ROI Edizioni, 2022), proponendo un'opera che assume la forma di un manuale esperienziale, orientato al ripristino dell'omeostasi edonica nei contesti di iperstimolazione contemporanea.
Il presupposto neurobiologico che informa l'intero impianto del volume è la nozione di bilancia del piacere, un modello semplificato ma euristicamente utile per descrivere l'omeodinamica tra dopamina e inibizione tonica nei circuiti mesolimbici della ricompensa. Lembke assume come dato clinico la progressiva alterazione di questa bilancia nelle società ad alta densità di stimoli gratificanti (digitali, alimentari, farmacologici, comportamentali), sottolineando come l'accesso istantaneo e illimitato alla soddisfazione dei desideri produca un disallineamento sistemico fra piacere e dolore, con ricadute osservabili sul piano psicopatologico in termini di dipendenze comportamentali, disregolazione emotiva, anedonia, ansia e sintomatologia depressiva.
La guida, frutto della reiterata domanda di interventi concreti da parte dei lettori del primo volume, si configura come uno strumento pratico e graduale per promuovere un processo di ricalibrazione neurocomportamentale. Essa si articola in una serie di esercizi sistematici, concepiti per stimolare la consapevolezza dei comportamenti maladattivi e favorire la progressiva ricostruzione di un rapporto meno disfunzionale con la ricompensa. Tra le tecniche suggerite: il digiuno dopaminico (digital detox), l'utilizzo intenzionale della gratitudine (gratitude journaling), l'interruzione della logica multitasking, la regolazione dell'esposizione a stimoli iperedonici e l'introduzione volontaria di elementi di discomfort fisiologico (come il freddo, la fame controllata o l'attività fisica vigorosa), in linea con i principi dell'hormesis e della neuroadattabilità.
L'aspetto metodologicamente rilevante della proposta di Lembke consiste nell'integrazione di strategie comportamentali fondate su evidenze scientifiche contestualizzate, derivate dalla prassi clinica nel trattamento delle dipendenze, all'interno di una cornice teorica coerente, pur mantenendo un linguaggio accessibile al lettore non specialista. Lungi dall'essere una semplificazione riduzionista, il volume propone un percorso guidato che, pur privo di pretesa terapeutica formale, può svolgere una funzione sussidiaria o complementare all'interno di un intervento più strutturato, laddove adeguatamente contestualizzato.
Particolare rilievo assume l'insistenza sul valore trasformativo dell'onestà radicale e della vergogna prosociale, concetti mutuati dalla psicoterapia narrativa e dalle pratiche di accountability collettiva, qui riformulati in chiave di autodiagnosi morale e regolazione interpersonale. Tali elementi, solitamente marginali nella manualistica comportamentale, sono trattati non come residui etici, ma come risorse neuroregolative capaci di orientare le condotte attraverso meccanismi di rinforzo sociale e riduzione della dissonanza cognitiva.
La struttura modulare favorisce una fruizione sequenziale o selettiva, consentendo un percorso personalizzabile e adattabile a diversi gradi di motivazione al cambiamento. La traduzione italiana mantiene un registro sobrio e tecnico, evitando derive eccessivamente prescrittive.
Pur non trattandosi di un trattato clinico in senso stretto, "L'era della dopamina. La guida pratica" rappresenta un esempio riuscito di transcodifica della letteratura neuroscientifica e psichiatrica in strumenti di auto-osservazione e modifica comportamentale. Il suo contributo non si misura tanto in termini di originalità teorica, quanto nella capacità di colmare una lacuna operativa tra comprensione del problema e attuazione del cambiamento, attraverso una serie di strumenti che, se applicati con costanza e riflessione, possono attivare processi di plasticità sinaptica e ristrutturazione delle abitudini.
Nel panorama editoriale attuale, dominato da offerte spesso dicotomiche – o eccessivamente tecniche o banalmente motivazionali – l'approccio di Lembke si segnala per equilibrio metodologico e solidità scientifica, risultando particolarmente utile in contesti di prevenzione primaria, psicoeducazione o follow-up post-terapeutico. Il volume si presta pertanto a essere adottato come complemento in programmi di intervento integrato sulle dipendenze da sostanze e comportamentali, o come risorsa di supporto all'interno di interventi di tipo cognitivo-comportamentale.
Senza cedere alla retorica della "disintossicazione digitale" né alla semplificazione neurocentrica, Lembke offre un modello di intervento personale sobrio, adattabile e sostenibile, ancorato a una comprensione raffinata dei meccanismi neurobiologici della motivazione e della dipendenza.
La Redazione
2 settembre 2025 |