Anarchia e cristianesimo Stampa E-mail

Jacques Ellul

Anarchia e cristianesimo

Elèuthera, pagg.175, € 15,00

 

 ellul anarchia "Anarchia e cristianesimo" di Jacques Ellul, recentemente ripubblicato da Elèuthera, si inserisce in modo singolare all'interno del dibattito sulle relazioni tra religione e politica, proponendo una tesi tanto audace quanto lucidamente argomentata: esiste un terreno comune, profondo e non accidentale, tra l'anarchismo e il cristianesimo delle origini. Si tratta di un testo che non si limita a una provocazione intellettuale, ma che si presenta come un'analisi penetrante, fondata su una raffinata interpretazione storico-teologica e su un pensiero radicalmente critico rispetto alle istituzioni moderne, religiose e politiche.

  Ellul affronta il nodo teorico dell'incompatibilità presunta tra cristianesimo e anarchia attraverso una doppia decostruzione: da un lato, quella dell'ostilità strutturale che il pensiero anarchico ha sempre nutrito verso le religioni istituzionalizzate; dall'altro, quella del rigetto aprioristico che molti cristiani esprimono verso l'anarchia, identificata frettolosamente con il caos e il nichilismo. L'autore non cerca una mediazione tra due sistemi ideologici, né un sincretismo artificiale: intende piuttosto mettere in luce affinità nascoste, connessioni strutturali che si rivelano solo a patto di scavare sotto la superficie dei rispettivi dogmatismi.

  Il metodo di Ellul è insieme esegetico, storico e filosofico. Il cuore del libro è infatti un'interpretazione della Bibbia – in particolare dei Vangeli e delle lettere paoline – in chiave antiautoritaria, ma senza forzature o letture anacronistiche. La riflessione si muove con equilibrio tra l'analisi dei testi e la loro storicizzazione, collegando il messaggio evangelico a una forma originaria di contestazione delle strutture di potere.

  Uno degli assunti centrali del libro è che il cristianesimo primitivo non abbia mai aspirato a fondare una nuova religione organizzata, né tanto meno a costituirsi come potere. Al contrario, afferma Ellul, esso nasce come rottura radicale rispetto all'ordine costituito: il messaggio di Gesù è, nella sua essenza, un invito alla libertà individuale, all'uguaglianza di tutti davanti a Dio, al rifiuto del dominio e del giudizio. Questo rifiuto include tanto il potere politico quanto quello religioso, delineando un'etica della responsabilità personale e della resistenza non violenta.

  L'anarchismo, nel suo nucleo originario, è definito da Ellul come il rifiuto di qualsiasi autorità imposta dall'alto, la ricerca di forme di convivenza basate sulla libertà, sull'autonomia e sulla solidarietà. È su questo piano che cristianesimo e anarchia si toccano: nella negazione comune del potere come strumento di legittimazione della disuguaglianza e della coercizione.

  Ellul non risparmia critiche alla Chiesa, in particolare alla sua evoluzione storica verso forme sempre più strutturate e gerarchiche. Egli denuncia come l'istituzionalizzazione del cristianesimo, a partire dall'età costantiniana, abbia tradito il messaggio originario, trasformando una fede antiautoritaria in una religione dell'ordine, spesso alleata con i poteri costituiti. Questo processo, secondo Ellul, ha oscurato le potenzialità emancipative del cristianesimo, rendendolo complice dell'oppressione sociale e politica.

  Il cristianesimo che Ellul recupera non è dunque quello delle cattedrali o dei concili, ma quello dei martiri, dei poveri, delle comunità marginali che hanno testimoniato una fede vissuta come pratica quotidiana di resistenza e di amore. Un cristianesimo che non impone dogmi né leggi, ma che propone una via di liberazione interiore e comunitaria.

  Una delle più significative convergenze tra pensiero anarchico e fede cristiana, così come delineate da Ellul, è il valore attribuito alla libertà. Non si tratta, tuttavia, di una libertà astratta o puramente negativa, bensì di una libertà relazionale, che si manifesta nel rifiuto della sottomissione e nella costruzione di rapporti umani autentici. L'autore insiste su questo punto: la libertà evangelica non è una libertà "da", ma una libertà "per", cioè una libertà orientata all'altro, alla responsabilità, all'amore gratuito.

  In questo senso, l'anarchismo non è per Ellul una dottrina della distruzione, bensì una proposta etica che pone al centro la dignità dell'essere umano e la possibilità di costruire una società senza dominio. Il cristianesimo, depurato dalle sue incrostazioni istituzionali, può diventare una forza interiore capace di alimentare questa stessa visione del mondo.

  L'opera di Ellul non propone un programma politico, né intende fondare un nuovo movimento. Piuttosto, invita a una revisione radicale delle certezze che informano il nostro modo di pensare la fede e la militanza. Il suo invito è rivolto tanto ai cristiani quanto agli anarchici: ai primi chiede di riscoprire le radici sovversive del Vangelo; ai secondi suggerisce di non liquidare troppo in fretta il potenziale liberatorio della tradizione cristiana. Il confronto che propone non è finalizzato alla sintesi, ma alla contaminazione, al superamento delle frontiere ideologiche rigidamente tracciate.

  "Anarchia e cristianesimo" è, insomma, un testo breve ma denso, che condensa in poche pagine decenni di riflessione critica. Il suo valore non risiede tanto nella originalità della tesi – che pure è audace – quanto nella capacità di coniugare rigore intellettuale e passione etica, analisi storica e tensione spirituale. Ellul non si limita a "mettere in discussione" le certezze consolidate; egli mostra come, nel cuore delle tradizioni apparentemente inconciliabili, si nascondano domande comuni, aspirazioni condivise e possibilità inaspettate di dialogo.

  In un'epoca segnata dalla crisi delle istituzioni, dalla disaffezione religiosa e dalla ricerca di nuove forme di convivenza, questo libro rappresenta un contributo prezioso alla riflessione contemporanea sulle alternative possibili al potere, alla gerarchia e alla dominazione. Un'opera che, pur mantenendo il tono sobrio del saggio, ha la forza e la lucidità delle grandi profezie intellettuali.