I tre inverni della paura Stampa E-mail

Giampaolo Pansa

I tre inverni della paura

Rizzoli, pagg.576, Euro 21,50

 

pansa_treinverni.jpg  IL LIBRO - Nevica sangue nei tre inverni della paura. Sono le stagioni più dure della guerra civile italiana e dell’interminabile dopoguerra. Tedeschi, fascisti e partigiani combattono con obiettivi diversi, ma compiono le stesse atrocità. È questo disordine crudele a travolgere Nora Conforti. Diciotto anni, ragazza di famiglia ricca, Nora si rifugia con il padre sulle colline fra Reggio Emilia e Parma. Non immagina che proprio lì incontrerà il primo amore e subito dopo gli orrori di due guerre in grado di sconvolgere la sua esistenza.

  Giampaolo Pansa ci racconta una storia che nasce da lunghi anni di ricerche sulla Resistenza e sulle sue tante zone d’ombra. Un affresco della borghesia agraria emiliana, nell’arco di sei anni infernali, dal giugno 1940 alla fine del 1946. E una ricostruzione controcorrente di un’epoca feroce. I tre inverni della paura, vissuti tra il Po e l’Appennino reggiano, narrano il duello brutale fra due totalitarismi. Quello fascista che cerca di sopravvivere con l’aiuto dei nazisti. E quello comunista che prolunga ben oltre il 25 aprile una spietata strategia del delitto.

  Ma nella memoria del lettore resterà l’umanità dei personaggi che affiancano Nora. Accanto a figure che appartengono alla storia, come Togliatti, De Gasperi, i capi delle bande rosse e nere, il vescovo Socche, il partigiano bianco detto “il Solitario”, si muove la gente comune di quegli anni. Le donne chiamate a sopportare il peso più grande della guerra. I bambini messi di fronte al terrore politico. I giovani schierati su trincee opposte. L’asprezza dello scontro fra ricchi e poveri. Le vittime del dopoguerra che emergono dalle fosse segrete, fantasmi capaci di turbarci ancora oggi.

 

  DAL TESTO - "Durante il giorno, i cacciabombardieri degli Alleati avevano moltiplicato le piccole incursioni, poco o per nulla contrastate dai pochi velivoli repubblicani, una piccola squadriglia di caccia trasferita a Reggio. Le notti, invece, divennero il regno indisturbato di un aereo solitario che lanciava spezzoni incendiari e mitragliava a casaccio. La fantasia popolare l'aveva battezzato Pippo l'Aviatore. Non era mai lo stesso. Ma ogni notte rendeva insicuro il sonno della gente di città e della campagna.

  "L'inferno in terra bruciò la vita di tanti altri fascisti. Come sempre, non erano tra i capi della Rsi reggiana e neppure dei militari alla guida di reparti importanti. Si trattava di gente qualunque, spesso sconosciuta fuori dal loro paese. Avevano aderito alla Repubblica sociale perché credevano in Mussolini. E qualcuno si era anche assunto il peso di un incarico politico o amministrativo. Erano impegni insignificanti. Ma per molti di loro l'averli accettati significò firmare la propria condanna a morte".

 

  L'AUTORE - Giampaolo Pansa, nato a Casale Monferrato nel 1935, scrive per “L’espresso” e “la Repubblica”. Ha pubblicato numerosi saggi e romanzi di grande successo. Tra questi ricordiamo: Il sangue dei vinti, La Grande Bugia e I Gendarmi della Memoria.

 

  INDICE DELL'OPERA - Parte prima - Parte seconda - Parte terza - Parte quarta - Parte quinta - Parte sesta - Parte settima - Parte ottava - Parte nona