I gendarmi della memoria Stampa E-mail

Giampaolo Pansa

I gendarmi della memoria

Sperling & Kupfer, pagg.500, Euro 19,00

 

gendarmidellamemoria.jpg  IL LIBRO – Giampaolo Pansa li conosce bene i Gendarmi della Memoria. Li ha visti in azione a Reggio Emilia il 16 ottobre 2006, per tentar d'impedire la prima presentazione di un suo libro sulla guerra civile. Quella sera innalzavano un lenzuolo color sangue che urlava: «Triangolo rosso? Nessun rimorso». Pochi giorni dopo li ha rivisti all'opera a Bassano del Grappa, con il sabotaggio degli ingressi a una grande libreria che lo ospitava. Li ha poi avuti alle calcagna dovunque andasse, sempre pervasi dall'intolleranza manesca o dal rifiuto rabbioso di rileggere con onestà la storia della Resistenza italiana e, insieme, quella dei fascisti sconfitti. Pansa non se le aspettava tante presenze moleste, ma in fondo è stato fortunato. Anche questa esperienza gli ha permesso di verificare sul campo gli effetti di una perversione politica: molte delle nostre dieci sinistre rifiutano il principio liberale che vieta d'imporre con la prepotenza il proprio punto di vista. «I Gendarmi della Memoria» nasce dagli incontri pubblici dell'autore che è stato necessario proteggere con la polizia e i carabinieri. Ed è innanzitutto il racconto ironico della sconfitta subita dai radicalismi post o neocomunisti, sempre autoritari e pronti a schiaffare in guardina le verità che smentiscono le loro menzogne. Quella sconfitta è stata doppia. Prima per il grande successo dei libri di Pansa. E poi perché i bastonatori verbali hanno preso a randellarsi fra loro, come leggiamo di continuo sui giornali. Ma «I Gendarmi della Memoria» non è soltanto la descrizione del suicidio delle sinistre regressiste e di una parte di quelle riformiste. È anche la testimonianza dell'ostinatezza civile di Pansa nel portare alla luce le miserie nascoste della nostra guerra interna. In queste pagine si affrontano molti dei tabù di una storiografia che, con il pretesto di contrastare il revisionismo, è diventata negazionista. Le esecuzioni dei partigiani che non volevano sottostare alla supremazia del Pci. La strategia del delitto per preparare l'insurrezione rossa. I sequestri dei possidenti restii a pagare le taglie imposte dagli squadroni della morte. Gli omicidi spacciati per lotta di classe. Le vendette senza motivo. L'accanimento barbaro contro le donne accusate di stare con la Repubblica di Mussolini. Il silenzio forzato dei vinti. Ecco dunque un nuovo libro di Pansa destinato a irritare chi crede ancora alla favola manichea delle due Italie, una tutta buona e l'altra tutta cattiva. In compenso, anche «I Gendarmi della Memoria» piacerà molto ai lettori che vogliono conoscere sino in fondo l'alba insanguinata della nostra democrazia. Senza la retorica, le bugie e le omissioni che sono l'ultima trincea di una sinistra allo sbando.

 

  DAL TESTO – “Il più antifascista era sicuro il compagno Bertinotti! Fu quel che giuravano due eccellenze di Rifondazione: la senatrice Rina Gagliardi e Sandro Curzi. Entrambi difesero con passione il Presidente Splendido Splendente. Ma non riuscirono a fermare l’assalto del Pelatone. L’11 agosto i giornali annunciarono la sua mossa volpina: il giorno del dibattito tra Fini e Bertinotti, i Comunisti Italiani avrebbero dato vita nientemeno che a una Giornata Europea di Protesta. Da svolgersi con il motto: “Ora e sempre Resistenza: l’attualità dell’antifascismo”. Rizzo incassò subito l’ovvia adesione dei giovani del proprio partito. Avevano ricostruito la mitica Fgci. E adesso strillavano: “Non parteciperemo mai a iniziative congiunte con gli eredi dei fucilatori di Marzabotto e delle Fosse Ardeatine!”. Poi, rivolgendosi al Bertinotti presidente della Camera, lo ammonirono con durezza: “Non ci può essere ruolo istituzionale che possa cambiare cento anni di storia. Quel dibattito si terrà a Roma, una città che ancora oggi subisce caroselli e attacchi squadristici neofascisti. Non è roba di cinquant’anni fa, ma vita quotidiana”. Domenica 13 agosto, il Pelatone spiegò il suo affondo in una prolissa lettera al “Corriere della Sera”, firmata con tanto di richiamo al proprio incarico: “Presidente della Delegazione dei Comunisti Italiani al Parlamento Europeo””.

 

  L’AUTORE – Giampaolo Pansa, nato a Casale Monferrato nel 1935, scrive per L’espresso e la Repubblica. Con Sperling & Kupfer ha pubblicato numerosi saggi e romanzi di grande successo. Tra questi ricordiamo: Siamo stati così felici, I nostri giorni proibiti (Premio Bancarella), Ti condurrò fuori dalla notte, I Figli dell’Aquila, Il sangue dei vinti, Prigionieri del silenzio, Sconosciuto 1945 e La Grande Bugia.

 

  INDICE DELL’OPERA – A chi legge – Parte prima – Il Parolaio revisionista - Lenzuolo rosso - Antifascist Militant - Il bis del Rovescismo - Manette e ventri molli – Parte seconda – I fratelli Frison - Tutto per soldi – Baggianate - Vecchi amici - Il compagno Sallusti - Libertà limitata – Parte terza – Sulle tracce dei vinti - Maggio a Sant’Agata - Paga o muori - Polizia Partigiana - Il federale malato - Elogio dello stupratore - Affari e delitti – Parte quarta – Partigiano, portami via - Cuneo brucia sempre - L’ausiliaria vergine - Da Visconti a Falco - Dipingere a Biella - Cercando mio padre – Parte quinta – Colpo alla nuca - Il revisionista vince? - Giapponesi sì, fascisti no - La Quercia morta - De Felice e i Valutatori - L’esodo inesistente – Parte sesta – Italiani senza storie - Il marò socialista - Dopo sessant’anni - In fondo al lago - Libero e lo Spagnolo – Parte settima – Quattro imbecilli - Il suicido dei Gendarmi - Terremoto al Botteghino - L’altro 25 aprile