Bella ciao. Controstoria della Resistenza Stampa E-mail

Giampaolo Pansa

Bella ciao
Controstoria della Resistenza

Rizzoli, pagg.430, € 19,90

 

pansa_bellaciao  IL LIBRO – Il 25 aprile chi va in piazza a cantare “Bella ciao” è convinto che tutti i partigiani abbiano combattuto per la libertà dell’Italia. È un’immagine suggestiva della Resistenza, ma non corrisponde alla verità. I comunisti si battevano, e morivano, per un obiettivo inaccettabile da chi lottava per la democrazia. La guerra contro tedeschi e fascisti era soltanto il primo tempo di una rivoluzione destinata a fondare una dittatura popolare, agli ordini dell’Unione Sovietica. Giampaolo Pansa racconta come i capi delle Garibaldi abbiano tentato di realizzare questo disegno autoritario e in che modo si siano comportati nei confronti di chi non voleva sottomettersi alla loro egemonia. Quando si sparava, dire di no ai comunisti richiedeva molto coraggio. Il Pci era il protagonista assoluto della Resistenza. Più della metà delle formazioni rispondeva soltanto a comandanti e commissari politici rossi. Bella ciao ricostruisce il cammino delle bande guidate da Luigi Longo e da Pietro Secchia sin dall’agosto 1943, con la partenza dal confino di Ventotene. Poi le prime azioni terroristiche dei Gap, l’omicidio di capi partigiani ostili al Pci, il cinismo nel provocare le rappresaglie nemiche, ritenute il passaggio obbligato per allargare l’incendio della guerra civile. La controstoria di Pansa svela il lato oscuro della Resistenza e la spietatezza di uno scontro tutto interno al fronte antifascista. E riporta alla luce vicende, personaggi e delitti sempre ignorati. Pagina dopo pagina, prendono vita i protagonisti di un dramma gonfio di veleno ideologico. A cominciare dagli “spagnoli”, i reduci delle Brigate internazionali nella guerra di Spagna, presenti in tutte le bande garibaldine, inchiodati a un comunismo primitivo e brutale. Pansa ce li presenta anche nei loro errori di rivoluzionari senza onore, pronti a uccidere chi li contrastava. E nel metterli a confronto con i partigiani che si battevano per un’Italia libera da qualsiasi dittatura rievoca una pagina di storia che la sinistra ha finto di non vedere. Bella ciao verrà ritenuto un libro scandaloso dai gendarmi della memoria resistenziale. E questa sarà la conferma che Pansa ha fatto un importante passo in più nel suo percorso di narratore revisionista.

  DAL TESTO – “Gli spagnoli di Romagna erano combattenti capaci di gesti brutali, dettati dal carattere e dal fanatismo politico. Ma potevano sembrare ragazzi della via Paal con il fazzoletto rosso, se messi a confronto con altri compagni di partito che venivano da esperienze ben più aspre, tutte dentro il comunismo internazionale.
  “Non mi risulta che sia stata scritta una storia dei guerriglieri del Comintern, la 3a Internazionale comunista fondata nel 1919 da Lenin. Il suo programma di rivoluzione mondiale stimolò la nascita dei partiti comunisti in parecchi paesi europei e di altri continenti. Indebolita dal prevalere degli interessi sovietici nel suo interno e dallo sviluppo del fascismo in Europa, fu sciolta nel 1943, quando la seconda guerra mondiale stava devastando l'intero vecchio continente.
  “Ma la dissoluzione del Comintern non portò alla scomparsa fisica dei tanti guerriglieri comunisti che avevano combattuto per quella Spectre rossa. Molti di loro erano ancora uomini in grado di partecipare ai movimenti di resistenza che tentavano di opporsi al nazifascismo. In realtà si battevano per un doppio risultato: la sconfitta di Hitler e Mussolini e, insieme, la vittoria di un altro totalitarismo, quello sovietico.
  “Anche nella Resistenza italiana si videro in azione uomini che venivano dall'esperienza di agenti del Comintern. Uno di loro era Anton Ukmar. Aveva al suo attivo un percorso rivoluzionario tutto svolto per intero agli ordini di Mosca e preceduto da un lungo soggiorno in Unione Sovietica negli anni terribili delle purghe staliniane. E infine approdato in Italia dove ottenne un incarico importante: il comando della 6a Zona ligure. Era il settore partigiano che stava alle spalle di Genova e dove esistevano le formazioni più forti.
  “Qui siamo di fronte a un caso esemplare degli impulsi filosovietici che si agitavano sotto la pelle della Resistenza comunista. Un uomo di Mosca, reduce da una storia che tra un istante ricorderò, era diventato il numero uno dell'organizzazione partigiana in Liguria. Gli dovevano obbedienza molti comandanti che guidavano bande robuste. Per non parlare dei commissari politici, spesso costretti a sentirsi alunni al cospetto di un maestro esigente.
  “Se fosse stato più astuto, al termine della guerra civile Ukmar avrebbe avuto in pugno Genova. Ma a indebolirlo era la rozzezza di molti quadri staliniani. Commise errori politici imperdonabili che lo spinsero a scontrarsi con il partigiano più famoso della 6a Zona, Aldo Gastaldi, "Bisagno", un cattolico che comandava la Divisione Garibaldi Cichero. E si condannò da solo. Tanto che di lui rimase nella memoria appena il nome di battaglia. Breve e secco come un colpo di pistola: "Miro".”

  L’AUTORE – Giampaolo Pansa ha iniziato la carriera di giornalista nei primi anni Sessanta sulle pagine della “Stampa” ed è stato inviato e opinionista per i principali quotidiani italiani, dal “Corriere della Sera” a “Repubblica”. Scrive per “Libero”. Ha pubblicato numerosi saggi e romanzi di grande successo. Tra questi ricordiamo: I cari estinti, Carta straccia, I gendarmi della memoria, La grande bugia, La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti, Poco o niente, La Repubblica di Barbapapà, Il revisionista, Il sangue dei vinti, I tre inverni della paura, I vinti non dimenticano.

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione. Rivoluzione senza onore - Parte prima - 1. Operazione Ventotene - 2. I signori della guerra - 3. Liberi di morire - 4. Addio al Duce! - Parte seconda - 5. L'incognita del Tobbio - 6. Terrorismo e ostaggi - 7. Omicidi eccellenti - 8. I Cervi e altri misteri - Parte terza - 9. Graziani fucila - 10. Una spia alla Benedicta - 11. Partigiani bianchi - 12. Il medico con i sandali - Parte quarta - 13. L'agonia di Roma - 14. Ammazza il fascista! - 15. Soldi e spie - 16. L'illusione di Montefiorino - Parte quinta - 17. Il mio amico cecchino - 18. Spagnoli di Romagna - 19. L'uomo del Comintern - 20. La fine oscura di Bisagno - Parte sesta - 21. Inferno a Bologna - 22. Un comandante da uccidere - 23. Bande di campagna - 24. Inglesi nelle Langhe - Parte settima - 25. Gli stupri di Bogli - 26. Il "governino" dell'Ossola - 27. I delitti di Gemisto - 28. Mirko il Fantasma - Parte ottava - 29. Capodanno con i ribelli - 30. Storia del Biondino - 31. La Controbanda - Parte nona - 32. Il boia di Porzûs - 33. Giacca colpisce ancora - 34. Il virus della rappresaglia - 35. Tre solitudini - Indice dei nomi