I demoni Stampa E-mail

Fëdor M. Dostoevskij

I demoni

Newton Compton Editori, pagg.496, Euro 6,00

 

dostoevskij_demoni.jpg  IL LIBRO - Da un fatto di cronaca avvenuto in Russia alla fine del 1869, l'uccisione dello studente Ivanov, nacque l'idea di questo romanzo, che Dostoevskij concepì in un momento particolarmente cupo della sua esistenza, tormentato dalle difficoltà economiche e dalla terribile nostalgia per la patria lontana che lo accompagnava durante il suo secondo soggiorno all'estero. Egli individuava nella nuova società colta, abbagliata dal liberalismo e contemporaneamente dalle nascenti teorie positivistiche, la rovina della Russia, caduta in un deprecabile stato di miseria morale. La sua rabbia è diretta verso quei giovani rivoluzionari - i "demoni" del titolo - che intorno al 1870 cercavano di scalzare dal potere i liberali della vecchia generazione, incapaci di rispondere fattivamente alle provocazioni e all'ostilità politica dei cinici e presuntuosi nichilisti. Ciò che sconvolge maggiormente Dostoevskij è l'assenza della fede in Dio, che rende ai suoi occhi del tutto gratuita e immotivata ogni loro pretesa ideologica. Al di là dell'effettivo svolgimento dei fatti - l'assassinio di Ivanov non è in tal senso che un pretesto - ciò che interessa realmente all'autore è esprimere il suo disagio e le sue convinzioni politiche, attraverso un'articolata costruzione narrativa, che sfocia nella definitiva sconfitta dei "demoni" e nella riaffermazione della fede evangelica.

 

  DAL TESTO - "[...] Nikolaj Vsevolodovič apparteneva a quelle nature che non conoscono la paura. In duello era capace di conservare un perfetto sangue freddo sotto gli spari dell'avversario e poi di prender la mira ed uccidere con una calma che arrivava alla ferocia... Credo anzi che non conoscesse nemmeno quegli accecanti scoppi di furore durante i quali non si ragiona più. Nell'ira malvagia e smisurata che talvolta lo invadeva, sapeva sempre conservare il pieno dominio di sé...".

 

  L'AUTORE - Fëdor M. Dostoevskij (Mosca 1821-San Pietroburgo 1881) è forse il più grande narratore russo e uno dei classici di tutti i tempi. Le sue opere e i suoi personaggi, intensi, drammatici, affascinanti, sono attuali e modernissimi. Lo scrittore, a causa delle sue convinzioni socialiste, nel 1849 venne condannato a morte. La pena fu poi commutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia e nell’esilio fino al 1859. Di Dostoevskij la Newton Compton ha pubblicato I capolavori (Delitto e castigo, I demoni, Il giocatore, Le notti bianche, Memorie dal sottosuolo), Delitto e castigo, I demoni, I fratelli Karamazov, Il giocatore, L’idiota, Memorie dal sottuosuolo e Le notti bianche, La mite, Il sogno di un uomo ridicolo.

 

  IL CURATORE - Fausto Malcovati è docente di letteratura russa presso l'Università Statale di Milano. Si è occupato di prosa russa della seconda metà dell'Ottocento, di simbolismo e di avanguardie teatrali russe e sovietiche.

 

  INDICE DELL'OPERA - Introduzione, di Fausto Malcovati - Nota biobibliografica - I demoni - Parte prima - Capitolo primo. In luogo d'introduzione: alcuni particolari desunti dalla biografia dello stimatissimo signor Stepan Trofimovič Verchovenskij - Capitolo secondo. Il principe Harry. Una proposta di matrimonio - Capitolo terzo. I peccati altrui - Capitolo quarto. La zoppina - Capitolo quinto. Il serpente prudentissimo - Parte seconda - Capitolo primo. La notte - Capitolo secondo. La notte (seguito) - Capitolo terzo. Il duello - Capitolo quarto. Tutti in aspettativa - Capitolo quinto. Prima della festa - Capitolo sesto. Pjotr Stepanovič in faccende - Capitolo settimo. Dai nostri - Capitolo ottavo. Il principe Ivan - Capitolo nono. Stepan Trofimovič «sequestrato» - Capitolo decimo. I filibustieri. Una mattinata fatale - Parte terza - Capitolo primo. La festa - capitolo secondo. La fine della festa - Capitolo terzo. Il romanzo concluso - Capitolo quarto. L'ultima decisione - Capitolo quinto. La viaggiatrice - Capitolo sesto. Una notte laboriosa - Capitolo settimo. L'ultima peregrinazione di Stepan Trofimovič - Capitolo ottavo. Conclusione