Il paradosso del monoteismo Stampa E-mail

Henry Corbin

Il paradosso del monoteismo

Mimesis Edizioni, pagg.224, Euro 22,00

 

corbin_paradosso  IL LIBRO – Ebraismo, Cristianesimo e Islam – le comunità del Libro (Ahl al-Kitab) – rappresentano i tre rami di un’unica e grande tradizione abramitica. Condividono la fede nella rivelazione di un Dio unico, trascendente e, nella sua essenza, inconoscibile attraverso le vie della percezione e della ragione. E tuttavia Corbin ci mostra come questo monoteismo sia fin dall’inizio e per sempre minacciato da una doppia trappola: quella di una rinascita idolatrica che fa di Dio un ente tra gli enti, confondendolo nella storia e nella società, e quella di una trascendenza portata all’estremo che, senza mediazioni teofaniche, si tramuta in disperante nichilismo. A queste tendenze Corbin oppone le affascinanti e profonde lezioni della gnosi islamica, ebraica e cristiana, la loro ontologia integrale, e angelologia, il loro mundus imaginalis mediatore e risolutore di ogni falsa opposizione.
  Con Il paradosso del monoteismo – un testo apparentemente estraneo alla sensibilità dell’uomo post-moderno – Corbin, oltre che proporre un cammino, ha lanciato una sfida: certamente per chi sa ed è in grado di coglierla. Ha voluto spalancare dinnanzi a una umanità stanca, sfiduciata e depressa l’abisso dell’Essere-Uno, invitando i migliori non a sostarvi dinnanzi cercando di capirne – razionalmente, astrattamente e vanamente – la profondità e il significato, ma a lasciarvisi coraggiosamente. Questo è il senso – l’experimentum crucis – di queste meditazioni che, a buon diritto (e per tale motivo), si possono chiamare “abissali”.

  DAL TESTO – “Quando […] parlo di «paradosso del monoteismo», mi riferisco innanzitutto alla situazione che fu vissuta e superata dagli gnostici e teosofi dell'Islam, in particolare dalla Scuola del grande teosofo visionario Mohyīddin Ibn ‘Arabī (m. 1240). Riassumo questo paradosso sinteticamente, così da poter riscontrare le sue tre fasi, secondo lo stesso Ibn ‘Arabī e i suoi continuatori. Mi richiamerò specialmente a Sayyed Haydar Āmolī (m. post 785/1385) che fu, allo stesso tempo, il critico e il più grande discepolo shī'ita di Ibn ‘Arabī. Della sua opera considerevole abbiamo trattato, inoltre, a più riprese.
  “I tre momenti del paradosso sono i seguenti: 1) Nella sua forma essoterica, quella della professione di fede che dichiara Lā Ilāha illā Allāh, il monoteismo perisce nel suo trionfo, si autodistrugge divenendo, a sua insaputa, volens nolens, un'idolatria metafisica. 2) Il monoteisrno trova salvezza e verità attenendosi alla propria forma esoterica, quella che, secondo la coscienza ingenua, sembrerebbe distruggerla, e il cui simbolo di fede è dichiarato nella formula: Laysa fī'l-wojūd siwā Allāh: «nell'essere non c'è che Dio». Il monoteismo essoterico s'innalza, in questo modo, al livello esoterico e gnostico del teomonismo. Ma, come accade che il livello essoterico subisca senza sosta la minaccia di un'idolatria metafisica, così il livello esoterico viene minacciato da un pericolo che irrompe per via delle incomprensioni del significato della parola essere. 3) Questo pericolo è scongiurato dall'instaurazione di un'antologia integrale che si presenta - lo vedremo - come un'integrazione di due gradi: questa doppia integrazione fonda, eo ipso, il pluralismo metafisico.”

  L’AUTORE – Henry Corbin, (1903 – 1978), filosofo, orientalista e storico delle religioni, ha, con la sua originale riscoperta della tradizione irano-islamica, profondamente influenzato il pensiero contemporaneo. A lui si deve, tra l’altro, l’elaborazione del concetto di mundus imaginalis. Allievo di Étienne Gilson e di Jean Baruzi, fu iniziato alla teosofia orientale da Louis Massignon, che orientò la sua vocazione filosofica verso lo studio dell’Islam iranico e della gnosi sh’ita. Tradusse e pubblicò i più grandi classici legati a queste tradizioni. Tra le sue opere più importanti ricordiamo: Histoire de la philosophie islamique (Storia della filosofia islamica. Dalle origini ai giorni nostri, Milano 1991), Corps spirituel et Terre céleste (Corpo spirituale e terra celeste, Milano 2002) L’Imagination créatrice dans le soufisme d’Ibn’Arab (L’immaginazione creatrice. Le radici del sufismo, Roma-Bari 2005) e Temple et contemplation (L’immagine del tempio, Milano 2010). Per Mimesis è in corso di traduzione la sua grande summa, in quattro volumi, En Islam iranien.

  INDICE DELL’OPERA - Le "meditazioni abissali" di Henry Corbin, di Claudio Bonvecchio - Il paradosso del monoteismo (Il Dio-Uno e gli Dei molteplici - Le gerarchie divine) - Necessità dell’angelologia (Prologo - I. Sulla necessità dell'angelologia - II. L'angelologia neoplatonica di Proclo - III. La triade, la tetrade e l'eptade arcangeliche - IV. L'Arcangelo Michele e Christos Angelos - V. L'angelologia avicenniana e l'assunzione estatica del profeta - VI. L'Arcangelo Gabriele, Spirito Santo e Angelo dell'umanità - Postludio: l'Angelo del Volto) - Sulla teologia apofatica come antidoto al nichilismo (I. Dove, come e quando c'è il dialogo? - II. Personalisrno e nichilismo - III. Teologia apofatica e personalismo - IV. Dov'è il nichilisrno – V. Per un principio di realtà rivale del nichilismo)