Cina e altri Orienti Stampa E-mail

Giorgio Manganelli

Cina e altri Orienti

Adelphi Edizioni, pagg.346, € 22,00

 

manganelli_cina  IL LIBRO – «Andare in Asia, eh? So già cosa vi immaginate. Qui sarà tutta una luminaria di illuminazioni, una visione di visioni, una rivelazione di cose che, altrove, non si rivelano. Credete? Mandate a girar per l'Asia un professore nevrotico, diventato poi pensionato, poi gazzettiere, e il risultato sarà sensibilmente diverso. Deprimente, diciamo». Così scriveva Manganelli nell'irri­dente, paradossale risvolto destinato a spiazzare i potenziali acquirenti della nuova edizione, accresciuta di molteplici Ori­en­ti, di un libro apparso in origine nel 1974 (nel frattempo, fra il 1975 e il 1988, ai reportage da Cina, Filippine, Malesia se n'erano aggiunti numerosi altri: Arabia, Pakistan, Kuwait, Iraq, di nuovo Cina, Taiwan). Un'edizione che Manganelli predispose minuziosamente pochi mesi prima di morire, nel 1990 – tanto la serie di viaggi orientali gli stava a cuore –, ma che non venne mai realizzata: almeno sino a oggi, grazie alle cure impeccabili di Nigro. Ma perché «deprimente»? Perché il lettore affetto da ansia di assoluto non avrebbe trovato né Siddhartha né un solo guru, «se non con fondotinta di imbroglione a fin di bene cosmico». Il che non stupisce, essendo scopo precipuo del­l'autore, semmai, quello di raschiare via un po' di anima: sicché «scolorina sulle apparizioni; antinevralgici per i fachiri, sordina sulla scala pentatonica; Coca-Cola nella Cina popolare». In compenso, il lettore avrebbe trovato – divertendosi, per di più, pazzamente – qualcosa di altrettanto prezioso: la chiave per comprendere «i modi ingegnosi in cui l'altrove si nasconde sotto l'appa­renza del­l'ovvio» e quanto meno intravedere quelle «linee del labirinto» che sono i nostri fratelli ignoti. Anche nelle vesti di viaggiatore, d’altro canto, Manganelli resta un ricercatore di segni, un decifratore di enigmi ed emblemi: in altre parole, un lettore che «non si illude di espatriare dalla propria biblioteca».

  DAL TESTO – “In realtà, un viaggio in Oriente, è non solo un'esperienza dell'anima, degli occhi, un brivido culturale, un guado dell'intelligenza, un rivolgimento degli archivi mentali: è un'esperienza del corpo. Io dispongo di un unico corpo, grasso e brizzolato; e su questo posso basare le mie osservazioni. Il viaggiatore che si avventura in terre asiatiche meridionali usi con parsimonia di quella delicata macchina che gli fu prestata all'inizio del suo destino. È probabile che la sua macchina non sia stata progettata per questi percorsi, queste temperature; potrà superarli, se avrà cautela e pazienza e riserbo. Usare le marce basse, tenersi sottocosta, spendersi con una sapiente alternanza di generosità e di avarizia. Non credere alle guide ingenue o apertamente omicide che suggeriscono variate e folgoranti esperienze con le varie cucine orientali; l'europeo che, avido di esperienze, scenderà dall'aereo e si precipiterà sui buoni cibi piccanti locali, e ci berrà sopra la buona birra locale, è assai probabilmente destinato a diventare un conoscitore di cessi malesi, un esperto di latrine da non avere l'uguale, un intenditore di luoghi di comodo.”

  L’AUTORE – Giorgio Manganelli fu narratore, critico, giornalista, saggista. Demistificatore, visionario. Mai solo ed esclusivamente scrittore. Nato a Milano nel 1922, quello di Manganelli, scomparso a Roma nel 1990, fu come un “ricatto dalle parole”, come egli stesso lo definì in Laboriose inezie (1986). Romano di adozione fin dal 1953, Manganelli divenne recensore e critico e collaborò con numerose riviste di quegli anni: “Il Giorno”, “L’Illustrazione italiana”, “Grammatica”, nonché la rivista “Quindici”. Manganelli fu anche traduttore, di Poe in particolare, su suggerimento e proposta di Calvino. E fu viaggiatore. Spirito inquieto che viaggia verso l’India, la Cina e la Malesia, affascinato da questi luoghi del possibile, da queste realtà collettive, mosso dalla propria curiosità verso il mondo. Tra le sue opere più importanti ricordiamo: Hilarotragoedia (1964), Agli dei ulteriori (1972), Pinocchio: un libro parallelo (1977), Centuria (1979), Angosce di stile (1981), Laboriose inezie (1986), Improvvisi per macchina da scrivere (1989), Esperimento con l’India (1992), Il rumore sottile della prosa (1994), La notte (1996), L’infinita trama di Allah. Viaggi nell’Islam 1973-1987 (2002). Le opere di Giorgio Manganelli sono in corso di pubblicazione presso Adelphi; il titolo più recente è Ti ucciderò, mia capitale (2011).

   INDICE DELL’OPERA – 0 - I. Cina e altri Orienti (1972-1973) (Cina - Chi ha rubato le Filippine? – Malesia) - II. Medio Oriente (1975-1987) (In Arabia con Leone - Pakistan-Kuwait – Irak) - III. Cina (1986) - IV. Taiwan (1988) - Prima appendice. Progetti e stesure alternative (Una Cina da proporre - Per un documentario sulla Malesia - Malesia. Prima redazione: paragrafi III, IV, XVI - In Arabia con Leone. Prima redazione - Duro Pakistan di diritto divino. Prima puntata del viaggio in Pakistan: versione pubblicata su «La Stampa») - Seconda appendice. Risvolti e quarte di copertina - Terza appendice. Occidente e Oriente (Da Allah a Klee - Aspettando con calma che la terra tremi - Con due cervelli di ricambio - Clandestinità di Mao - Ho spiato i giapponesi) - Viaggiare è un'esperienza passionale, di Salvatore Silvano Nigro