La rinascita della destra Stampa E-mail

Fabio Gentile

La rinascita della destra
Il laboratorio politico-sindacale napoletano da Salò ad Achille Lauro (1943-1958)

Edizioni Scientifiche Italiane, pagg.256, € 22,00

 

gentile_rinascita  IL LIBRO – Nell’immediato secondo dopoguerra, Napoli è stata il vero e proprio «laboratorio» ideologico e politico della destra italiana. Nella metropoli del Mezzogiorno la destra non solo si è manifestata in tutte le sue molteplici ed eterogenee incarnazioni storiche – dal qualunquismo al «mito» monarchico, fino al neofascismo –, ma ha anche conosciuto le tappe iniziali di quel lungo e tortuoso percorso di inserimento nelle istituzioni dell’Italia repubblicana che si compie definitivamente con la vittoria alle elezioni del 1994. E tuttavia un  tema così importante – che non si limita solo alla storia di Napoli, ma tocca nodi aperti della difficile transizione italiana dal fascismo alla democrazia – non è mai stato al  centro di una accurata ricostruzione storico-documentaria. Sulla base di fonti inedite o poco utilizzate, il volume esamina l’ideologia e le organizzazioni politiche della destra napoletana lungo un arco cronologico molto significativo per comprenderne l’evoluzione: dalla militanza di un migliaio di fascisti nella Repubblica sociale italiana e nei movimenti clandestini operanti nel Sud liberato dagli Alleati, passando poi al blocco monarchico-qualunquista che caratterizza la vita politico-amministrativa di Napoli e del Mezzogiorno nell’immediato dopoguerra, per arrivare infine al trionfo della destra monarchico-missina raccoltasi intorno all’armatore Achille Lauro, con il quale si inaugura una tipologia inedita per l’Italia degli anni Cinquanta: l’«imprenditore politico», poi consacrato sul piano nazionale da Silvio Berlusconi negli anni Novanta del Novecento.

  DAL TESTO – “A Napoli, il neofascismo, composto soprattutto da giovani studenti universitari imbevuti di nazionalismo fascista, si appoggiava su un bagaglio di consolidati stereotipi comuni alla destra monarchico-qualunquista, facendo leva sulla miseria e sulla disperazione della popolazione ancora sotto le macerie dei bombardamenti per delegittimare i governi espressi dall'antifascismo resistenziale. Ma tra la fine del 1945 e i primi mesi del 1946 - un periodo di scontri sociali per il Mezzogiorno – le azioni di stampo neofascista abbandonarono il terreno dell'agitazione propagandistica consistente nel volantinaggio, negli inni al Duce e in azioni dimostrative, per muoversi in direzione di una strategia terrorica sfociata poi in una vera e propria organizzazione legata ai Far romani e milanesi, che fu scoperta dalla polizia nel maggio 1946, alla vigilia del referendum.
  “Benché negli ambienti del neofascismo la monarchia fosse ritenuta sponsabile del tradimento storico del 25 luglio, i gruppi napoletani non esitarono ad affiancare i movimenti monarchici nello scontro istituzionale del primo semestre del 1946 sul terreno comune del nazionalismo sociale, dell'anticomunismo e dell'antiantifascismo.
  “Nei mesi che precedettero il referendum del 2 giugno 1946 Napoli fu al centro di una strategia della tensione che vedeva attivi gruppi di squadristi in camicia nera reclutati dalla monarchia in vista della contesa elettorale del 2 giugno.
  “Il due aprile agitatori monarchici devastarono e incendiarono la sezione comunista «Stella». Il 15 maggio nuove formazioni squadristiche filomonarchiche, fiancheggiate dalla malavita locale e da ex militari, dettero l'assalto alla sede comunista di via Duomo, provocando una vera e propria battaglia di due ore. Il 17 maggio una bomba scoppiò negli uffici comunali di via Larga, causando danni ingenti e il ferimento di un impiegato.”

  L’AUTORE – Fabio Gentile (Napoli, 1970) è stato borsista della Scuola di storia contemporanea dell’Insmli di Milano. Attualmente insegna pensiero politico contemporaneo presso il Dipartimento di Scienze sociali dell’Università Federale del Cearà (Fortaleza, Brasile). Tra i suoi interessi di ricerca si segnala l’influenza del modello corporativo fascista nella formazione della legislazione sindacale brasiliana durante la dittatura autoritaria di Getulio Vargas negli anni Trenta, su cui ha pubblicato diversi saggi apparsi in riviste nazionali e internazionali.

  INDICE DELL’OPERA – Abbreviazioni e sigle - Introduzione - Capitolo primo. Fra vissuto e scelta politica. I fascisti napoletani nella Repubblica sociale italiana (1. Da Napoli a Salò: la rinascita del fascismo napoletano dopo il 25 luglio 1943 - 2. Un bilancio quantitativo - 3. I giovani combattenti - 4. «Tra Croce e Mussolini»: Edmondo Cione storico della Rsi - 5. Il fascismo clandestino) - Capitolo secondo. Napoli e il Mezzogiorno tra «mito monarchico» e qualunquismo (1943-1946) (1. Napoli durante l’occupazione angloamericana - 2. Il movimento monarchico napoletano - 3. L’Uomo Qualunque) - Capitolo terzo. Il Movimento sociale italiano a Napoli (1. Dalle origini al I congresso nazionale - 2. La nascita della Cisnal - 3. «Oltre Salò»: l’esperienza di «Nazionalismo Sociale») - Capitolo quarto. Achille Lauro: un cesarismo post-totalitario (1. Dalle origini all’ingresso in politica - 2. La vittoria alle amministrative del 1952 - 3. La destra al potere: la prima giunta Lauro (1952-1956) - 4. Il «giardino d’Europa» e la legge speciale - 5. Calcio e popolo - 6. Il «Roma»: un quotidiano per l’ideologia laurina - 7. Una definizione del cesarismo di Achille Lauro - 8. Un leader per la «Grande destra» degli anni Cinquanta) - Conclusioni - Le fonti documentarie - Bibliografia - Indice dei nomi